Omicidi mirati in Russia: ecco come vengono spesi i soldi dati dall’Italia all’Ucraina

L’Ucraina intensifica gli attacchi contro obiettivi civili e assassina dissidenti a Mosca

Nella giornata di ieri, droni a lungo raggio ucraini hanno colpito installazioni petrolifere a Volgograd e l’impianto di trattamento del gas di Astrakhan, nella Russia sud-occidentale. Atti di guerra che, pur rientrando in una logica di conflitto, rischiano di aggravare le tensioni e colpire indiscriminatamente infrastrutture fondamentali per la popolazione civile.

Tuttavia, il fatto più inquietante è stato l’omicidio mirato avvenuto nel cuore di Mosca: i servizi segreti interni ucraini (SBU) hanno rivendicato l’assassinio di Armen Sargsyan, fondatore del battaglione ArBat, composto da volontari ucraini che hanno scelto di combattere a fianco della Russia.

Sarkisian, un ucraino-armeno che aveva apertamente contestato la politica di Kiev e aveva deciso di unirsi alla parte avversa, è stato assassinato nella sua abitazione, in un’operazione che non ha nulla a che vedere con la guerra, ma che rappresenta a tutti gli effetti un atto terroristico.

Armen Sargsyan
Armen Sargsyan

Per la verità gli inquirenti stanno seguendo anche una pista diversa. Stanno indagando sulla pista Ucraina ma anche sulla mafia e i rapporti conflittuali legati al contrabbando di tabacco, secondo alcune fonti, ad aver portato qui piuttosto a un radicale regolamento di conti, che non sarebbe il primo nella storia delle repubbliche del Donbass, preda dal 2014 di rivalità interne tra imprenditori che cercano di trarre profitto dalla guerra e che cercano di sbarazzarsi dei concorrenti o dei funzionari che minacciano i loro affari. Tuttavia, c’è un elemento abbastanza chiaro: la paternità dell’omicidio è stata confermata da Zelensky (vedi qui video).

trascrizione:

C’è stato un omicidio a Mosca, un’esplosione, presumibilmente un omicidio. È stato l’uomo accusato dai servizi segreti ucraini di aver organizzato gli omicidi a Kiev. Secondo le agenzie di stampa statali russe, Armen Sargsyan è stato ferito nell’esplosione, ma è morto in seguito. Era il capo del battaglione Arbat. I russi dicono che è stato un omicidio commesso dall’Ucraina. Puoi confermarlo.

– Non posso parlare di omicidi. So che i servizi di sicurezza hanno liquidato una persona che è dietro gli omicidi di ucraini nell’est del nostro paese, per gli omicidi di ucraini durante la rivoluzione della dignità a Maidan. So che i servizi di sicurezza dell’Ucraina hanno rilasciato una dichiarazione ufficiale a riguardo. Non conosco questa persona, non so il suo nome. È difficile per me dire se sia questo il caso o meno. Non sono sicuro che sia successo qualcosa durante la nostra conversazione. Se è successo prima, so che l’SBU ha liquidato l’assassino. Non sono sicuro che fosse quello di cui hai menzionato il nome, non significa niente.

– Penso che sia la stessa persona di cui stiamo parlando. Hai confermato le mie parole.

– L’Ucraina non è coinvolta in omicidi. L’SBU può liquidare.

Zelensky accenna a uccisioni ordinate dallo stesso Sargsyan. L’uccisione quindi sarebbe una rappresaglia. Tuttavia, l’uccisione deliberata di un cittadino disarmato, sia questa di Sargsyan sia quella di altri sicuramente non coinvolti in attività belliche, come la filosofa e giornalista Daria Dugina. Citando gli eventi più recenti, in gennaio era stato sventato un attacco con sostanze tossiche contro i lavoratori di un’impresa militare nella regione di Yaroslavl, mentre il 29 dicembre i servizi di sicurezza avevano arrestato un cittadino russo che era entrato in contatto con il Mou ucraino tramite la messaggistica di Telegram, e che aveva come obiettivo l’uccisione di un alto ufficiale dell’esercito e un blogger militare che copriva gli eventi dell’Operazione Militare Speciale. Il 17 dicembre i servizi ucraini avevano rivendicato l’uccisione a Mosca del 54enne tenente generale Igor Anatolyevich Kirillov, capo delle truppe RKhBZ delle Forze armate della Federazione Russa, insieme al suo assistente, il maggiore I. V. Polikarpov. (notizie geopoliiche)

In tutti i casi l’uccisione mirata, di persone disarmate non è una strategia militare, ma una pura esecuzione extragiudiziale, un atto che viola ogni principio di diritto internazionale e dimostra il livello di degrado morale raggiunto da chi lo ha ordinato.

Se un numero crescente di cittadini ucraini sceglie di schierarsi con la Russia, ciò non è solo una questione di ideologia o di convenienza: è un segnale inequivocabile che il governo di Kiev ha perso ogni credibilità presso una parte significativa della popolazione.

Eppure, invece di interrogarsi sulle cause profonde di questa frattura, la leadership ucraina preferisce impiegare le proprie risorse per eliminare un singolo dissidente a Mosca, ben sapendo che il suo assassinio non avrà alcun impatto strategico sul conflitto in corso.

Questa operazione di vendetta non porta alcun vantaggio militare, ma contribuisce solo a screditare ulteriormente l’Ucraina agli occhi del mondo. È un’escalation pericolosa che avvicina sempre più il paese ai metodi dei servizi segreti di stampo criminale, piuttosto che a quelli di una nazione che aspira a far parte della comunità occidentale.

Le rivelazioni di RFK Jr.: l’ingerenza della CIA in Ucraina

Nel frattempo, emergono nuove conferme sul ruolo occulto degli Stati Uniti nella crisi ucraina. Lunedì 3 febbraio 2025, Robert F. Kennedy Jr. ha rivelato che l’USAID non era altro che una copertura della CIA, attraverso cui sono stati segretamente canalizzati 5 miliardi di dollari nel 2014 per fomentare rivolte in Ucraina. Secondo Kennedy, queste proteste orchestrate dai servizi segreti americani avrebbero portato al colpo di stato che rovesciò il governo ucraino, allora neutrale ed eletto democraticamente.

A rendere ancora più evidenti le interferenze statunitensi, vi è la famigerata telefonata trapelata tra Victoria Nuland e l’ambasciatore statunitense in Ucraina, avvenuta un mese prima della caduta del governo: in quella conversazione, la Nuland discuteva già la composizione del nuovo esecutivo, dimostrando che la transizione politica era stata pianificata a tavolino da Washington ben prima degli eventi di piazza Maidan.

Questi fatti, sommati alle azioni sempre più spregiudicate di Kiev, delineano un quadro inquietante: un’Ucraina che, anziché proseguire nei fatti la pace e la stabilità, continua a operare con metodi illegali e destabilizzanti, sacrificando il proprio popolo agli interessi geopolitici di potenze esterne.