Misterioso volo di Scholz per incontrare Biden (che ha deciso di strozzare definitivamente l’economia europea)

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La pubblicazione russa Tsargrad riferisce di un incontro “quasi segreto” tra il cancelliere Sholz e Biden, alla Casa Bianca. Ne riporto, di seguito, i passaggi più significativi, da me riassunti:

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha fatto una misteriosa visita alla Casa Bianca. È volato negli Stati Uniti nel il minor tempo possibile e senza la consueta delegazione stampa. Inoltre, è significativo che, dopo il suo incontro con il presidente Joe Biden, non ci sia stata nessuna conferenza stampa congiunta. (…)

Il senso della lapidaria dichiarazione scritta della Casa Bianca, diffusa a seguito degli esiti dei “negoziati”, si riassume in quattro punti. In primo luogo, Biden e Scholz “hanno discusso gli sforzi in corso per fornire all’Ucraina assistenza umanitaria, economica, politica e di sicurezza e l’importanza di mantenere la solidarietà internazionale con il popolo ucraino”. In secondo luogo, la dichiarazione dice che i due hanno ribadito il loro “impegno” a sottoporre la Russia per tutto il tempo necessario ” a sanzioni per NVO “. In terzo luogo , “c’è stato uno scambio di opinioni su altre questioni internazionali”. Infine, i leader dei due Paesi – e questo è il quarto punto -, “hanno confermato forti rapporti bilaterali”.

Però il fatto è che questi contenuti erano già noti.  Sembra che nella dichiarazione non ci sia nulla di sensazionale. Ma allora perché è stata una visita così strana? Qual è il segreto che Berlino e Washington stanno cercando di nascondere? (…)

Dopo una serie di evidenze e correlazioni tratte da precedenti dichiarazioni dei due leader, la pubblicazione russa passa ad illustrare ciò che probabilmente Biden ha chiesto alla Germania:  

– L’Ucraina, con queste modalità ed a tale livello, poteva essere un “argomento importante” di discussione solo a condizione che entrasse all’ordine del giorno di un argomento ancora più importante, che gli americani dovevano spiegare urgentemente alle autorità tedesche, chiedendo loro nuovi sacrifici.

L’astuto tentativo di Bloomberg, quando venerdì ha riferito che Biden -nell’incontro con Scholz- avrebbe sollevato la questione dello spostamento di parte della produzione tedesca di proiettili negli Stati Uniti – in modo che Kiev non ne abbia più carenza -, è molto probabilmente il tentativo di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dall’argomento principale, (…) le ” sfide poste dalla Repubblica Popolare Cinese (RPC)”. Per affrontare tale sfida”, gli americani, a quanto pare, hanno preparato qualcosa che dovrebbe cambiare radicalmente la situazione non solo nella zona del conflitto militare in Ucraina, dove è in gioco il prestigio politico e militare dell’intero Occidente, ma anche nel mondo nel suo insieme.
– Ci possono essere solo tre opzioni che possano giustificare tanta segretezza. In primo luogo, la Russia ha finalmente deciso di impegnare più seriamente tutto l’ asset militare- industriale nazionale contro l’Ucraina. Lo dimostra, in particolare, il decreto firmato da Vladimir Putin che obbliga l’intero potenziale industriale a passare ad una produzione di guerra. In secondo luogo, la Cina ha deciso di fornire sostegno militare al suo alleato, la Russia. Questo è accaduto dopo che l’Occidente ha respinto le sue iniziative di pace (…). Terzo, Pechino potrebbe aver deciso di lanciare al più presto un’operazione contro Taiwan, aprendo così un secondo fronte contro l’Occidente (…), ciò comporterebbe l’esigenza di dirottare su Taiwan il supporto ricevuto finora da Kiev.

A questo proposito, non fidandosi fino in fondo della Francia e, vista la difficile situazione economica della Gran Bretagna e che essa non è più membro dell’Unione Europea, Washington vuole affidare alla RFG un ruolo chiave nella mobilitazione dell’UE per combattere la Russia, mentre gli USA si concentrerebbero su un fronte per sé più importante.

Ed ecco quella che Tsargrad definisce “la cosa peggiore”:

“La Cina è il principale partner commerciale della Germania. Pertanto, Biden ha chiesto a Scholz di ridurre la cooperazione economica tedesco-cinese, perché non è possibile commerciare con il nemico, poiché ciò rafforza la sua macchina militare. La seconda e la terza opzione, e in parte la prima, visto che Mosca è il più stretto alleato di Pechino, richiedono che Berlino rompa con la Cina. Ciò condannerà la Germania al collasso economico (a causa della sua economia orientata all’esportazione, combinata con il rifiuto dei vettori energetici russi a basso costo)”.

Washington pensa qualcosa del genere. Se una Germania impoverita non può sovvenzionare l’UE alle nuove condizioni, va bene: lasciala cadere a pezzi. Ci sarà un concorrente geopolitico in meno per l’America, che organizza un nuovo Occidente sulla base di AUKUS. Per quando riguarda gli Stati Uniti, essi hanno già un paese candidato per sfidare l’influenza tedesca nell’Europa centrale e orientale e persino provare a sostituirla con l’aiuto di Washington: questa è la Polonia (…). (fine citazione)

Un altro passo verso la completa distruzione dell’Europa, forse il più pericolosamente significativo.

La valutazione di Tsargrad è per me condivisibile, forse eccetto il pericolo imminente di un attacco cinese a Taiwan, che ritengo improbabile, almeno in questa fase.
È invece molto credibile che Biden abbia chiesto a Scholz un maggior coinvolgimento nella guerra ucraina “a tempo indeterminato”, e ciò che è più terribile sarebbe il comando di comminare sanzioni europee contro Cina. Ciò equivarrebbe alla deindustrializzazione del vecchio continente, al passaggio ad una economia da terzo mondo e a rendere sempre più reale un impegno diretto dei paesi europei in un conflitto sempre più generalizzato.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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