Manovra di rigore, ma efficace ed equa?

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La manovra correttiva contenuta nel decreto D.L. 78/2010 è stata necessaria sia per una improvvisa crisi dei mercati sia per una ridotta crescita aggravata da un crescente e altissimo debito pubblico . Tutto questo tutti lo sanno.

E’ evidente che quanto più il prodotto interno lordo diminuisce tanto più il debito pubblico obbliga ad indebitarsi con emissione di titoli di stato . Ma se aggiungersi a questo fattore avviene il deprezzamento di questi in Borsa può causare un maggiore indebitamento.

E i titoli di stato vengono scambiati in “borsa valori “. Con i titoli di stato lo stato chiede al cittadino un prestito e ne garantisce la restituzione a scadenza maggiorato di interessi.

In borsa, come in tutti i mercati , la legge della domanda e dell’offerta. Maggior è l’offerta di un prodotto, minore diventa il suo valore. Ma come è possibile per uno speculatore finanziario far fallire uno stato, ad esempio l’Italia? Vendendone in massa i titoli.

Questo non avviene semplicemente per un apprezzamento o il non apprezzamento dei “fondamentali” dello stato di emissione, cioè dalla effettiva capacità di solvibilità e dalla solidità della sua economia ma cio dipende anche dall’ “umore” del mercato e dall”effetto leva” provocato da particolari strumenti finanziari.

Infatti, tra le operazioni eseguibili in borsa, c’è un particolare tipo di operazione che si chiama “vendita allo scoperto”. In cosa consiste? E’ la possibilità di vendere un titolo anche se non si possiede (naked short selling) o comunque preso in preso in prestito da banche o intermediari dietro il pagamento di una commissione. Si vende un titolo il cui prezzo scende, per poi riacquistarlo a un prezzo inferiore a quello di vendita, con conseguente guadagno.

Ma come è possibile? E’ possibile perché per prima cosa non occorre dimostrare di possederlo. E’ possibile effettuare delle vendite allo scoperto riacquistando il titolo ceduto e contando sul fatto che il conteggio sul possesso effettivo di uno strumento finanziario tra acquisti e vendite verrà fatto solo alla fine delle contrattazioni.

Questi movimenti amplificano le perdite ed in alcuni casi possono mandare intere economie nazionali già in crisi alla completa rovina, cioè in “default”, e a volte lo si fa scientemente. Nel caso dei titoli di stato: e’ pura speculazione virtuale fatta con soldi reali. Cioè soldi di lavoro reale contro “gioco di borsa”. Soldi di lavoro reale contro scommesse.

Ma questa situazione quindi, ha solo in apparenza un suo senso “democratico”e liberale, sia per l’oggetto della speculazione , i titoli di stato (buoni di debito contratti non con aziende ma con i risparmiatori) e sia perché , come già detto per legge non è necessario possedere i titoli che metti in vendita, quindi lo speculatore continua a vendere fino a fare crollare il valore del titolo.

La settimana scorsa, l’innescarsi di questi meccanismi ha causato al nostro paese la perdita in un solo giorno di 20 miliardi di euro ( le suddette compravendite speculative hanno lucrato e amplificato le tendenze ribassiste), non “volatilizzate” ma passate in tasca a qualcuno.

In questi frangenti, la BCE messa in allarme, visto che metà dei titoli di stato italiano sono detenuti da stranieri, ha provveduto ad effettuarne un massiccio acquisto , sottraendoli alla speculazione e nello stesso tempo per 15 giorni dalla Consob (organo di vigilanza della borsa italiana) ne è vietata la vendita allo scoperto .La sospensione delle vendite allo scoperto ha subito avuto i suoi effetti positivi.

Ora , alla luce di tutto questo, sembrerà strano, ma quello che fa lo speculatore è assolutamente “legale”, la procedura “vendita allo scoperto” è consentita. Ma anche se è “legale” è giusto fare i soldi in questo modo mentre a milioni di cittadini si chiede “lacrime e sangue” per ripianare una situazione scatenatasi in questo modo, come per puro gioco? Il sentire comune suggerisce ovviamente di no.

A questo punto il governo italiano è stato costretto ad effettuare la manovra correttiva, ma se da tempo sapevamo di navigare in brutte acque perché solo adesso sembrano accorgersene? Solo fino a pochi giorni prima si era detto che la situazione italiana non fosse così drammatica. Infatti, sono tutti partiti per le vacanze per poi ritornare di tutta fretta…come per un improvviso terremoto. C’è voluto l’intervento del Presidente della Repubblica perché si attuassero delle misure di protezione…

In tutti i modi, sul contenuto di questa manovra anche a chi ha digiuno di nozioni di economia, spiccano in evidenza alcune considerazioni:

1) la manovra è stata necessaria per arrestare una tendenza che progressivamente ci avrebbe portato a finire come la Grecia, la cui spesa pubblica è troppo alta per il PIL e la cui economia è stata presa di mira dalla speculazione finanziaria.
2) la manovra per i provvedimenti contenuti in essa sembra sopratutto conseguirà sopratutto l’obiettivo di “fare cassa” in quanto si è indirizzata sopratutto su provvedimenti che facciano da subito entrare liquidità nelle casse dello stato .

Per questo essa ha suscitato aspre critiche da parte dell’opposizione e dei sindacati, ma anche da parte esponenti la stessa maggioranza, ciò di cui ci si lamenta è di trascurato di effettuare vere e proprie riforme nell’organizzazione dello stato, il non aver effettuato tagli alle singole voci di spesa inutili , il non aver emanato provvedimenti atti a sostenere e incentivare l’occupazione, la crescita e lo sviluppo, quindi a fronte delle tasse non aver effettuato investimenti, indispensabili per aumentare il PIL , per rilanciare l’economia, per sostenere le famiglia e far ripartire le aziende.

Come da lungo tempo detto anche dal governatore Mario Draghi occorrono interventi strutturali, e nella manovra ce ne ben sono pochi. Lasciano l’apparato dello stato pressoché intatto pur tagliando la spesa (in maniera indiscriminata), per cui il giudizio di molti autorevoli analisti ed esperti finanziari è stata definita come non equa e che non stimola per nulla la crescita anzi “recessiva”.

Altro punto è ovviamente che non si siano decise regole per vietare o limitare le operazioni di borsa fortemente speculative (per ora, è prevista dalla BCE dal 2012 solo comunicazione in che in caso di naked short con più dello 0,2% del capitale per operazione. Il che vuol dire che un grosso fondo speculativo può aprire dieci posizioni con lo 0,19% del capitale senza incorrere nell’obbligo di comunicarlo e speculare come prima).

Nella manovra correttiva cosa sarebbe stata la cosa più logica dopo un “tonfo” dovuto a un fenomeno speculativo? Un provvedimento contro la speculazione, no? Sarebbe necessario che si proibisse la “vendita allo scoperto” dei propri titoli di debito pubblico , esigere almeno la dimostrazione di possederli oppure tassare fortemente queste operazioni , scoraggiandole.
Invece non esiste nessun provvedimento contro la speculazione, cosa pensare? Evidentemente ci sono legami e interdipendenze che sfuggono al comune cittadino, non si vuole o non si può dispiacere ai grossi gruppi finanziari?

Ma non vogliamo fare sterile polemica, se ne fa già abbondantemente, sprecando tempo prezioso.

Si auspica comunque che la manovra nell’iter parlamentare possa essere strutturalmente rivista e migliorata .

VietatoParlare.it

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Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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