Macron: gli europei devono svegliarsi e pensare ai propri interessi

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In questi giorni non si fa che parlare del presidente Macron il quale ha detto semplicemente cose abbastanza ovvie.

Dopo il viaggio in Cina -in un’intervista a Politico- Macron ha fatto presente che l’Europa che l’Europa dovrebbe avere una autonomia strategica e non seguire pedissequamente tutti i desideri degli Stati Uniti.

Essere un alleato non significa essere un vassallo… e non significa che non abbiamo più il diritto di pensare con la nostra testa. La Francia sostiene lo status quo a Taiwan, l’unica politica cinese e la ricerca di una soluzione pacifica alla situazione», ha detto il premier francese..

Macron ha anche dichiarato – riferendosi all’Ucraina ed a Taiwan – che il “rischio maggiore” per l’Europa è quello di ritrovarsi “coinvolta in crisi che non le appartengono, ostacolando così la costruzione di una sua propria autonomia strategica”.

“Se ci lasciamo cogliere dal panico, finiremo col credere paradossalmente di essere semplici seguaci dell’America”, ha affermato il capo dell’Eliseo. “Gli europei devono trovare risposta a questa domanda: è nel nostro interesse precipitare la crisi di Taiwan? No. La cosa peggiore sarebbe proprio quella di pensare che noi, europei, dobbiamo accettare le consegne altrui su questo argomento e seguire le indicazioni fornite dall’America, provocando una reazione spropositata da parte della Cina”, ha sostenuto il presidente francese.

Reazioni

La dichiarazione del presidente francese Emmanuel Macron sulla volontà di indipendenza europea dagli Stati Uniti ha scatenato la collera di Washington e le critiche europee.
Ecco alcune reazioni:

Stati Uniti – Il senatore degli Stati Uniti, Marco Rubio, si è espresso sul desiderio del presidente francese Macron di “smettere di essere i seguaci dell’America”, ponendosi alcune domande. In primo luogo, Rubio chiede se Macron parla per tutta l’Europa e se ora è a capo dell’Europa, diventando il leader più potente. Rubio sostiene che se così fosse, sarebbe necessario un cambiamento, poiché l’Europa, inclusa la Francia, dipende ancora fortemente dagli Stati Uniti per la propria difesa da 70 anni. Inoltre, Rubio afferma che, quando Macron ha cercato di interpretare il ruolo di superpotenza globale e inviare truppe in Nord Africa per combattere i terroristi, non è riuscito nemmeno a far arrivare lì le sue truppe senza l’aiuto degli Stati Uniti.

Taiwan – “Stiamo ancora cercando di scoprire attraverso il governo francese cosa dice e cosa significa”, ha detto il ministro degli Esteri taiwanese Joseph Wu in un’intervista alla CNN.

Gran Bretagna – Anche l’ex presidente britannico Truss ha “attaccato” Macron per la ‘debolezza’ mostrata durante la sua visita in Cina.  “Vediamo come la Cina stia agitando le sciabole e minacciando una Taiwan libera e democratica. Troppi in Occidente hanno giocato con i regimi cinese e russo”, ha detto Truss la quale, a causa delle sue idee deliranti, non è durata in carica più di due mesi .

Cina – Tuttavia, la reazione furibonda degli Stati Uniti è stata commentata dalla stampa cinese: “La gente normale non dovrebbe prendere come una novità l’enfasi del leader francese sulla protezione degli interessi europei. Ma tanti negli Stati Uniti e in Occidente si comportano come se gli avesse calpestato la coda ed esprimono insoddisfazione e persino indignazione”, ha scritto il Global Times.

La Francia al momento opportuno si riallineerà con gli USA

Sebbene Macron abbia fatto alcune dichiarazioni, le stesse sono state poi successivamente ‘addolcite’, quindi la Francia non si allineerà con la Cina. Ciò significa che durante un eventuale escalation del conflitto tra Stati Uniti e Cina, le speranze europee di avere relazioni pragmatiche con la Cina saranno distrutte e la Francia potrebbe essere costretta ad abbandonare progetti redditizi con Pechino, come già accaduto con la Germania e la Russia.

La Francia, come la Germania, non ha la capacità di essere completamente autonoma sulla scena politico-militare, poiché è un satellite degli Stati Uniti. Non ci sarà quindi un cambio di rotta sotto la guida di Macron. Nulla di simile ad Assad che, con grande dignità nel 2018 dichiarò che la Francia è uno schiavo degli Stati Uniti e restituì l’Ordine della Legion d’Onore che gli era stato conferito.

Il maggior anchorman della Tv russa Solovev  ha commentato: lo slogan “L’Europa deve diventare più indipendente dagli Stati Uniti” merita attenzione. È passato molto tempo da quando Macron è diventato così audace da sfidare Washington? Adesso non sono gli anni ’60 del secolo scorso. Fu allora che gli stati dell’Europa occidentale stavano in qualche modo vacillando e cercando di assicurarsi un certo grado di autonomia dagli Stati Uniti. E la Francia sotto il generale de Gaulle, e in generale, si è concessa iniziative impensabili.

Charles de Gaulle non fece entrare la Gran Bretagna “non europea” nell’UE, poiché la considerava giustamente una direttrice della politica americana. Sotto di lui fu annunciato il ritiro della Francia dall’organizzazione militare integrata della NATO. Successivamente, de Gaulle fece anche una visita in Unione Sovietica sotto il segno di una transizione verso una distensione nelle relazioni.

Tali posizioni sicuramente non rientravano nel formato della famigerata solidarietà atlantica e violavano in modo significativo la disciplina interna nei ranghi ordinati dei vassalli del Washington Regional Committee. È possibile immaginare che un politico come Macron sia capace di mosse così spettacolari? Dubito fortemente. Parigi cercherà solo di scuotere la barca nel tentativo di violare la “disciplina di partito”, quindi riarrotolerà tale rivoluzione cromatica.

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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