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Mi piace o non mi piace…

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imagesdi Olavo de Carvalho  fonte: http://controimbecillitacollettiva.wordpress.com/

Quando la menzogna ufficiale diventa sistematica, le persone non sono soltanto obbligate a ripeterla, ma a ragionare di accordo con essa. Il risultato è la distruzione dei processi normali di funzionamento della intelligenza umana. Da qui al completo governo della bestialità, il passo è assai breve.

Il segnale più ovvio dell’elementarietà mentale brasiliana [solo brasiliana?! NdT] è la confusione delle categorie, dalla quale risulta che tutti i giudizi finiscono per restare fuori centro, quando non sono addirittura completamente sbagliati o non hanno alcun senso. Per esempio, la credenza puerile − un automatismo mentale quasi infallibile oggigiorno − che davanti a una qualsiasi affermazione, letta o ascoltata, sempre si possa e soprattutto si debba “essere d’accordo” o “non essere d’accordo”. [vedi quei pulsantini “mi piace” “non mi piace” collocati ovunque, NdT]

Persone che abbiano una qualche educazione superiore…sanno che, in generale, essere d’accordo o no non ha la benché minima importanza. Comprendere, analizzare, approfondire, comparare, attenuare, ampliare, contestualizzare − queste sono le reazioni di base del lettore colto. L’idiota, al contrario, immagina che tutto quello che si scrive nel mondo esiste soltanto perché egli lo giudichi, applauda o condanni − attività alle quali egli si consegna con una prontezza e una voluttà incomparabili.

L’improprietà del vocabolario è sempre segnale di confusione mentale. Fino a oggi non ho mai incontrato in questo paese un solo “opinionista professionale” che capisse, per lo meno, che su un giudizio di fatto non si deve essere d’accordo o non esserlo.

Concordare o non concordare sono cose che esistono soltanto in materia di opinioni, di valorizzazioni, di proposte. Se una affermazione fattuale è falsa, chi non è d’accordo con essa sono i fatti, non il lettore. È perfettamente possibile essere d’accordo con un insieme di affermazioni − o non esserlo − senza intendere una sola parola di quello che lì viene detto.

Essere d’accordo o no sono sentimenti. Il sentimento non dice mai qualcosa sull’oggetto percepito, dice soltanto qualcosa sullo stato del soggetto che percepisce. Il sentimento è un termometro del proprio stato interiore, non un righello per misurare la realtà. Siccome in Brasile [solo in Brasile?!NdT] tutti scrivono soltanto per essere d’accordo o non esserlo, ossia per esprimere sentimenti, la inevitabile conclusione è che ciascuno finisce per parlare solo di se stesso e non di una qualche cosa.

E’ spaventoso constatare che proprio le persone che più si vantano di avere un “pensiero critico” conoscono e rispettano un unico argomento: quello di autorità. Quello che hanno ascoltato durante gli anni della scuola è “magister dixit una volta per sempre”.

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