Mai era successo che per qualsiasi emergenza il paese venisse ‘chiuso’, neanche in guerra

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L’attuale emergenza sanitaria procede su due binari, uno è quello sanitario e l’altro quello politico.

Sanitario: il governo italiano nulla  ha fatto per ristrutturare il sistema sanitario reso asfittico da anni di tagli su strutture sanitarie e personale medico ed infermieristico.

Politico:  percorre una strada precisa, quella descritta efficacemente da Monti durante l’intervento al convegno della Luiss Guido Carli “Finanza: Comportamenti, Regole, Istituzioni”, 22 febbraio 2011:

[su_quote]«Non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di crisi, di gravi crisi per fare passi avanti. I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti della sovranità nazionale ad un livello comunitario. È chiaro che il potere politico ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale possono esser pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle, perché c’è una crisi in atto visibile e conclamata (…).[/su_quote]

Ovviamente quello che non ha detto Monti è che il progetto europeo non è tra ‘inter pares’ ma costruito sulla subordinazione dell’Italia agli interessi di altri paesi europei che si sono posti nei nostri confronti sempre come ‘competitor’.

Quindi viene evidenziato con chiarezza che  il problema centrale è che la politica è  permeata dai grandi interessi europei, privati e internazionali.

Questi interessi sono così grandi ed integrati con i governi che sono prioritari rispetto alla Costituzione ed al popolo italiano .

Ovviamente le incongruenze di tale comportamento emergono in continuazione, ne dico alcune:

  1. Nel periodo marzo-aprile, nel massimo picco della pandemia, ci dicevano “siamo in guerra”. Ma mai è accaduto che in guerra, il paese si fosse fermato: se si è in guerra si combatte, mentre qui ci chiedono di aspettare che l’emergenza sanitaria passi, a casa.
  2. E’ per questo che assistiamo a decisioni indecifrabili, come quella dell’Aifa di non commercializzare i primi farmaci utili per la cura del virus  Sars Cov 2,  alla sistematica censura di letture politiche diverse da quelle ufficiali, alla chiusura più completa di scienziati e medici che dissentono sulla gestione della pandemia e delle cure ed avanti su questa linea,  fino  alla diffusione di protocolli sanitari molto opinabili ( in proposito ritengo semplicemente efficace l’ articolo di Blondet “Solo Tachipirina”).
  3. Inoltre, è  singolare che la medicina territoriale non sia stata rafforzata mentre abbiamo visto medici di famiglia virtuosi che hanno curato a casa contagiati che hanno manifestato i sintomi del covid-19.
  4. Abbiamo assistito invece alla distribuzione di soldi a palate per cose inutili che disperdono le poche risorse disponibili, come bonus per acquisto monopattini, bonus vacanze, bonus per il PC e l’acquisto di banchi scolastici inservibili. Si tratta di miliardi di euro buttati dalla finestra.
  5. Non si coglie poi il senso di chiudere gli italiani in casa e di tener aperte le frontiere alla migrazione dall’Africa quando si tratta di scegliere delle due l’una.

Capitolo secondo: dopo lo sperpero, la beffa, “avanti fino ad una nuova austerity” per rientrare ‘dal debito’…

Di Maio che sul suo profilo facebook ha  informato che lui ed i suoi si ‘taglieranno lo stipendio’.

Premessa: i giornali conniventi con il governo che sostengono – sempre e comunque –  il punto di vista governativo  (e mai quello degli italiani) , hanno iniziato da mesi un fuoco di fila, avvisandoci che le pensioni sono a rischio di essere ‘limate’.

Prima lo hanno detto per quelli che andranno in pensione, poi si sono premurati di ‘mettere all’erta’ quelli già in pensione. Questi da 8 anni subiscono gli effetti della mancata rivalutazione peraltro facendsi carico . Il fine ovviamente era quello di aprire la classica ‘finestra di Overton’ per facilitare proprio ciò che rappresentavano come una minaccia incombente.

Fino ad oggi, quando Di Maio ha lanciato il suo messaggio di auto – riduzione degli stipendi dei politici per giustificare preventivamente nuovi stagioni di tagli , che includeranno anche pensioni e gli stipendi degli statali.

Ciò che viene proposto è ‘un tempo oscuro ove il debito aumenta’ e quindi ‘bisogna risparmiare sulle spese sociali e sui salari’.

Nello stesso tempo mai come oggi è in circolazione una  mole di liquidità che supera 50 volte il PIL mondiale. Solo che questa liquidità è distolta dai settori produttivi ed in mano a vari settori finanziari, molti dei quali hanno moltiplicato i propri guadagni durante la pandemia.

Ragionevolmente, proprio a questi settori (che sono in mano a 15 soggetti in tutto il mondo) ed alla finanza – piuttosto che ai cittadini – si dovrebbe chiedere un ‘contributo di solidarietà’.

Ma questo non avverrà mai.

Come sempre la politica si rivolge ai cittadini, a chi prende (se gli va bene) 1000 euro al mese.

Basta con gli infingimenti.

E’ per impedire che una gigantesca bolla scoppi e collassi il settore finanziario che i governi ci chiedono di drenare i soldi delle famiglie  e distruggere interi settori produttivi del paese, affinché poi i soggetti proprietari dei grandi asset finanziari ricomprino tutto in ‘svendita’.

Questi soggetti  che hanno guadagnato in borsa con la speculazione durante il covid,  per la maggior parte sono dislocati nei paesi che si definiscono ‘virtuosi’.

Ovviamente c’è da chiarire che i paesi europei che si definiscono ‘virtuosi’ in realtà  sono nostri ‘competitor’ non nostri alleati, ma la politica italiana si ostina ad aspettare ‘istruzioni’ proprio da loro.

Questo il quadro. Non credo che ci sia un granché da capire.

patrizioricci by @vietatoparlare

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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