Omicidio a Mosca di Boris Nemtsov: il movente politico è il meno probabile.

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… con tutto il rispetto per una vittima innocente, Boris Nemtsov mi sembra essere caduto inconsapevolmente in una 'tonnara' voluta da una miriade di persone con la coscienza sporca.

di Patrizio Ricci

Boris Nemtsov uno degli oppositori del partito di Putin è stato ucciso a Mosca con 6 colpi di arma da fuoco mentre passeggiava in strada, vicino al Cremlino.

I giornali vorrebbero far credere sbrigativamente che il male per la Russia è Putin, cioè chi ha combattuto più di tutti i suoi predecessori contro gli oligarchi e la corruzione.

Ragionare così è semplicistico e non tiene conto della realtà russa: nella 'Nuova Russia',  da Eltsin in poi, con l'assurgere del nuovo corso, c'è una galassia di uomini corrotti, dispotici, disonesti e pericolosi che non necessariamente fanno capo alla dirigenza ma che esercitano ancora il loro potere a vari livelli e in vari settori della società. Inoltre al di fuori del partito di Putin ci sono fiancheggiatori estremisti scontenti della linea troppo 'morbida' di Putin in Ucraina. Sono fattori interni che generano problemi ed ingiustizie di difficile gestione che gravano sul paese ma i tempi per 'risolverli' sono lunghi. Di questo tipo di problemi ne abbiamo cognizione nella storia del nostro paese, allora tanto più dovremo capire che anche per la Russia, nel difficile cambiamento in atto,  la situazione di difficoltà non è dissimile.

Con la guerra in corso, è possibile che Boris Nemtsov sia stato ucciso come 'vittima sacrificale' per creare un 'simbolo' e portare il caos? Non è una versione da scartare ed è quest'ultima versione la più accreditata in Cremlino. Gli inquirenti intanto stanno svolgendo indagini ed hanno offerto 48 mila dollari a chi fornirà informazioni mentre è tata resa pubblico il video di una telecamera di sicurezza.

Gli esecutori sono ignoti ma i titoli di giornali sono inequivocabili: ''il liberale che disse no allo Zar'' o ''chi tocca lo Zar muore'': è chiaro il tenore del messaggio che si vuol trasmettere.
Alcune testate già abbinano l'omicidio di Boris Nemtsov a quello della giornalista Politkovskaja uccisa per le sue rivelazioni 'scomode' sulla guerra in Cecenia. Gli atti di accusa contro Putin sono comunemente accettati. Essi si basano su elementi deduttivi, tutti concentrati all'attivismo antagonista alla politica del premier russo ma scartano ogni altra ipotesi. Oggi viviamo in un clima in cui è difficile parlare sul web di Putin senza essere accusati di essere 'complottisti' o  filo-Putin cioè irrazionali…

Secondo molte testate giornalistiche italiane, il leader dell'opposizione russa stava per rivelare 'particolari inediti' sul coinvolgimento della Russia nella guerra in Ucraina: questo sarebbe stato sufficiente per ucciderlo. Questa versione non appare credibile, sarebbe come scoprire l'acqua calda: è  noto che la Russia appoggia la guerriglia in corso. E' la stessa cosa che sta facendo 'sottobanco' l'occidente ed alcuni paesi baltici che danno 'manforte' al governo golpista di Kiev. Per i russi prevalgono motivi di interesse e di sicurezza nazionale. Per l'occidente prevale la motivazione di allargare la propria area di influenza sottraendola alla Russia. Chiaramente la prima è legittima, la seconda non lo è.

Tutti riconoscono a Putin la qualità di fine 'stratega' , però la lungimiranza di Putin si arenerebbe nel suo 'vizio' di eliminare tutti i suoi oppositori. In fondo uno studio USA dice che soffre della sindrome di Asperger…è innegabile che la propaganda anti-Putin mira al discredito. Addirittura c'è chi aveva proposto ad Obama di ucciderlo. in questa guerra giocata anche sui media, la linea editoriale da tempo più diffusa nelle redazioni occidentali è 'a prescindere' quella di raffigurare il leader russo come una persona spregevole, un dittatore e per giunta anti-gay.

Nell'omicidio, tante 'certezze' non affrontano però alcune evidenze:

1) Boris Nemtsov era contro l'annessione della Crimea e criticava aspramente la posizione russa in Ucraina. entrambi i casi la stragrande maggioranza dei russi è di parere diverso.

2) L'omicidio di Boris Nemtsov non avvantaggia Putin che ha un forte consenso in Russia.

3) Anche sposando le tesi dei detrattori di Putin: Boris Nemtsov non era un politico di grosso calibro, non era un pericolo (tutti i partiti, tra 'liberali e democratici messi insieme, non superano il 5%), lo sarà invece il movimento di opinione e di protesta che la sua morte scatenerà all'interno della Russia ed all'esterno. Domani si svolgerà a Mosca una manifestazione (già prevista da giorni) di tutte le forze di opposizione e rischia di diventare incandescente.

5) Il 10 febbraio, su un sito web di notizie, Boris Nemtsov aveva scritto "Ho paura Putin mi ucciderà". Se riusciamo a conservare la necessaria lucidità non si può negare che chi si sente minacciato e rende pubblico il 'nome dell'assassino' intende premunirsi con una sorta di 'assicurazione vita' verso chi si teme ma allo stesso tempo proprio questa  'j'accuse' potrebbe incoraggiare azioni spregiudicate per indurre agitazioni e caos. Insomma una brutta faccenda dai contorni per niente chiari e per nulla 'cristallina'.

E' innegabile che esistono altre ipotesi, almeno di pari dignità: nella nuova guerra fredda tra l'occidente e la Russia ed in quella calda tra l'Ucraina e la Russia, Boris Nemtsov potrebbe essere stato usato da forze ostili 'come vittima sacrificale' per creare discredito e disordine in Russia.

Con tutto il rispetto per una vittima innocente, Boris Nemtsov mi sembra essere caduto inconsapevolmente in una 'tonnara' tra una miriade di persone con la coscienza sporca che puntano ad aggravare la situazione di tensione internazionale. Il male tutti lo possono fare e la faccenda è per nulla chiara. Da tutti gli amanti di verità dell'ultima ora, sarebbe bello finalmente sentir parlare della 'rivoluzione di piazza Maidan', della Crimea e dell'Ucraina con verità e senza faziosità.

 

 

Senza dare alcuna chiave di lettura ma solo come aiuto a riflettere, è interessante questo video , è datato 2012, lontano dal fatto attuale:


 
 
 
 

NOTA: Non è l'omicidio per ragioni di pensiero che in Russia è molto diffuso ma sopratutto l'omicidio che avviene quando è messo in pericolo un certo interesse. In proposito c'è una lunga lista di personaggli politici e giornalisti uccisi.

Non si può escludere che le esecuzioni possano essere compiute in modo indipendente da frange estremiste o uomini legati alla corruzione  che fiancheggiano certe posizioni politiche. Tant'è che i colpevoli di queste esecuzioni spesso sono stati condannati altre volte invece i casi sono rimasti irrisolti.

Non si tratta comunque di un fenomeno tipico del periodo Putin come i media vorrebbero farci credere ma di una eredità del periodo sovietico (e ancor prima anche del periodo zarista), un fenomeno quasi endemico che è esistito anche durante il periodo del filo-occidentale Eltsin.

Sono stati uccisi nel tempo uomini che confliggono certi interessi, giornalisti o oppositori che ostacolano certi interessi ma non solo, sono stati uccisi anche  uomini che appoggiano il governo, appartenenti a testate filo-governative e non (come ad esempio l'anno scorso  in Ucraina il fotografo Andrei Stenineo dell'agenzia di stampa russa Ria Novosti o il cameramen Anatoli Klian…).

 
 
 
 
 
 
 
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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