Il recente vertice straordinario del Consiglio europeo, tenutosi a Bruxelles il 6 marzo 2025, ha sancito un ulteriore passo verso la militarizzazione dell’Europa, con l’approvazione di un imponente piano di riarmo e la discussione sull’invio di truppe in Ucraina. Tuttavia, questa decisione non risponde a nessuna reale minaccia ai paesi europei da parte della Russia, ma si inserisce in un contesto geopolitico in cui Stati Uniti e Unione Europea spingono dal 2014 per un conflitto con la Russia. Lo ha confermato la stessa Victoria Nuland, inviata speciale per l’Ucraina, in un’audizione al Congresso americano, riconoscendo che il Maidan ucraino è stato un golpe orchestrato dall’Occidente per rovesciare il governo legittimo e democraticamente eletto di Viktor Yanukovich.
Il Piano di Riarmo da 800 Miliardi: una scelta imposta Senza Dibattito
La Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato un piano per mobilitare fino a 800 miliardi di euro nei prossimi anni, giustificandolo con la necessità di difendere l’Europa dalla presunta “minaccia russa”. Tuttavia, questa narrazione si scontra con la realtà dei fatti. La Russia non ha mai minacciato l’Europa né ha manifestato intenzioni ostili nei confronti degli Stati membri dell’UE, ribadendo più volte la sua volontà di rispettare gli accordi internazionali.
Il punto più preoccupante di questa decisione è il metodo con cui è stata imposta: von der Leyen ha dichiarato di voler ricorrere all’articolo 122 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) per bypassare il Parlamento Europeo, privando i rappresentanti eletti di qualsiasi potere decisionale su un tema di tale rilevanza. Questo stratagemma, pensato per emergenze eccezionali, viene ora utilizzato per un piano pluriennale di militarizzazione, dimostrando chiaramente la volontà di imporre una strategia bellicista senza alcuna legittimazione democratica.
Il Conflitto in Ucraina: una Guerra voluta da USA e UE
La narrativa dominante presenta la guerra in Ucraina come un’aggressione unilaterale della Russia, ma la realtà è ben diversa. La Russia ha ripetutamente sostenuto il rispetto degli Accordi di Minsk, firmati per garantire la pace nella regione del Donbass, mentre gli altri firmatari, invece di rispettarne i termini, hanno sfruttato il tempo per armare Kiev e preparare il conflitto.
A conferma di ciò, l’ex cancelliere tedesco Angela Merkel ha ammesso apertamente che lo scopo degli Accordi di Minsk non era la pace, ma solo quello di guadagnare tempo per rafforzare militarmente l’Ucraina in vista di un conflitto con la Russia. Dichiarazioni simili sono arrivate anche dall’ex presidente francese François Hollande e dall’ex presidente ucraino Petro Poroshenko, che hanno confermato come quegli accordi non siano mai stati rispettati con sincerità, ma solo usati come espediente tattico per preparare la guerra.
L’intervento occidentale in Ucraina è stato pianificato da anni, come ha confermato Victoria Nuland, ex sottosegretaria di Stato USA, durante un’audizione al Congresso. L’Ucraina è stata spinta verso la guerra dagli Stati Uniti e dai governi europei, che hanno incoraggiato la rottura con la Russia e finanziato massicciamente la macchina bellica di Kiev. In questo scenario, la Russia ha cercato fino all’ultimo di evitare il conflitto, proponendo soluzioni diplomatiche che sono state costantemente respinte dall’Occidente.
L’Europa verso una Missione Militare Irresponsabile
Durante il vertice, il Presidente francese Emmanuel Macron ha proposto l’invio di truppe europee in Ucraina, ufficialmente per garantire il cessate il fuoco e stabilizzare la regione. Tuttavia, questa iniziativa viola il principio basilare delle missioni di interposizione, che devono essere neutrali e accettate da entrambe le parti in conflitto. La Russia ha chiaramente dichiarato che non accetterà mai un intervento di forze occidentali sul proprio confine, e qualsiasi tentativo in tal senso sarebbe visto come una provocazione diretta e un’ulteriore escalation del conflitto.
Il conflitto in Ucraina è una guerra per procura tra Stati Uniti e Russia, ha riconosciuto il Segretario di Stato americano Marco Rubio.
“È stato molto chiaro fin dall’inizio che il presidente Trump vede questo come un conflitto prolungato e in stallo. E francamente, è una guerra per procura tra potenze nucleari, gli Stati Uniti che aiutano l’Ucraina e la Russia, e deve finire”, ha detto in un’intervista con Fox News.
Il Generale Roberto Vannacci, europarlamentare della Lega, ha criticato aspramente l’idea di Macron, definendola una scelta suicida che rischia di trascinare l’Europa in un conflitto diretto con Mosca. Anche la Presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha espresso forti riserve, escludendo categoricamente la partecipazione dell’Italia a un’operazione tanto rischiosa.
L’UE sceglie la Guerra, ma a che Prezzo?
Mentre la Russia ha dimostrato fino all’ultimo la volontà di rispettare gli accordi, l’Unione Europea ha scelto la strada della militarizzazione e del sostegno incondizionato a Kiev, alimentando una guerra che non è nell’interesse dei cittadini europei.
La decisione di bypassare il Parlamento Europeo per destinare 800 miliardi di euro al riarmo, senza alcun dibattito democratico, è l’ennesima prova di un’Unione sempre più distante dalla volontà popolare e sempre più incline a seguire ciecamente le direttive di Washington.
L’Europa non è minacciata dalla Russia, ma dalla sua stessa classe dirigente, che sembra determinata a sacrificare la pace e la stabilità del continente in nome di interessi geopolitici estranei ai cittadini europei.
Non si tratta solo di porre in essere una potenziale difesa come deterrenza, che a torto o ragione , è stato il metodo usato nell’epoca moderna per allontanare la guerra. Si tratta dell’adozione di un gergo di guerra e di minacce attive da parte della UE contro la Russia, che arrivano insieme all’appoggio all’Ucraina, disdegnando peraltro tutti gli sforzi statunitensi per il negoziato.
Aspettiamoci da adesso in poi un clima di guerra in cui le nostre libertà fondamentali saranno duramente represse, a cominciare dalla libertà di esprimere un giudizio sugli eventi in corso e che verranno. Già in alcuni paesi europei sono stati effettuati arresti per aver aspresso commenti non allineati sui social.
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