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Damasco: nessuna riconciliazione tra Turchia e Siria

by Patrizio Ricci
21 Agosto 2017
in Esteri
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Damasco: nessuna riconciliazione tra Turchia e Siria

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In un discorso pronunciato in apertura in occasione della Conferenza del Ministero degli Esteri e degli espatriati tenuta domenica a Damasco, il presidente siriano Assad ha fatto una serie di dichiarazioni politiche sulla situazione attuale della guerra siriana e su eventuali avvicinamenti con i paesi occidentali e la Turchia.

Vediamo sinteticamente, quali sono i principali punti che Assad ha sottolineato:

1. La Siria ha pagato per questa guerra un prezzo enorme, ma questo prezzo è necessario per interrompere i piani dell’Occidente in Siria e nel mondo . La guerra è tutt’altro che finita e la vittoria nella guerra sarà annunciata quando sarà il momento.

2. la Siria ha contribuito a far pendere la bilancia a proprio favore grazie all’aiuto della Russia, dell’Iran e di “Hezbollah”. La Siria è grata a questi.

3. La Siria non si fida della Turchia, e non dimentica il ruolo di ” mendicante politica”, cioè del supporto di Erdogan a favore del terrorismo in territorio siriano. Secondo Assad, Erdogan ha tentato di sottomettere la Siria attraverso i “Fratelli Musulmani”, ma il progetto è fallito.

4. La Siria non negozierà con i tentativi associati a cedere eventuali pezzi del suo territorio.

5. La Siria è pronta a parlare con i paesi occidentali, nel caso in cui essi smettano di sostenere il terrorismo in Siria e smettano di cercare di smembrarla.

6. La Siria continuerà ad impegnarsi secondo i principi di uno stato laico con la libertà di religione, con lo stesso approccio per entrambi cittadini arabi e non arabi.

7. La Siria continuerà a lottare contro l’occupazione israeliana delle alture del Golan, così come continuerà il sostegno incondizionato per la creazione di uno stato palestinese e per l’aiuto  ai palestinesi.

8. la Siria ei suoi alleati continueranno a lavorare insieme per combattere il terrorismo, fino alla vittoria finale.  Durante questi processi si darà la possibilità per i ribelli “moderati” di riconciliarsi e deporre le armi,  ottenere l’amnistia e tornare alla vita normale.

Nel complesso, quella di Assad, è stata una dichiarazione abbastanza chiara che delinea l’attuale posizione ufficiale siriana su questioni chiave, e mostra chiaramente che Assad ora parla partendo da una posizione di forza, rispetto a dicembre 2015, quando era in difficoltà.

Non permetteremo che i nostri nemici e rivali raggiungano con la politica quello che nonnon sono riusciti a raggiungere con il supporto dei terroristi. (…) Tutto ciò che ha a che fare con il futuro della Siria è 100 per cento una questione dei siriani. (Bashar al-Assad)

Assad capisce quale deve l’obiettivo finale e non si stanca di ricordarlo. Si nota che a differenza  della Russia e dell’Iran,  Assad non è affatto diplomatico con la Turchia. Vale la pena ricordare che, oltre alla partecipazione della Turchia a sostegno del terrorismo in Siria, Erdogan ad Assad hanno un profondo conflitto personale, che non è così facile da risolvere nel corso di consultazioni non ufficiali tra le agenzie militari e di intelligence.

Il presidente al-Assad ha inoltre affermato che qualunque soldato turco in territorio siriano continuerà ad essere considerato un aggressore. In proposito riporto qui uno stralcio di un articolo pubblicato su ‘The Duran’:

… alcuni   speculano  che la mossa turca di ritirare il sostegno alle forze anti-governative in Siria è stato progettato per aprire la strada per un’eventuale riconciliazione con il governo siriano. Il governo siriano e per di più molti civili siriani non saranno pronti a perdonare la Turchia per il ruolo distruttivo avuto nel conflitto siriano . Siccome è ormai una certezza che il partito arabo socialista  Ba’ath rimarrà al potere a Damasco, la Turchia probabilmente alla fine dovrà impegnarsi in un disgelo con il governo siriano, semplicemente perché la Siria è un vicino di casa per la Turchia, ma questa strada può essere lunga .

[su_panel shadow=”2px 1px 2px #eeeeee”]SUI FUTURI RAPPORTI DI DAMASCO CON LA TURCHIA …

L’idea che la Siria voglia immediatamente conciliarsi con Ankara è esagerata in considerazione del fatto che la Turchia è considerata un aggressore primario e un alleato del terrorismo.

E ‘anche chiaro che siccome i presidenti Erdogan e al-Assad rischiano di restare al potere nei rispettivi paesi ancora per lungo tempo, potranno decidere successivamente di  parlare gli uni agli altri a un certo livello. Questo probabilmente inizierebbe attraverso  comunicazioni diplomatiche quando saranno ristabilite  tra Damasco e Ankara, ma anche questo è molto lontano.

Mentre l’Iran e la Russia hanno accettato il ruolo della Turchia come alleato geostrategico e geo-politico in  Eurasia; la Siria, che ha sofferto l’ illegale occupazione turca e la brutale guerra non sarà così veloce a perdonare e a dimenticare, se non altro perché la Siria ha molto di più da perdonare e dimenticare di quanto non non abbia da dimenticare e da perdonare da parte dell’Iran o da parte della Russia.

cit. Friends of Syria[/su_panel]

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Patrizio Ricci

Associato alla Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Cofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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