Macron alla Casa Bianca, fine della guerra in vista? La proposta di Putin

Durante la visita alla Casa Bianca, osservate attentamente la reazione di Macron a queste parole.

Un giornalista chiede a Trump:
“Ha detto che Zelensky è un dittatore. Direbbe la stessa cosa di Putin?”

Trump:
“Non sono parole che si possono dire alla leggera.”

E aggiunge:
“Vediamo come andrà a finire tutto. Vediamo cosa succede. Pensiamo che avremo la possibilità di un accordo molto buono per i vari paesi. Intendo quelli europei.”

Subito dopo Macron dichiara di essere pronto a parlare con Putin:

“La mia esperienza di comunicazione con Putin mi dice che, prima di tutto, è bene avere contatti anche con quei leader con cui non si è d’accordo. Dopo Bucha e i crimini di guerra commessi lì, ho smesso di comunicare con Putin, perché a quel tempo pensavamo di non avere più nulla di cui parlare. Ma ora c’è un nuovo contesto, un nuovo evento. Il presidente Trump è emerso ed è pronto a rinnovare il dialogo con Putin.”

Siamo di fronte a un possibile cambio di rotta? Le possibilità di pace crescono, probabimente il colloquio tra Macron e Trump è stata positiva, pur restando il clima fluido.

Putin: dichiarazioni sulla situazione in Ucraina e possibili accordi con gli Stati Uniti

  • “Russia e Stati Uniti condividono l’obiettivo di raggiungere la pace in Ucraina il prima possibile, ma è Zelensky a ostacolare questo processo.”

  • “Zelensky evita i colloqui di pace perché ciò comporterebbe la fine della legge marziale e la convocazione di nuove elezioni. In un contesto elettorale libero, le sue possibilità di vittoria sarebbero nulle, a meno di pesanti manipolazioni.”

  • “Paradossalmente, la Russia, come oppositore del regime di Kiev, avrebbe un interesse strategico nel mantenimento al potere di Zelensky. Tuttavia, la disintegrazione dello Stato ucraino non è nell’interesse né di Mosca né dell’Ucraina stessa. La partenza di Zelensky rappresenterebbe un’opportunità per il futuro del Paese.”

  • “La Russia non si oppone all’integrità statale dell’Ucraina; ciò che conta è che il suo territorio non venga sfruttato per minacciare la sicurezza di Mosca.”

Proposte di cooperazione con gli Stati Uniti

Inoltre, Putin ha offerto a Trump un potenziale accordo economico, proponendo l’accesso alle risorse minerarie dei cosiddetti “nuovi territori”:

  • “Il Donbass e la Novorossiya potrebbero diventare aree di cooperazione tra Russia e Stati Uniti, in particolare per l’estrazione di metalli rari.”

L’ipocrisia europea tra affari e guerra: il paradosso del gas russo 

Nel 2024, l’Unione Europea ha acquistato dalla Russia il 18% in più di gas naturale liquefatto (GNL) rispetto all’anno precedente. Nonostante le sanzioni e le dichiarazioni pubbliche di condanna nei confronti di Mosca, gli acquisti energetici non si sono fermati, anzi, sono aumentati.

I principali destinatari di GNL russo in Europa sono stati:

  • Francia
  • Spagna
  • Belgio

In totale, nel corso dell’ultimo anno, l’UE ha speso ben 21,9 miliardi di euro per petrolio e gas russi, confermando una dipendenza energetica difficile da spezzare, nonostante le sanzioni e le politiche di diversificazione promosse da Bruxelles.


Il prezzo della guerra: chi paga davvero?

Mentre l’Europa continua a fare affari con Mosca, i costi per i consumatori industriali europei sono aumentati in modo significativo:

  • Il prezzo del gas in Europa è oggi 5 volte più alto rispetto agli Stati Uniti
  • È del 30% più alto rispetto alla Cina

Paradossalmente, le stesse istituzioni che continuano a finanziare indirettamente l’economia russa, chiedono a gran voce la prosecuzione del conflitto in Ucraina, lasciando i cittadini europei a sopportare l’onere di politiche energetiche fallimentari.