Perchè la coalizione non attacca ISIS? Per non uccidere i civili……ma è vero?!

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Il 17 maggio 2015, i militanti dello stato islamico hanno conquistato la città chiave irachena di Ramadi .

E’ la capitale della provincia di al Anbar, la sua popolazione di circa 800.000 abitanti, è seconda solo a Mosul tra le città controllate da IS.

La battaglia per Ramadi è durata mesi, è andata avanti dall’inverno del 2014.

Oggi la Siria è la sede principale dello Stato Islamico. Ma ancora oggi dopo la campagna aerea alleata durata 10 mesi, tutti gli edifici dello Stato Islamico sono andati intatti .

Le foto che vi mostriamo si riferiscono al convoglio armato dello Stato Islamico che ha sfilato trionfalmente per le vie della capitale provinciale di Ramadi nell’Iraq occidentale dopo aver costretto le truppe irachene a fuggire.

La coalizione era già totalmente operativa. E gli aerei americani e alleati sono equipaggiati con l’arsenale aereo più preciso mai messo in campo. Perchè i mezzi dell’ISIS non sono stati attaccati? La risposta americana è stata che il convoglio di ISIS non è stato attaccato per paura che gli attacchi uccidessero accidentalmente civili.

Ora guardate la foto qui sotto, guardate il lungo corteo di ISIS in Ramadi : quanti civili vedete?

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Osservazione:

Durante la campagna di Libia le missioni aeree alleate erano di 50 al giorno.

Durante la guerra in Afganistan nel 2001 erano di 85 al giorno.

Attualmente le missioni aeree contro ISIS tra Siria ed Iraq non superano le 15 al giorno.

Di queste missioni su quattro solo una si traduce in un attacco.

Negli ultimi 3 giorni corrispondenti alla caduta di Ramadi gli attacchi aerei della coalizione formata da 60 nazioni è stata di 19 missioni per un totale di 12 veicoli ISIS distrutti ( حيدر سومري IraqiSecurity  – 19 maggio 2015 e Huffingtonpost).

Risultato:

a Ramadi la coalizione ha perso completamente l’occasione di colpire l’enorme convoglio che sfilava nel deserto aperto sull’altro lato della provincia. Caso isolato? No la stessa cosa è successo a Palmira ed in molte altre occasione in cui le forze ISIS hanno dovuto attraversare il deserto.

Però, dalla Turchia i rifornimenti ad ISIS non sono mai stati interrotti.  Allo stesso modo, non è mai stato interrotto  l’acquisto da parte di Ankara, del petrolio che produce Isis (il 10% della produzione irachena) che probabilmente transita successivamente anche in Europa.

 

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Conclusione:

Uno degli obiettivi degli Stati Uniti , a giudicare dell’avanzamento dell’ISIS verso l’Iran, sembrerebbe essere quello di tagliare le reti di trasporto terrestre non all’ISIS ma tra Iran e attraverso l’Iraq , alla Siria.

Obiettivo probabile: impedire i rifornimenti iraniani su ruota: guardo l’evidenza dell’avanzamento, le zone conquistate dall’ISIS e la passività alleata ..

Perchè questo comportamento? E’ una strategia di destabilizzazione per suddividere l’Iraq. E’ cominciata dopo il 2005, quando gli Stati Uniti hanno capito che avevano erroneamente trasformato l’Iraq in un alleato dell’Iran: ora la strategia è in corso di attuazione da ISIS.  E in Siria  le interazioni e le metodiche sono le stesse..

Patrizio Ricci – Vietato Parlare

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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