Il Pentagono contro la Turchia per le basi statunitensi in Siria

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Zero Hedge

Ai membri della NATO che lavorano per il bene comune. Con una mossa che ha indignato gli Stati Uniti per ragioni ovvie, l’agenzia turca Anadolu svelava le posizioni esatte delle basi statunitensi nel nord della Siria. La mossa, che indica le posizioni esatte dei soldati statunitensi sui fronti della nazione lacerata dalla guerra, ha portato i rapporti tra i due alleati della NATO a nuovi minimi.

Secondo Bloomberg, negli articoli pubblicati da Anadolu si fornivano informazioni dettagliate su 10 basi statunitensi nel nord della Siria, compresi numeri delle truppe e mappa della presenza delle forze statunitensi, nella versione turca. Senza citare fonti specifiche, l’agenzia svelava i dieci avamposti statunitensi nelle aree controllate dalle milizie “terroristiche” curde nelle province di Aleppo, Hasaqah e Raqqa. I rapporti affermavano che gli avamposti sono “solitamente camuffati per ragioni di sicurezza, rendendone difficile l’individuazione“. Dicono che si trovano “nei territori dei terroristi siriani PKK/PYD“, in riferimento ai gruppi curdi che il governo turco considera organizzazioni terroristiche.

Mentre le località di due basi, nel distretto di Rumaylan (nella provincia di Hasaqah) e nel villaggio di Harab Isq (nei pressi di Kobani, nella provincia di Aleppo), erano già state ampiamente pubblicizzate, le altre furono citate solo in relazioni estere o erano completamente sconosciute. La notizia di Anadolu inoltre forniva informazioni dettagliate sul numero di truppe e mezzi e sulle procedure operative negli avamposti statunitensi. Inutile dire che il Pentagono è furioso.

Secondo The Daily Best, Washington era intenzionata persino ad impedire ai media statunitensi di riprendere l’articolo, dopo che era apparso sui media turchi. “L’informazione su numeri e posizioni di truppe fornirà al nemico informazioni tattiche sensibili che potrebbero mettere in pericolo la coalizione e le forze partner“, secondo il colonnello Joe Scrocca, direttore degli affari pubblici dell’operazione Inherent Resolve, rivolgendosi al Daily Beast, l’unico importante sito statunitense a riprendere la notizia. “La pubblicazione di questo tipo di informazioni sarebbe professionalmente irresponsabile e chiederemo di non diffonderle, perché metterebbero in pericolo la Coalizione“, aggiungeva Scrocca.

Non è un segreto che negli ultimi anni Turchia e Stati Uniti siano in disaccordo sul sostegno statunitense ai combattenti curdi in Siria affiliati ai movimenti separatisti in Turchia. Il governo turco ha probabilmente passato ad Anadolu le notizie sulle truppe statunitensi per rappresaglia, secondo Aaron Stein, del Consiglio atlantico di Washington. “Gli Stati Uniti prendono seriamente la protezione della forza, ovviamente”, ha detto Stein. “Il governo turco lo sa e ha deciso di svelare l’ubicazione delle basi statunitensi in Siria. È difficile non vederlo come un affronto“. Infatti, il Consiglio di Sicurezza Nazionale della Turchia dichiarava che le YPD siriane sono la “stessa organizzazione” separatista PKK che opera nel Paese e che la Turchia ha designato terrorista.

I funzionari turchi hanno detto che le armi passano liberamente tra i due gruppi e il mese prima accusavano Washington di armare dei “terroristi”, dicendo che a “certi alleati” applicano “doppi standard”. Nel frattempo, il Pentagono dichiarava di aver espresso preoccupazione al governo turco. “Se non possiamo verificare in modo indipendente le fonti che hanno diffuso questa notizia, saremmo molto preoccupati se i funzionari di un alleato della NATO hanno volontariamente messo in pericolo le nostre forze diffondendo informazioni sensibili“, dichiarava il portavoce maggiore Adrian JT Rankine-Galloway del dipartimento della Difesa. “Il rilascio di informazioni militari sensibili espone le forze della coalizione a un rischio inutile e può interrompere le operazioni in corso per sconfiggere lo SIIL”.

Secondo Bloomberg, Levent Tok, giornalista dell’agenzia Anadolu, ha detto che le informazioni sulle posizioni delle truppe USA non sono trapelate. “La notizia si basa sul lavoro sul campo dei giornalisti di Anadolu in Siria e su alcune informazioni sulle basi trasmesse sui social media dai combattenti curdi“, aveva detto a Bloomberg. “Gli Stati Uniti avrebbero dovuto pensarci prima di cooperare con un’organizzazione terroristica“.

La relazione di Anadolu afferma che gli Stati Uniti hanno varie strutture nei territori controllati dai curdi. Alcune sono “avamposti militari”, “di solito nascosti per ragioni di sicurezza, rendendone difficile l’individuazione“. Il più importante di questi è Rumaylan, creato nella provincia di al-Hasaqah nell’ottobre 2015, su cui gli aerei cargo portano le armi per i combattenti, uno dei due principali itinerari delle armi nel Paese, insieme alla via terrestre dall’Iraq, secondo l’agenzia stampa. Un altro è Harab Isq, un eliporto creato nei pressi di Kobani nel marzo 2016.

Oltre alle strutture tradizionali, la coalizione degli Stati Uniti “utilizza altri luoghi difficili da individuare come aree residenziali, campi del PKK/YPD, fabbriche convertite“. Otto strutture hanno ufficiali responsabili “degli attacchi aerei e d’artiglieria, consiglieri militari, ufficiali istruttori e ufficiali per la pianificazione operativa“. “I mezzi nelle basi militari includono batterie d’artiglieria ad elevata manovrabilità, lanciarazzi multipli, dispositivi mobili per l’intelligence e blindati come gli Stryker per i pattugliamenti generali e di sicurezza”, aggiunge l’articolo.

L’incidente è l’ultimo che colpisce le relazioni tra Turchia e un importante alleato della NATO. La settimana scorsa un funzionario turco dichiarava a Bloomberg che la Turchia aveva accettato di acquistare un sistema di difesa missilistica dalla Russia, mossa che potrebbe mettere in pericolo le relazioni della Turchia con il blocco occidentale. La Germania si ritira dalla più importante base della NATO, Incirlik, dopo che la Turchia ha rifiutato ripetutamente di permettere ai deputati tedeschi di visitare le truppe.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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