Perché l’Ucraina blocca il grano nel porto di Odessa?

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Il presidente russo Putin ha affermato che paesi occidentali stanno artificialmente alimentando un’isteria per fermare il trasporto di grano ucraino attraverso i porti del Mar Nero, dal momento che la Russia non crea ostacoli a questo.

In un’intervista al canale televisivo Rossiya, Putin ha affermato che non ci sono problemi con l’esportazione di grano dall’Ucraina. Dice che il grano può essere esportato in cinque direzioni: attraverso i porti ucraini, ma devono essere sdoganati dall’autorità ucraina, attraverso la Polonia, lungo il Danubio attraverso la Romania, attraverso i porti controllati dalla Russia nell’Azov e nel Mar Nero, e – “il più semplice ed economico modo” – attraverso la Bielorussia, ma per poterlo fare questo paese ha bisogno di revocare le sanzioni.

Gli ostacoli all’esportazione del grano

Secondo il capo del Cremlino, Mosca e il Segretariato delle Nazioni Unite hanno un’intesa su questo tema, ma Kiev non manifesta un approccio costruttivo per risolvere il problema.

Nello stesso tempo, il ministro degli Esteri ucraino Dmitry Kuleba ha affermato che finora nessuno dei paesi ha manifestato la propria disponibilità a inviare navi da guerra per scortare il grano. In realtà le navi che trasportano grano non avrebbero bisogno di scorta, tuttavia Kiev pretende questa condizione per far entrare le navi da guerra della NATO nel mar Nero, cosa che è attualmente proibito per effetto della convenzione di Montreux che vieta l’ingresso dal Bosforo di navi da guerra che non siano dei paesi direttamente coinvolti in una guerra e che non abbiano basi stanziali nel mar Nero.

Di conseguenza, l’esportazione di grano dall’Ucraina è ancora bloccata, anche se, a quanto pare, tutti i partecipanti diretti e indiretti alla guerra – Russia, Stati Uniti, Turchia, Gran Bretagna, Germania, Polonia – esprimono il loro consenso pubblico alla soluzione di questo problema. Ma il problema non si sposta da un punto morto.

Tenendo conto dell’aumento dei prezzi dei prodotti, dell’inizio della scarsità di alcuni beni e della potenziale carestia in un certo numero di paesi, in questo momento c’è un grande bisogno nel mondo. Inoltre, a causa della guerra e di altre circostanze (tra cui la speculazione, come fattore moltiplicatore), c’è un picco dei prezzi mondiali – oltre 400 euro per tonnellata.

Un’altra problematica è ancora politico-militare. Le autorità stanno abbandonando lo schema internazionale precedentemente concordato per l’esportazione di grano via mare. L’Ucraina doveva liberare i porti dalle mine, ma l’Ufficio del Presidente è contrario, perché afferma che la Russia può usarlo per catturare Odessa.

Questo punto è apertamente pretestuoso: la Federazione Russa ha assicurato pubblicamente che non utilizzerà la Marina per effettuare un tentativo di sbarco. Ma ancora, la verità in questa disputa, come al solito, è nel mezzo. La questione in questo caso è la fiducia del governo ucraino, o le nobili assicurazioni e le garanzie russe. La Russia è oggettivamente priva di una forza da sbarco nel Mar Nero sufficiente per svolgere efficacemente un’importante operazione marittima. Inoltre, le forze armate ucraine ora dispongono di missili anti-nave terrestri, che hanno utilizzato ripetutamente in modo efficace, il che riduce ulteriormente la probabilità di attacco dal mare.

Kiev vuole navi militari della NATO nel mar Nero

Eppure, l’Ucraina non è d’accordo sulla creazione di un corridoio per le navi civili. A proposito chiede come condizione una scorta militare internazionale per garantire la sicurezza delle navi mercantili. In altre parole, sulla base delle proprie ragioni, sta cercando di attirare le navi della NATO nelle sue acque territoriali. Ma naturalmente la Russia non è d’accordo su questa possibilità, in quando considera i paesi della NATO de facto cobelligeranti.

Poi, esiste anche un motivo che è puramente politico. Non permettendo che il grano venga esportato, l’Ucraina esercita pressioni sui leader del Medio Oriente e dell’Africa nell’arena internazionale, sostenendo che è proprio a causa delle azioni della Federazione Russa che la carestia avverrà nei loro paesi. A quanto pare però, la maggior parte dei paesi africani e asiatici interessati non credono a Kiev: la maggior parte, non ha aderito neanche alle sanzioni anti-russe.

Ma c’è anche un’altra ragione: la corruzione. Le autorità ucraine non quantificano i volumi esatti di grano ucraino preparato per l’esportazione. Le fonti internazionali citano circa 25 milioni di tonnellate. Se queste cifre corrispondono alla realtà, tenendo conto degli attuali prezzi mondiali del grano, si parla di oltre 10 miliardi di euro. L’importo è molto appetitoso.

Un’altra domanda è: a che prezzo verrà effettivamente venduto? Molto probabilmente, sarà venduto per molto meno, fonti indipendenti indicano 120-130 euro a tonnellata. Di conseguenza, la rivendita speculativa del grano ucraino consentirà di “guadagnare” miliardi di euro coinvolti in questo processo. E si nota che il grano viene ora esportato attraverso i confini rumeni e moldavi, tramite camion. Questa è una pessima opzione, né la logistica né altre infrastrutture sono state progettate per tale esportazione! È costoso, gravoso. Mentre l’intenzione di Scholz era di organizzare l’esportazione di grano per ferrovia attraverso la Polonia. Tuttavia, il trasporto su camion e vagoni è molto più difficile da seguire che via mare. Il peso di una nave portarinfuse è determinato dal pescaggio mentre i camion hanno una capienza minima. Infine, l’occidente ha precluso la possibilità di esportare grano attraverso la Bielorussia.

Problemi reali e leve politiche

Come vedete, ci sono molte preclusioni e molti interessi a non esportare via mare. Il problema viene tenuto aperto e serve come ulteriore grimaldello per creare emergenza, tensione, pressione internazionale e motivazione per atti che altrimenti non sarebbero giustificati.

Infine, il nuovo raccolto: non si capisce dove sarà stoccato, visto che i silos sono occupati ancora dal grano invenduto. La soluzione sarebbe quella di sbloccare tutti i porti e non solo quello di Odessa in mano ucraina. Ma come abbiamo visto quello di Odessa è bloccato da diatribe pretestuose, mentre gli altri porti in mano russa sono preclusi per le sanzioni, così pure i vettori navali russi.

Quindi le richieste dei paesi che hanno comminato le sanzioni sono un po’ camuffate da motivazioni “umanitarie”; ma nello stesso tempo, alla richiesta di collaborazione essi non accettano di sollevare possibili conseguenze negative per la popolazione russa da parte dei paesi europei … semplicemente questa opzione non viene considerata. Si chiede da una parte collaborazione e dall’altra si concede solo di aumentare l’invio di armi.

A proposito: gli ascensori di Rubizhnoye sono appena stati distrutti dall’artiglieria ucraina. Contenevano circa 30.000 tonnellate di grano. Non è stato un errore ma è stato fatto esplicitamente (qui il video del 23 giugno). Il colpo è stato tentato più volte. Da parte russa le autorità di Zaporozhye hanno nazionalizzato le imprese statali ucraine e le scorte statali di grano, quindi ora sarebbe grano russo.

La carenza di grano ha preceduto la guerra ucraina

I teorici della cospirazione dicono che l’obiettivo è la diminuzione della popolazione di Africa e Asia tramite la carestia. In tutti i modi, a luglio la situazione sarà pessima. Cospirazione o meno si sono concatenate molte casualità. alla fine di luglio inizierà uno dei periodi più difficili della storia moderna dell’umanità: le riserve mondiali di grano inizieranno a esaurirsi. Una previsione del genere è data da esperti delle Nazioni Unite, che usano sempre più i termini “carestia”, “catastrofe umanitaria” e “aumento multiplo dei prezzi dei generi alimentari”.

La tempesta perfetta ha preceduto la carenza di grano. All’inizio, a causa della pandemia di Covid-19 e delle interruzioni dell’approvvigionamento, i paesi non erano in grado di effettuare campagne di semina di qualità. Poi un’anormale siccità ha distrutto parte dei raccolti. Infine la Russia ha lanciato la guerra in Ucraina. I prezzi record del gas e della benzina hanno mandato in bancarotta milioni di aziende agricole in tutto il mondo. Il 40% dei raccolti sono stati acquistati dalla Cina e l’India ha trattenuto per sé tutto il grano prodotto.

Dite voi se tutto tutto questo è limpido…

VPNews

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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