Per Georgescu vincere era illegale. Ora lo è anche candidarsi

Che tempismo! Dopo le incursioni della polizia a livello nazionale contro i gruppi pro-Georgescu, il candidato presidenziale Calin Georgescu è stato arrestato e interrogato dalle autorità rumene.

Georgescu, etichettato ingiustamente come “filo-russo” nelle elezioni annullate, è stato fermato dalla polizia senza un mandato d’arresto formale, ma trattenuto per indagini. L’operazione è legata al finanziamento della sua campagna del 2024, con accuse di finanziamenti illeciti, corruzione e presunti legami con interferenze straniere. Secondo fonti locali, sarebbe stato fermato mentre si recava a presentare la sua candidatura per le elezioni di maggio. Tuttavia, al momento, non risulta alcun arresto ufficiale, ma solo un interrogatorio nell’ambito di un’indagine più ampia che coinvolge 27 sospettati.

Le autorità rumene hanno giustificato il provvedimento con accuse pesanti: Georgescu sarebbe coinvolto in un’”organizzazione fascista”, avrebbe promosso “ideologie controverse” e rilasciato “dichiarazioni false” sui finanziamenti della sua campagna elettorale. Inoltre, durante i raid contro i suoi sostenitori, la polizia avrebbe rinvenuto “armi, munizioni e oltre un milione di dollari nascosti in una cassaforte”.

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Ma davvero la semplice illegalità di un sostenitore può giustificare l’arresto del leader del partito? Allo stato attuale, tutto lascia pensare a una persecuzione mirata.

Qui la moglie di Georgescu arriva all’ufficio del procuratore:

Giornalista: “Cosa intendono ottenere con questo?”

Cristela: “È ovvio a tutti cosa sta succedendo. È una mascherata, il gioco delle manette che piace tanto a loro. Questa è la cosiddetta democrazia.”

Nonostante tutte le accuse precedenti siano state archiviate e l’assurdità dell’annullamento del voto alle ultime elezioni sia stata denunciata anche dal vicepresidente americano Vance alla Conferenza di Monaco, Georgescu viene nuovamente fermato. Secondo la legge, un pubblico ministero può disporre un interrogatorio o una detenzione di 24 ore senza l’approvazione di un giudice, ma oltre a questo, al candidato è stato imposto un divieto totale di comunicazione: gli è proibito pubblicare sui social, apparire sui media o persino aprire nuovi account.

La popolazione si raduna davanti alla Procura:

Scrive lo scrittore e storico, Paolo Borgognone:

Calin Georgescu, candidato alla presidenza romena e vincitore del primo turno elettorale il 6 dicembre scorso (elezioni ANNULLATE perché la democrazia nella UE vale solo se vincono i candidati di sistema), è stato ARRESTATO con l’accusa di aver costituito una “organizzazione fascista”. Questa è la “liberaldemocrazia” di cui parlano, ogni giorno, i sostenitori del sistema: se c’è il rischio che prevalga un candidato anti-globalista, prima si annullano le elezioni e poi si arresta il candidato defraudato nel caso in cui facesse ancora paura al regime. Ho avuto l’onore di intervistare, insieme a Riccardo Rocchesso, Calin Georgescu in occasione dell’evento di 100 Giorni da Leoni a Verona lo scorso 19 gennaio. Solidarietà a Calin, alla Romania che non vuole piegarsi alla dittatura della UE, e al popolo romeno che non si lascerà intimidire da questo ennesimo sopruso compiuto in nome del liberalismo e dell’atlantismo. LIBERTÀ PER CALIN GEORGESCU!

Se le persone non sono in grado di difendersi, verranno “catturate” nel modo più creativo.