Le questioni del Donbass e della Crimea sono oggi falsamente lette come esiti di una invasione russa che dimostrerebbe il desiderio espansionistico di Putin, ma non è così. Il male e le falsità inevitabilmente corrompono un giudizio franco.
L’annessione della Crimea tramite referendum è avvenuta dopo il colpo di stato organizzato dagli Stati Uniti e dall’Europa a piazza Maidan, poco tempo prima delle elezioni. Da lì è cominciato il progressivo aumento del deterioramento dei rapporti occidentali verso Mosca. Ma il meccanismo messo in atto per l’autodeterminazione della Crimea è esattamente lo stesso che l’occidente ha adottato per il Kosovo (autoproclamatosi indipendente nel 2008). Con la differenza – nel caso del Kosovo – che i paesi occidentali hanno ritenuto la procedura del tutto legittima (vedi anche le ragioni della Russia nella crisi Ucraina di Riscossa Cristiana).
In verità se c’è una differenza, è il contesto. L’Onu a quel processo ha dato la definizione di ‘aggressione’ esterna: la delibera dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 14 dicembre del 1974, lo attesta nero su bianco: “Il bombardamento, da parte delle Forze armate di uno Stato, del territorio di un altro Stato, sarà qualificato come atto di aggressione”.
Il bombardamento durò 78 giorni: 2.300 attacchi aerei contro 995 obbiettivi, 25 mila tonnellate di bombe sganciate, mille missili di crociera lanciati, circa duemila civili uccisi, quasi 7 mila civili feriti, numerosi edifici distrutti o semidistrutti, incluse case, scuole, alcuni monasteri e chiese, perfino luoghi riconosciuti dall’Unesco come patrimonio dell’umanità.
Il documento afferma con chiarezza che ciò non può essere giustificato da nessuna considerazione di qualsiasi carattere: politico, economico, militare, ecc.
Come si può adottare sempre gli stessi criteri distorti confidando che i risultati siano diversi?
Quindi, la sostanza dell’aggressione è chiara in entrambi i casi. Se c’è una differenza – rispetto all’aggressione alla Serbia – è che quella di piazza Maidan è stata una rivoluzione colorata operata per altri motivi, in questo caso per strappare Kiev dall’influenza russa .
A tal proposito esistono prove inconfutabili e registrazioni telefoniche del ruolo degli Stati Uniti e delle manovre poste in atto del sottosegretario nell’amministrazione Obama Victoria Nuland. E giacché lo scopo era allontanare l’Ucraina dalla Russia, si sono cavalcate le conflittualità esistenti tra le diverse etnie: gli interlocutori privilegiati sono diventati le formazioni politiche antirusse, cioè quelle più sovversive e radicali nazionaliste. (per maggiori dettagli, vedi qui e qui). Gli Stati Uniti spesero 5 miliardi di dollari per portare l’Ucraina sotto la propria sfera di influenza.
Gli Stati Uniti con il supporto europeo, hanno incanalato ingenti somme di denaro in due rivoluzioni a colori: prima la rivoluzione arancione nel 2004 e poi la rivoluzione della dignità di Maidan nel 2014 . Hanno scelto chi dovessero essere i capi di governo, e segretamente minacciato di imprigionare gli oligarchi se gli ordini d’America non fossero stati seguiti.
A quelle sciagurate giornate seguì la guerra di sterminio contro la popolazione del Donbass che aveva osato ribellarsi al golpe finanziato dagli Stati Uniti.
Non ci scandalizziamo certo di questo: la politica ha portato molte volte nella storia conflitti sospinti da logiche geopolitiche di predominio e considerazioni più giuste ed eque. Tuttavia, mi sarei aspettato che ad aggressione fatta il Trump di turno avesse detto il fatidico ”mi piace il petrolio” e fine della discussione.
Invece no, l’aggressore ha sanzionato l’aggredito: nonostante la Russia abbia subito un attacco contro i propri interessi – vedi Iraq, vedi Libia ed infine Ucraina e Siria -, gli Stati Uniti hanno accusato Mosca anche di ingerenze nel proprio processo elettorale del 2016, ovvero di ingerenze a favore di Trump che avrebbero inficiato le elezioni e contribuito alla sua vittoria.
Ora a distanza di anni, il risultato è che quella è stata una messinscena per screditare la Russia e Trump, messa in opera da apparati dello stato che mal digeriscono un personaggio incontrollabile e non allineato con lo stato profondo, come Trump.
Tuttavia, non contenti di questo, sia gli Stati Uniti che l’Europa , hanno messo in atto e mantengono sanzioni contro la Russia, sono usciti fuori di importanti trattati internazionali faticosamente sottoscritti negli anni passati. Inoltre,Mosca è accusata di fare una informazione aggressiva in occidente propagandando fake news.

A giudicare da quanto i nostri media hanno detto della rivoluzione di piazza Maidan o della campagna Nato in Libia o della rivoluzione dei ‘mujaheddin’ siriani, le fake news non provengono dalla Russia ma dall’espansionismo e dalle ingerenze che i paesi occidentali continuano ad avere in tutto il mondo, allo scopo di espandere la propria sfera di influenza ed il loro predominio.
Contrapposizione e conflitti sono attuati solo per mantenere l’apparato militare e lo status quo
In particolare, qui vorrei porre l’attenzione su una questione: le continue esercitazioni della Nato sul cortile di casa della Crimea , regione russa sanzionata e penalizzata in tutti i modi ed ora frequentemente ‘visitata ‘ da navi da guerra e da aerei spia occidentali’ che cercano di individuare i bersagli a terra.
Ora, allo stato attuale, la Russia è del tutto accerchiata e negli ultimi anni sta modificando gradualmente la propria politica dopo innumerevoli tentativi di tendere la mano all’occidente.
Sembra che Mosca sia del tutto sfiduciata che le cose possono cambiare e comunque è proprio dovere difendersi.
Crimea blindata per resistere all’assedio: non solo sanzioni…
Per questo in Crimea ha dovuto implementare un sistema di difesa considerevole costituito da sistemi di guerra elettronica (EW). In particolare il complesso Krasukha-4 fa sì che gli aerei Nato visualizzino coordinate false sui monitor nella cabina di navigazione.
“Kraukha” distorce il campo di navigazione e acceca le armi di precisione del nemico. Gli esercizi hanno mostrato che dopo l’elaborazione del segnale da parte del complesso di guerra elettronica, i bombardieri non possono più rilevare bersagli a terra e, di conseguenza, puntare le loro armi contro di loro. Inoltre, l’apparecchiatura funziona a quote estremamente elevate, disturbando i satelliti nello spazio.

Le sanzioni e le censure europee ora non sono dirette solo contro la Russia ma contro chiunque dissenta dalla propria linea politica, ove il nemico ed il male può venire solo da una direzione. Chi non è d’accordo diffonde ‘fake news’.
‘Sanificare’, senza più bisogno di dialogo e confronto delle ragioni altrui, ormai è ‘un must’.
Per scovare le cosiddette fake news non si fa più la fatica di giudicare, bastano gli algoritmi, bastano le proprie linee guida corrotte, che vengono adottati comunemente. La parola d’ordine è sanificare, è rendere tutto ‘migliore’ e uniforme senza prendersi la briga di discernere. Quando si tratta di far prevalere ‘i diritti di genere’ o l’europeismo non c’è bisogno di dialogo e confronto o sentire le ragioni altrui: è proprio ciò che accade nel nostro Parlamento da mesi. Ovviamente si tratta di un utile pretesto, di un dissennato uso di mezzi che esistono per scopi opposti.
L’ uso distopico che vediamo di Task force di esperti referenziati che poi prendono decisioni sbagliate e risibili, è la dimostrazione di questo continuo sottrarsi alla condivisione delle decisioni. Esse non esprimono gli interessi collettivi ma solo di potentati che si arrogano il diritto di parlare a nome di tutti, scavalcando le costituzioni con il ricatto economico ed ora sanitario.
Il senso di impotenza della gente di fronte a tutto questo è enorme, non esistono più linee di dialogo ove tutto ormai è unilaterale e tutto è autoreferenziale. Le istituzioni sono irraggiungibili alle istanze dei cittadini ed usano le garanzie costituzionali deformandole a proprio favore, grazie anche al coro dei media.
Tutte le azioni sono lo specchio di cosa c’è all’origine di ciò che le genera e sappiamo tutti che se un uomo si riconosce dal frutto, il frutto non è buono.
Ora pensiamo veramente di rilanciare Italia ed Europa con il green, con il 5G, con l’high tech, senza mettere mano a certe cose che pesano come macigni nel nostro passato – e ancora – , nel nostro presente?