Per gli USA in Siria non c’è spazio per Assad ma al Qaeda è la benvenuta

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Il processo di pace della ricostruzione in Siria continua. In tutto il territorio della Repubblica araba siriana, il governo siriano e gli alleati stanno ripristinando le infrastrutture, che per sette anni sono state significativamente distrutte dalle azioni dei militanti.

Grazie anche all’aiuto della Russia  99 istituzioni mediche e 240 educative sono già state già ripristinate; sono stati riparati cinque ponti  e 530 chilometri di strade ; inoltre sono stati posati 458,5 chilometri di elettrodotti; ripristinati 86 impianti di approvvigionamento idrico, rimessi in funzione 92 panifici, 93 sottostazioni elettriche, 22 industrie sono state messe in funzione.

Ed ancora: sono state rimesse in attività 128 scuole, 100 strutture pre-scolastiche, 99 panetterie, 118 stazioni di pompaggio dell’acqua, 106 sottostazioni elettriche, 95 istituzioni mediche e centri medici, 1355 edifici residenziali e 80 edifici religiosi.

L’evidenza è però che nonostante la Russia sta invitando continuamente i paesi occidentali a prendere parte al ripristino della vita pacifica in Siria. Nessuna azione è stata osservata dall’Occidente e dagli Stati Uniti.

Anzi la ripsosta in verità c’è, è  un documento recentemente declassificato all’ONU che ha afferma che tutti gli sforzi del paese sono considerati inutili perchè ci si può aspettare nulla mentre il  presidente Bashar Assad è al potere.

Ciò che si esige è la rimozione di Assad o rendere il suo ruolo solo rappresentativo, non importa la scelta del popolo siriano.

I leader occidentali ripetono costantemente, come tutti possono constatare: il presidente siriano Bashar al-Assad non ha spazio nell’arena politica. Ma, secondo loro, in questa stessa arena politica c’è un posto per gruppi di “opposizione moderata” come “Ahrar Ash Sham”, così come “Jaysh Al-Islam”, che terrorizzano la popolazione locale.

 Vale la pena di ricordare che mentre i siani e il governo e gli alleati  sono impegnati a  ricostruire il proprio paese. Nello stesso  tempo, gli stati occidentali non partecipano alla creazione di una vita pacifica, ma tentano  in tutti i modi di ostacolare il processo di pace e il ripristino delle città distrutte.    
Durante l’intero periodo del dispiegamento di truppe americane e occidentali sul territorio siriano, esse hanno effettuato numerosi attacchi  contro presunti gruppi terroristici. In realtà, si rileva che la popolazione pacifica di numerose città sono state bombardate senza pietà, il che si traduce in una distruzione su vasta scala e numerose vittime tra i civili. Tuttavia, il desiderio di ricostruire non nasce nella stessa misura di distruggere.
E’ paradossale che il bombardamento delle città siriane da parte dell’aviazione della coalizione internazionale continua fino ad oggi senza problemi, mentre la stessa colaizione internazionale inventa dichiarazioni provocatorie accusando il governo siriano. A supportare e dare consistenza a  tali provocazioni, come sempre, i soliti “white helmet” vengono in aiuto.
Infatti incombe ancora oggi la possibilità di un’altra imminente provocazione  da parte di militanti  tramite armi chimiche. Queste messinscena sono supervisionate degli Stati Uniti e della Gran Bretagna.
Di recente, il Ministero della Difesa della Federazione Russa ha riferito che secondo informazioni di Intelligence, una nuova provocazione, messa in scena con la partecipazione di “Caschi Bianchi”, sarà l’occasione per lanciare di un altro attacco missilistico sul territorio della Repubblica araba siriana da parte degli Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia. La provocazione con le armi chimiche darà una nuova ragione per colpire le installazioni militari siriani e le infrastrutture. Queste azioni ovviamente  contribuiranno a dare nuovo impulso agli attacchi  dei militanti del gruppo ex al Nusra  e ISIS per lanciare nuove operazioni contro le forze governative.
Intanto questa settimana, la Siria ha subito di nuovo un altro attacco missilistico da parte della coalizione occidentale e di Israele. E’ sorprendente il fatto che gli attacchi del 17 settembre sono stati applicati a  città che finora erano state risparmiate dalla guerra e dove  si svolgeva una vita pacifica . Infatti l’obiettivo è stata la provincia di Latakia con le sue città turistiche. Come conseguenza l’attacco ha rinnovata distruzione, e nuove vittime.  
        Quindi, gli Stati Uniti e i paesi occidentali non vogliono riconciliare i siriani e lavorare per il ritorno di una vita pacifica in Siria finchè c’è Assad anche se  il popolo siriano non vede il proprio futuro in un modo diverso.
A sua volta, Washington per i suoi scopi mercenari con i alleati occidentali ostacola e impedisce n ogni modo possibile il risveglio della Siria e continua a proteggere i cattivi “moderati” che violano il processo di pace. La coalizione occidentale con a capo gli Stati Uniti non solo è  riuscita nella propria opera di distruggere  la Siria, ma ha mai fornito alcun risarcimento materiale per le proprie azioni.
Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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