NATO and Libya – Operation Unified Protector: appoggio ad un colpo di Stato?

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In politica internazionale deve valere sempre ciò che è valido in politica nazionale ed in tutte le costituzioni nazionali europee : rifiuto del ricorso alla guerra d’aggressione per risolvere problemi di natura economica ,  per imporre una egemonia ,  per far prevalere  interessi nazionalistici o di fazioni politiche,  sì invece alla cooperazione tra i popoli ed alla reciproca conoscenza e collaborazione per costruire un mondo  migliore tramite mezzi pacifici . Quella in corso contro la Libia  è invece la guerra delle “elites” che governano l’Europa consapevoli di essere in possesso di un mezzo militare poderosamente potente, e per il solo fatto di possederlo provano ad usarlo.

Tutto è avvenuto e avviene in maniera non chiara ed è stato preceduto da una vasta campagna di disinformazione e  di sviamento della verità.  Si è ripetuto così il ricorso alla forza come per la guerra balcanica e per la guerra in Iraq  per agevolare una “rivoluzione” che non ha nulla a che fare con le primavere arabe, e quando c’è  una prima volta per il facile ricorso alle armi, la seconda avverrà con più facilità. Ed è avvenuto con una velocità sorprendente.  Se così  si farà il mondo andrà verso la terza guerra mondiale o si andrà verso il realizzarsi di quello scenario di governo del mondo che Benson descrisse in “IL PADRONE DEL MONDO”.

Anche se negli ultimi tempi c’è la consuetudine  ormai acclarata  di mascherare tutto con intenti “umanitari”,  la guerra in alla LIBIA è una aperta violazione prima del diritto nazionale e poi di quello internazionale nonchè della stessa risoluzione ONU.

E’ assurdo dotarsi di Enti e Organizzazioni sovranazionali come ONU e UE per poi usarli disinvoltamente per legittimare le nostre avidità e ambizioni di potere ,  si dimentica l’esperienza terribile  delle guerre mondiali, si fa fievole e celebrativa la memoria di cosa è capace di fare l’uomo e del  peccato da cui esse sono nate. Tornano così i “distinguo” ed  essi evocano  un passato che ci siamo dimenticati .

Come potranno le “giuste” procedure ed il rispetto dei protocolli salvaguardarci dal pericolo di noi stessi, di uomini stanchi di se stessi e che cercano la felicità nell’appagamento della loro voglia di accumulare benessere e ricchezza?

La Francia è ormai chiaro che ha appoggiato un colpo di stato per un cambio di gouvernement più favorevole alla sua politica estera e ai suoi interessi  (senza che nessuna voce si levasse contro se non CINA  e RUSSIA)  e certamente meno favorevole alla nostra .

L’assioma usato e propagandato da molti “esperti” che in politica estera si debbano usare altri criteri e non quelli morali  è una contraddizione a sè stessa ed è spregiudicata e criminale, perchè si dimentica una cosa fondamentale : che  se si costruisce sulla verità. E alla verità come alla pace si aderisce o non si costruisce realmente.

Ma anche per soli  motivi di opportunitàe lealtà e rispetto, a motive delle vicende storiche coloniali che videro gli italiani  in LIBIA a cavallo tra il governo Giolitti e il periodo fascista  decimare con una brutale repressione la popolazione libica ,   non doveva partecipare a questa azione militare di immotivata aggressione.

Tutta la comunità europea,  si è accodata senza nessuno giudizio critico per seguire una procedura corretta  perchè avvallata da una risoluzione ONU nonostante la stessa fosse basata su fondamenta false  …questo fatto pone evidenze inquietanti  sulla capacità da parte del potere di creare consenso con vaste campagne di  disinformazione e poi della disinvoltura a ricorrere allo strumento militare da parte di un’Europa in crisi.

Questa mentalità è pericolosa e ambigua. Scatena un nuovo criterio che le nazioni emergenti del ” terzo mondo” potranno adottare e fare lo stesso per imporre magari il loro volere ai confinanti o per espansione economica. Cosa gli racconteremo allora? Che le nostre guerre sono giuste e le loro no? Che le vittime dei nostri bombardamenti sono legittime e le loro no?

Il bilancio dei bombardamenti Nato in Serbia del 1999  fu di 500 civili uccisi  “non intenzionalmente” (Corte dell’Aja) con  38 mila missioni aeree e circa 24 mila bombe, missili, proiettili sparati. Quante le vittime delle incursioni aeree (ben  14.804 incursioni alla data dell’11 luglio) in Libia?

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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