Come riconoscere i partiti che (mentendo) dicono di operare per il bene comune?

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A giudicare dai partiti ‘anti-sistema’ che – nonostante i tempi volutamente ristretti preparati per far naufragare la loro iniziativa -, l’autoritarismo venutosi a generare con l’emergenza sanitaria e la guerra, non funziona.

Il terrore violento contro milioni di persone non funziona: semplicemente non ci sono abbastanza punitori per mettere tutti a terra a faccia in giù. Ma la creazione di un sistema per la gestione di milioni di persone è un’altra questione. Qui ormai siamo già in fase avanzata.  I tagliandi vita – con il green pass – sono già stati creati. E anche per chi ha questi coupon in stock, la qualità della vita peggiorerà inevitabilmente.

Il nuovo sistema che si fonda sulle ‘agende’ decise da pochi eletti appositamente ‘formati’ promette un mondo meraviglioso, la Gestapo sarà richiesta in caso di eccessi, che, certo, saranno tanti, ma già acriticamente tanti.

È per questo che il momento è cruciale e non solo per il nostro paese: tutti i più grandi soggetti dello spazio politico mondiale oggi sono in uno stato prossimo a un cambiamento, e basta iniziare con uno, e gli altri lo seguiranno immediatamente.

Per quel che ci riguarda, posso solo esercitare la mia libertà di giudizio e ricercare come coltivarla ed alimentarla, per capire il reale ed i processi in corso che, non a caso, hanno portato alla guerra e la coltivano.

Perciò, nelle prossime elezioni, sono due i punti di discrimine che vi propongo di esaminare per orientare la vostra scelta elettorale. In definitiva, in questa fase storica  la scelta è chiaramente tra l’autoritarismo e tra la democrazia, di conseguenza la scelta sarà tra i partiti della guerra e dell’anti scienza e del regime terapeutico e chi si pone al di fuori di tale sistema in maniera razionale.

Alcune considerazioni sui punti chiave:

Emergenza sanitaria

La versione de vaccino miracoloso è ancora oggi attivamente supportata dalla propaganda, dai funzionari e dai cittadini con uno stile di vita attivo, ma purtroppo con un insieme minimo di neuroni attivi. Ma l’intero umorismo è che questa versione non è solo sbagliata, è falsa. Ciò che è stato detto dai cosiddetti “specialisti” televisivi e ministeriali è falso, a quanto ho capito, ciò è stato fatto deliberatamente. Infatti questi ancor oggi sono impermeabili ala miriade di studi pubblicati che mostrano una realtà ben diversa.

Un vaccino può essere definito un farmaco che provoca un’immunità specifica alla malattia contro la quale è destinato. Prevenzione significa la creazione proattiva di tale immunità. Prima di una possibile malattia. Se l’immunità non si verifica, il farmaco non è un vaccino. Non è un mezzo progettato per creare un’immunità specifica.

Quindi il discorso che una persona vaccinata possa ammalarsi, anche se in forma lieve, è prova diretta dell’incoerenza del “vaccino” con le disposizioni della legge sull’immunoprofilassi. Per non parlare degli effetti collaterali che il Ministero della Sanità Tedesca ha stabilito in uno ogni 5000 inoculazioni. Da tutto questo discende una domanda diretta sul diritto di questo farmaco di essere chiamato vaccino.

Il discrimine quindi a proposito di un vaccino che non funziona e che, anzi, crea una serie di problematiche dovrebbe essere pacifico. Ma più profondamente, emerge con forza una domanda ancora più radicale, perché “non voglio” è un diritto umano naturale.

Poi ovviamente c’è il Green Pass che è puro autoritarismo. Il codice è uno strumento. L’obiettivo è il controllo attraverso la coercizione. Dovrebbe essere chiaro…

Guerra

Ve lo ricordate? I capo della diplomazia europea, Josep Borrell, dichiarò durante una visita in Ucraina che il conflitto armato “sarà vinto sul campo di battaglia”. 

Quelle parole del commissario europeo agli Affari esteri sono state davvero alquanto insolite per un diplomatico. Di solito i diplomatici, anche nelle situazioni più senza uscita e senza speranza, fanno la ghironda sul processo di pace.

Eppure, come potete notare, quelle parole costituiscono ancora oggi la linea guida nell’intero conflitto russo-ucraino. E’ una scelta comunemente accettata da tutti i leader europei.

La logica non è ‘estemporanea’: è lo standard adottato della sinistra europea globalista – ideologica e costituisce il politically correct per ogni funzionario internazionale occidentale pienamente affermato. È su questa casta che si affidano i costruttori della “nuova normalità”, considerandola come interpreti tecnici di alto rango. E gli artisti nei media sono abbastanza coerenti e giustificano e supportano.

Il compito attuale dei costruttori della “nuova normalità” è la demolizione controllata della normalità del vecchio. Ecco a cosa serviva lo strumento “pandemia”, proprio come viene usato oggi lo strumento “guerra”.

Tutto si allinea allo scenario: la guerra in Europa dovrebbe diventare la miccia per la distruzione dell’ordine esistente, ma la distruzione dovrebbe essere non estrema e controllata. Dunque, guerra – sì, ma senza fanatismo di alto grado, ma costante e con impossibilità di compimento.

Ecco perché la dichiarazione di Borrell è stata accettata in Italia sia dai partiti al governo che dalla Meloni all’opposizione: guerra ad oltranza, sotto forma di pace. Combattete, uccidetevi a vicenda, distruggi tutto ciò che puoi e più a lungo possibile. Non essere avaro e non essere timido in questo.

In questo contesto, da parte dei paesi UE tutto questo viene trasformato con il mostrare solidarietà con coloro che sono stati aggrediti (dagli eventi all’ultimo momento).

E se emergeranno contraddizioni troppo evidenti, ci pensano gli artisti della comunicazione a sviare, manipolare e contrattaccare. Il loro compito è  anche, quando le conseguenze si dovranno sentire, non far comprendere le cause di quanto accaduto.

Considerazioni

Dobbiamo capire l’altro lato dello scenario apocalittico che si sta svolgendo davanti a noi. Crisi e catastrofi sono sempre la nascita di qualcosa di nuovo. Questa è un’opportunità per integrarsi in questo nuovo, gestirlo e formare i propri progetti e scenari. Puoi spendere tutte le tue forze e risorse per combattere l’inevitabile e alla fine affogare, oppure puoi alzare la testa e vedere dove stai andando. E scegli un posto dove puoi sbarcare. La sfumatura è che se qualcuno riesce ad alzare la testa e ancor di più riesce ad uscire dai vortici, Ci saranno sempre persone completamente diverse da quelle che ci hanno trascinato tutti in questo cataclisma.

Questo è lo scenario e, dal mio punto di vista, ogni italiano non dovrebbe avere su quali scelte prendere in queste elezioni.

VPNews

 

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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