Mons. Hindo: le stragi del Belgio sono avvenute a causa delle scelte sbagliate della UE

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In una intervista a Fides, l’Arcivescovo cattolico siriano Jacques Behnan Hindo ricorda che la versione più estremista dell’Islam non vive e prospera nel mondo arabo ma in Europa ma per anni si è allontanato il problema.

di Patrizio Ricci  (pubblicato su LPL News 24)

Quello che vediamo oggi ha dell’incredibile: mentre i leader politici europei disquisiscono su come integrare la comunità mussulmana belga, circa 600 predicatori sono stati incaricati dall’ Arabia Saudita a diffondere la visione dell’Islam più radicale, quello wahabita: questi uomini sono stati autorizzati dalle autorità belghe a gestire il 95% dei corsi tenuti ad islamici a Bruxelles.

La contraddittorietà di questo atteggiamento è stata evidenziata dall’ Arcivescovo cattolico siriano Jacques Behnan Hindo in una intervista a Fides: ”I leader europei, e tutto l’Occidente mantengono da decenni l’asse preferenziale con l’Arabia Saudita e gli emirati della penisola arabica”. E commentando le stragi in Europa, mons. Hindo, constata amaramente che ”purtroppo la popolazione innocente raccoglie anche quello che circoli e poteri europei hanno seminato in Siria e Iraq negli ultimi anni ”.

20150722112017E’ da notare che il vescovo descrive le rappresentanze istituzionali del vecchio continente, come ‘circoli e poteri europei’. Le loro responsabilità sono evidenti, esse non intervengono alla radice del problema, perché agiscono con poteri del tutto discrezionali, secondo logiche estranee al bene comune: ”Molti governi occidentali – incalza mons Hindo – continuano fino ad ora a non mettere in alcun modo in discussione i rapporti privilegiati che intrattengono proprio con le nazioni e i gruppi di potere finanziario da cui provengono flussi di risorse e ideologie che alimentano la rete del terrore”.

Il responsabile della arcieparchia siro-cattolica di Hassakè-Nisibi ricorda che l’Europa è succube all’ influenza delle petrol-monarchie del Golfo, perché i suoi rappresentanti politici “negli ultimi decenni hanno garantito a questi Paesi la possibilità i finanziare in tutta Europa, e anche in Belgio, la nascita di una rete di moschee dove si predicava il wahhabismo, l’ideologia che avvelena l’islam e fa da base ideologica per tutti i gruppi jihadisti”. Il Vescovo, osserva che i massacri di Parigi e Bruxelles sono stati possibili perché su tutto prevalgono ”le logiche economiche e i contratti miliardari coi padroni del petrolio. Flussi di denaro e risorse che alimentano anche le centrali terroristiche”.

 E’ l’atteggiamento cinico da burocrati burbanzosi, attratti solo dalle aliquote di profitto, si manifesta anche nella ‘soluzione’ adottata per i rifugiati: “L’Europa” osserva mons. Hindo “sulla questione dei rifugiati ha scelto di trasformarsi in ostaggio della Turchia”. E evidenzia come di fatto la UE destinando fiumi di denaro di ‘indennizzo’ alla Turchia cede completamente all’arma del ricatto: “Comprendo le difficoltà europee, ma faccio notare che gli sfollati accolti in Europa nel 2015 non superano lo 0,2 per cento della popolazione, mentre in un piccolo Paese come il Libano la loro quota corrisponde ormai alla metà della popolazione locale”. E sul pianto dell’Alto rappresentante della UE Federica Mogherini (durante la conferenza stampa sui fatti di Bruxelles), dice: “Comprendo le lacrime del commissario europeo per la politica estera. Ma ricordo che da 5 anni vengono ammazzati migliaia di siriani musulmani e cristiani, donne uomini e bambini. E non ci sono lacrime per loro”.

La storia recente conferma questa analisi: la necessità di combattere il terrorismo scatenato dall’11 settembre è stata usata dagli USA e dai ‘circoli e poteri europei’ come un paravento per avere ‘mani libere’. L’occidente non ha colpito in medioriente la fonte del radicalismo islamico ma i regimi scomodi del nord-africa e del medioriente che si sottraevano alla propria sfera di influenza ed a quella dei propri alleati arabi.
Contro questi regimi ‘scomodi’ e poco obbedienti, poco ossequiosi, che si stavano emancipando rispetto al ‘dictat’ della dipendenza occidentale, è stato usato il radicalismo religioso salafita come una clava.

Ora che anche da noi le nostre città cominciano a bruciare, e che molte scuole italiane per la ‘gita del quinto’ non mandano più le scolaresche a Berlino, Parigi o Bruxelles, ci chiederemo se qualcosa abbiamo sbagliato? Se davvero il problema è la dittatura, se il fattore scatenante della violenza è la mancata tutela dei diritti e delle libertà democratiche, perchè gli estremisti si scatenano contro di noi allo stesso modo con cui combattono Assad in Siria?

La verità è sotto gli occhi di tutti, lo ha detto chiaramente in una intervista il grande intellettuale americano Noam Comsky, ”lo Stato islamico è una mostruosità, ma non è niente di più che una società off-shore dell’Arabia Saudita che propaga una versione estremista, wahabita, dell’Islam”. E così focalizzava il problema: “La questione centrale è che gli stati sunniti sono i principali alleati degli Stati uniti. Gli amici degli Usa sono i fondamentalisti più estremisti e vogliono dominare la regione”. Così l’Europa, come sempre, si allinea alla politica americana. Lo fa di buon grado: da tempo lei stessa ha cominciato ad offrire ogni cosa vendibile ai ricchi offerenti delle petrol-monarchie arabe”. E’ un giudizio pubblicato sul Manifesto ma chi non è animato da maccartismo capisce che è un giudizio vero, lo stesso giudizio di tutti i patriarchi orientali delle chiese cristiane che vivono il quotidiano dramma della guerra.

Cosa accadrà? Come si reagirà agli attentati di Bruxelles? La scelta è chiaramente tra l’accettare una deriva inesorabile a casa nostra o tagliare definitivamente con ‘i benefattori’ di Riyad.

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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