Durante un improvvisato momento di entusiasmo davanti a una platea di sostenitori, Musk ha compiuto un gesto simbolico: ha posato più volte la mano sul cuore e poi l’ha protesa in avanti, come se volesse lanciare il cuore in un gesto condiviso, come una promessa, un giuramento, un ringraziamento (vedi qui). Insomma è qualcosa che viene abbastanza spontaneo , sempre che non si abbiano freni inibitori anche nel sorridere e in qualsiasi altra cosa.
Anche la BBC ha scritto:
[Musk] Ha fatto il gesto ringraziando i sostenitori per aver contribuito alla vittoria di Trump. Musk ha ringraziato la folla per “aver reso possibile tutto questo”, prima di mettere la mano destra sul cuore e poi di spingere lo stesso braccio in aria dritto davanti a sé.
“Il mio cuore è con voi. È grazie a voi che il futuro della civiltà è assicurato”, ha detto.
Così ho inteso chiaramente anch’io, ancor prima di leggere il rilancio della BBC.
Tuttavia, il giorno seguente, molti media e personaggi hanno isolato e decontestualizzato il gesto della mano protesa, interpretandolo come un possibile saluto nazista. In breve tempo, hanno etichettato Musk come simpatizzante del nazismo, scatenando polemiche ancora in corso , che non credo cesseranno facilmente.
Musk – ha risposto alle accuse contro di lui per il gesto alla parata di Trump:
“Francamente, abbiamo bisogno di trucchi sporchi più efficaci. Gli attacchi nello spirito di “siete tutti Hitler” sono così stanchi”, ha detto Musk (BBC).
Ma non c’è stato verso, un fantoccio di Elon Musk è stato già esposto in piazzale Loreto , a Milano
Queste non sono esternazioni di individui isolati, ma argomentazioni diffuse dalla stessa intellighenzia progressista di sinistra, sempre pronta a rispolverare lo spettro del fascismo e del nazismo, anche in modo palesemente fuori luogo. È una retorica che torna utile in ogni stagione, soprattutto per evitare di affrontare temi ben più concreti e critici, come le politiche woke, sulle quali preferiscono sorvolare.
Nel frattempo, mentre Donald Trump prestava giuramento come presidente, a Davos, in Svizzera, si apriva il 55° summit del World Economic Forum.
L’annuale evento ideato da Klaus Schwab, tenutosi dal 20 al 24 gennaio nella rinomata località sciistica, era quest’anno intitolato “Collaborazione nell’era intelligente” e ha visto tra i suoi ospiti persino il ministro degli Esteri del governo alqaidiano della Siria.
Forse, questa è davvero la spiegazione: ci troviamo nell’era intelligente.
Nazismo nascosto o etichettato a secondo della convenienza politica
Al fondo di tutto ciò, rimane sconcertante l’ipocrisia nel trattare il tema del nazismo in base alla convenienza politica. Il nazismo a Kiev non è considerato nazismo, così come al-Qaeda in Siria viene talvolta giustificata o ignorata quando utile per portare avanti operazioni sporche che nessun altro accetterebbe di compiere.
Questa contraddizione è emersa in più occasioni durante il conflitto in Ucraina. Il governo ucraino, pur ricevendo ampio sostegno occidentale, è stato più volte accusato di tollerare o addirittura sostenere gruppi che si rifanno esplicitamente all’ideologia nazista. Un esempio è il famigerato Battaglione Azov, un’unità paramilitare integrata ufficialmente nelle Forze Armate ucraine, il cui simbolo richiama chiaramente quello delle SS naziste. Nonostante questo, le sue attività sono state a lungo minimizzate, con molti media occidentali che hanno tentato di dipingerlo semplicemente come un gruppo patriottico o di ridimensionarne le inclinazioni ideologiche.
Altre accuse riguardano celebrazioni pubbliche in Ucraina di figure come Stepan Bandera, un controverso leader nazionalista durante la Seconda Guerra Mondiale, associato a crimini contro l’umanità e collaborazioni con i nazisti. Nonostante il suo passato, Bandera è stato onorato con statue e commemorazioni ufficiali, alimentando il dibattito sul reale orientamento politico di alcune frange della leadership ucraina.
Questo doppio standard è palese se confrontato con le accuse mosse a figure come Elon Musk, etichettato come simpatizzante nazista per un gesto decontestualizzato. Mentre un’intera nazione può tollerare simboli e riferimenti espliciti a ideologie condannate dalla storia, singoli individui sono messi alla gogna mediatica per azioni che, nella peggiore delle ipotesi, possono essere mal interpretate.
La stessa logica si applica a molte altre situazioni, come il tacito supporto a gruppi jihadisti in Siria quando questi servivano gli interessi geopolitici occidentali. In entrambi i casi, il criterio morale sembra subordinato alla convenienza strategica, alimentando una retorica che svia l’attenzione dalle vere responsabilità.
Ecco. l’accusa a Musk è un esempio significativo: questo è il livello del dibattito politico che rischia di diventare la norma. Manipolazioni e censure della libera informazione sembrano ormai essere strumenti privilegiati della cosiddetta democrazia europea e progressista, che dimostra la sua “forza” proprio su questi fronti.
— Elon Musk (@elonmusk) January 20, 2025
Se proprio volessimo identificare il gesto di Musk con un saluto romano, potrebbe essere identificato realmente come un saluto romano, anche se credo che questo non sia il caso certamente (e non credo che sarebbe stato così ingenuo di esporsi in questo modo). Tuttavia Musk in effetti ha spesso mostrato interesse per l’antichità: in un suo tweet, ha rivelato di riflettere quotidianamente sull’Impero Romano. Inoltre, ha espresso ammirazione per Lucio Cornelio Silla, il politico e generale conservatore che prese il potere durante gli ultimi anni della Repubblica romana, apparentemente per preservare lo Stato. Musk ha addirittura sostenuto che anche oggi servirebbe un leader con caratteristiche simili.
Ma cosa hanno in comune piazzale Loreto e Hitler con Silla o Giulio Cesare? Nulla. Ancora una volta, l’ideologia woke, priva di una reale conoscenza del passato o incline a dimenticarlo, dimostra la sua inconsistenza.
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For the “right-thinking” Musk is a Nazi (and not the one who sends weapons to the Nazi regime in Kiev)
During an improvised moment of enthusiasm in front of a crowd of supporters, Musk performed a symbolic gesture: he placed his hand on his heart and then extended it forward, as if symbolically offering his heart in a shared gesture to his supporters—a promise, an oath, a gesture of gratitude (see here). It was a spontaneous act, the kind of thing one does naturally unless inhibited by excessive self-consciousness, even in smiling or other simple expressions.
Even the BBC reported:
“He made the gesture while thanking supporters for contributing to Trump’s victory. Musk thanked the crowd for ‘making all this possible,’ before placing his right hand on his heart and then extending the same arm straight forward.”
“My heart is with you. It is thanks to you that the future of civilization is assured,” he said.
That’s precisely how I interpreted it, even before reading the BBC’s account.
However, the following day, many media outlets isolated and decontextualized the gesture of the outstretched hand, interpreting it as a possible Nazi salute. In no time, Musk was labeled a Nazi sympathizer, sparking controversies that remain ongoing and are unlikely to subside easily.
In response to accusations about his gesture at Trump’s parade, Musk stated:
“Frankly, we need more effective dirty tricks. The attacks in the spirit of ‘you’re all Hitler’ are so tired,” Musk told the BBC.
Nevertheless, the backlash continued: a dummy of Elon Musk was already displayed in Piazzale Loreto, Milan.
These are not isolated outbursts by individuals but arguments propagated by the progressive left intelligentsia, always ready to resurrect the specter of fascism and Nazism—even in blatantly misplaced ways. It is a rhetorical tool that proves useful in any situation, especially to avoid addressing far more concrete and critical issues, such as woke policies, which they prefer to sidestep.
Meanwhile, as Donald Trump was being sworn in as president, the 55th World Economic Forum summit was underway in Davos, Switzerland.
The annual event, conceived by Klaus Schwab, took place from January 20 to 24 in the renowned Alpine resort and was titled “Collaboration in the Intelligent Era.” Among its guests was the foreign minister of the Syrian al-Qaeda-affiliated government.
Perhaps this is the real explanation: we are living in the intelligent era.
Hidden Nazism or Conveniently Labeled as Needed
At the heart of it all lies a disconcerting hypocrisy: Nazism in Kyiv is not considered Nazism, just as al-Qaeda in Syria is occasionally justified or ignored when it serves the purpose of carrying out dirty operations that no one else would undertake.
This contradiction has surfaced on multiple occasions during the conflict in Ukraine. While receiving widespread Western support, the Ukrainian government has often been accused of tolerating or even supporting groups that explicitly adhere to Nazi ideology. One such example is the infamous Azov Battalion, a paramilitary unit officially integrated into the Ukrainian Armed Forces, whose symbol clearly recalls that of the Nazi SS. Despite this, its activities have long been downplayed, with many Western media outlets attempting to depict it as merely a patriotic group or downplaying its ideological leanings.
Other accusations pertain to public celebrations in Ukraine of figures like Stepan Bandera, a controversial nationalist leader during World War II associated with crimes against humanity and Nazi collaborations. Despite his past, Bandera has been honored with statues and official commemorations, fueling debates about the true political orientation of certain factions within Ukraine’s leadership.
This double standard becomes glaring when compared to the accusations leveled at individuals like Elon Musk, who was branded a Nazi sympathizer for a decontextualized gesture. While an entire nation can tolerate explicit symbols and references to ideologies condemned by history, individuals are subjected to media witch hunts for actions that, at worst, could be misinterpreted.
The same logic applies to many other scenarios, such as the tacit support of jihadist groups in Syria when they served Western geopolitical interests. In both cases, moral principles appear subordinate to strategic convenience, fueling a rhetoric that diverts attention from genuine responsibilities.
Here it is. The accusation against Musk is a telling example: this is the level of political debate that risks becoming the norm. Manipulation and censorship of free information now seem to be the preferred tools of the so-called European progressive democracy, which demonstrates its “strength” precisely in these areas.
If we were to identify Musk’s gesture as a Roman salute, it could indeed be interpreted as such—though I certainly don’t believe that’s the case (and I doubt he would be so naïve as to expose himself in this way). However, Musk has often shown an interest in antiquity: in one of his tweets, he revealed that he thinks daily about the Roman Empire. Furthermore, he has expressed admiration for Lucius Cornelius Sulla, the conservative Roman politician and general who seized power during the final years of the Roman Republic, ostensibly to save the state. Musk even suggested that a leader with similar qualities would be needed today.
But what do Piazzale Loreto and Hitler have in common with Sulla or Julius Caesar? Nothing. Once again, the woke ideology—devoid of any real knowledge of the past or prone to forgetting what little it does know—reveals its inconsistency.