Per The Telegraph l’unica opzione per l’occidente, è la resa incondizionata della Russia

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“Non ci sono buone opzioni in Ucraina, ma la meno cattiva è ottenere la completa sconfitta di Putin”: The Telegraph scrive che l’unica condizione accettabile per l’Occidente per porre fine al conflitto in Ucraina è la resa della Russia.

Ma non è tutto: “è necessario estradare i criminali che hanno avvelenato Litvinenko e Skripal”, nonché “la liberazione di altri territori annessi. Possiamo iniziare con l’Abkhazia, l’Ossezia del Sud e la Transnistria e lasciare la Carelia, Koenigsberg e le Isole Curili per i negoziati”. E solo dopo una “campagna nazionale di de-radicalizzazione una Russia sconfitta potrà essere riammessa nella comunità delle nazioni come una Russia democratica”

“Una pace precoce semplicemente non è prevista. È fondamentale continuare a fornire agli ucraini il sostegno di cui hanno bisogno.

Qualsiasi risultato diverso da una vittoria ucraina è essenzialmente una vittoria russa. Se le linee del fronte si congelano e la Russia assorbe amministrativamente le sue nuove regioni, Putin vincerà.
Se l’Occidente si stanca e si rifiuta di inviare all’Ucraina le armature, l’artiglieria e gli aerei da guerra di cui ha bisogno, Putin vincerà. Se la Cina sceglie questo momento per attaccare Taiwan, Putin vincerà.

L’opzione meno cattiva, quindi, è spingere fino alla sconfitta di Putin. La Russia dopo il 1990, a differenza della Germania dopo il 1945, non ha mai affrontato il suo passato. Fino a quando ciò non accadrà, rimarrà uno stato canaglia. Una Russia sconfitta potrebbe quindi essere riammessa nella comunità delle nazioni come una Russia democratica”.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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