Damasco: nessuna riconciliazione tra Turchia e Siria

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In un discorso pronunciato in apertura in occasione della Conferenza del Ministero degli Esteri e degli espatriati tenuta domenica a Damasco, il presidente siriano Assad ha fatto una serie di dichiarazioni politiche sulla situazione attuale della guerra siriana e su eventuali avvicinamenti con i paesi occidentali e la Turchia.

Vediamo sinteticamente, quali sono i principali punti che Assad ha sottolineato:

1. La Siria ha pagato per questa guerra un prezzo enorme, ma questo prezzo è necessario per interrompere i piani dell’Occidente in Siria e nel mondo . La guerra è tutt’altro che finita e la vittoria nella guerra sarà annunciata quando sarà il momento.

2. la Siria ha contribuito a far pendere la bilancia a proprio favore grazie all’aiuto della Russia, dell’Iran e di “Hezbollah”. La Siria è grata a questi.

3. La Siria non si fida della Turchia, e non dimentica il ruolo di ” mendicante politica”, cioè del supporto di Erdogan a favore del terrorismo in territorio siriano. Secondo Assad, Erdogan ha tentato di sottomettere la Siria attraverso i “Fratelli Musulmani”, ma il progetto è fallito.

4. La Siria non negozierà con i tentativi associati a cedere eventuali pezzi del suo territorio.

5. La Siria è pronta a parlare con i paesi occidentali, nel caso in cui essi smettano di sostenere il terrorismo in Siria e smettano di cercare di smembrarla.

6. La Siria continuerà ad impegnarsi secondo i principi di uno stato laico con la libertà di religione, con lo stesso approccio per entrambi cittadini arabi e non arabi.

7. La Siria continuerà a lottare contro l’occupazione israeliana delle alture del Golan, così come continuerà il sostegno incondizionato per la creazione di uno stato palestinese e per l’aiuto  ai palestinesi.

8. la Siria ei suoi alleati continueranno a lavorare insieme per combattere il terrorismo, fino alla vittoria finale.  Durante questi processi si darà la possibilità per i ribelli “moderati” di riconciliarsi e deporre le armi,  ottenere l’amnistia e tornare alla vita normale.

Nel complesso, quella di Assad, è stata una dichiarazione abbastanza chiara che delinea l’attuale posizione ufficiale siriana su questioni chiave, e mostra chiaramente che Assad ora parla partendo da una posizione di forza, rispetto a dicembre 2015, quando era in difficoltà.

Non permetteremo che i nostri nemici e rivali raggiungano con la politica quello che nonnon sono riusciti a raggiungere con il supporto dei terroristi. (…) Tutto ciò che ha a che fare con il futuro della Siria è 100 per cento una questione dei siriani. (Bashar al-Assad)

Assad capisce quale deve l’obiettivo finale e non si stanca di ricordarlo. Si nota che a differenza  della Russia e dell’Iran,  Assad non è affatto diplomatico con la Turchia. Vale la pena ricordare che, oltre alla partecipazione della Turchia a sostegno del terrorismo in Siria, Erdogan ad Assad hanno un profondo conflitto personale, che non è così facile da risolvere nel corso di consultazioni non ufficiali tra le agenzie militari e di intelligence.

Il presidente al-Assad ha inoltre affermato che qualunque soldato turco in territorio siriano continuerà ad essere considerato un aggressore. In proposito riporto qui uno stralcio di un articolo pubblicato su ‘The Duran’:

… alcuni   speculano  che la mossa turca di ritirare il sostegno alle forze anti-governative in Siria è stato progettato per aprire la strada per un’eventuale riconciliazione con il governo siriano. Il governo siriano e per di più molti civili siriani non saranno pronti a perdonare la Turchia per il ruolo distruttivo avuto nel conflitto siriano . Siccome è ormai una certezza che il partito arabo socialista  Ba’ath rimarrà al potere a Damasco, la Turchia probabilmente alla fine dovrà impegnarsi in un disgelo con il governo siriano, semplicemente perché la Siria è un vicino di casa per la Turchia, ma questa strada può essere lunga .

[su_panel shadow=”2px 1px 2px #eeeeee”]SUI FUTURI RAPPORTI DI DAMASCO CON LA TURCHIA …

L’idea che la Siria voglia immediatamente conciliarsi con Ankara è esagerata in considerazione del fatto che la Turchia è considerata un aggressore primario e un alleato del terrorismo.

E ‘anche chiaro che siccome i presidenti Erdogan e al-Assad rischiano di restare al potere nei rispettivi paesi ancora per lungo tempo, potranno decidere successivamente di  parlare gli uni agli altri a un certo livello. Questo probabilmente inizierebbe attraverso  comunicazioni diplomatiche quando saranno ristabilite  tra Damasco e Ankara, ma anche questo è molto lontano.

Mentre l’Iran e la Russia hanno accettato il ruolo della Turchia come alleato geostrategico e geo-politico in  Eurasia; la Siria, che ha sofferto l’ illegale occupazione turca e la brutale guerra non sarà così veloce a perdonare e a dimenticare, se non altro perché la Siria ha molto di più da perdonare e dimenticare di quanto non non abbia da dimenticare e da perdonare da parte dell’Iran o da parte della Russia.

cit. Friends of Syria[/su_panel]

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Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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