L’Unione Europea chiude al vaccino Sputnik

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L‘Europa chiude al vaccino Sputnik. Il commissario europeo incaricato della campagna dei vaccini, Thierry Breton, ha detto stasera al Tg di TF1, in Francia, che l’Europa non avrà bisogno del vaccino russo: «Priorità ai vaccini fabbricati sul territorio europeo», ha sottolineato il commissario Ue. «Non avremo assolutamente bisogno del vaccino Sputnik V. I russi hanno grandi difficoltà a produrlo e noi li aiuteremo nel secondo semestre se ne avranno bisogno», ha aggiunto.

Breton ha detto che «l’Europa è ora il continente che produce più vaccini» e che «il ritardo nella campagna vaccinale, rispetto a Usa e Gran Bretagna», è «di sole 3 settimane». «I vaccini non ci mancheranno, saranno pronti e molto rapidamente». «L’obiettivo – ha sottolineato Breton – è l’immunità per l’Europa entro il mese di giugno». Ha poi precisato una data «simbolica come il 14 luglio», festa nazionale francese: «Quel giorno l’Europa avrà raggiunto l’immunità».

(Fonte: Leggo (https://www.leggo.it/esteri/news/sputnik_vaccino_chiusura_europa_russia_oggi_news_21_marzo_2021-5846419.html))

Nel pieno di una tempesta di critiche da tutto il mondo, la commissione UE sceglie di rispondere con uno sfoggio di grandeur. Siamo i più bravi, abbiamo tutti i vaccini che ci servono, immunizzeremo l’Europa entro il 14 luglio, anzi, aiuteremo noi i russi, se ne avranno bisogno. Le parole di Breton riecheggiano quelle scritte un paio di settimane fa dal presidente del parlamento europeo Charles Michel, di cui noi abbiamo dato conto. (Giubbe Rosse – Telegram)


L’esito del rifiuto UE era scontato sin dall’inizio

Il regolatore dell’UE, l’Agenzia europea per i medicinali (EMA), ha procrastinato all’infinito l’uso del vaccino Sputnik V nell’Unione, facendogli percorrere un percorso diverso dall’iter previsto per Astrazeneca, Moderna e Pfizer.

Ma altri paesi si sono comportati diversamente. Come visto precedentemente, la Serbia che non ha fatto distinzioni ideologiche nell’uso dei vaccini, ora è al secondo posto in Europa per vaccinati, dopo la Gran Bretagna.

La Russia era comunque cosciente della sua scarsa produzione (un milione di dosi al mese) e all’uopo aveva chiesto la produzione in Germania, allo stesso modo di come sta facendo per esempio, in Corea del Sud o in America latina. E’ da considerare che anche per altri tipi di vaccini, si è ipotizzato la produzione su licenza in altri paesi. Quindi la preclusione è dettata evidentemente da scelte politiche.

Il rifiuto perciò è da mettere in relazione con gli attriti e con l’aperta contrapposizione tra Stati Uniti e Russia. Di conseguenza, la UE è in grande difficoltà a rimanere neutrale tra le parti, essendo fortemente legata agli Stati Uniti nella politica estera ed influenzata dal suo apparato difensivo costituito essenzialmente dalla Nato.  Inoltre, considerando che quest’ultima agisce indipendentemente dalle decisioni politiche europee, inevitabilmente obbliga Bruxelles ad agire in sintonia con le azioni ostili statunitensi, che anticipano le decisioni politiche europee.

A dimostrazione di ciò, basti pensare che – prima che Breton parlasse – l’incrociatore missilistico della Marina militare americana USS Monterey (classe Ticonderoga dotato di missili da crociera Tomahawk è entrato nel Mar Nero solcando il Bosforo). La USS Monterey è la più potente delle navi da guerra americane che è entrata nel Mar Nero negli ultimi anni. Il passaggio segue quello del cacciatorpediniere missilistico USS Thomas Hudner che ha superato lo stretto dei Dardanelli in direzione del mar di Marmara.

La presenza massiccia di queste navi è accompagnata da continue esercitazioni nel mar Nero con tentativi continui di sconfinamenti di arei da ricognizione sulla penisola di Crimea e sorvolo di droni USA provenienti da Sigonella , sul Donbass.

Ora quindi nelle acque del mar Nero si è formato un potente raggruppamento di navi della NATO che comprende le fregate spagnole Mendez Nuñez e Cristobal Colon, il cacciatorpediniere statunitense USS Thomas Hudner , l’incrociatore USS Montere e la nave di supporto USNS Watson.

L’asset si è costituito per un molto probabile attacco in forze dell’Ucraina contro le province autonomiste di Lugansk e Donetsk. Il tutto in spregio agli accordi di Minsk.

Questo accade dopo i missili Nato posizionati nei paesi baltici e dopo le ripetute campagne anti-Putin in Russia ed il tentato colpo di stato in Bielorussia.

Infine, il nuovo documento Nato 2030 esprime chiaramente che l’obiettivo della Nato non è più quello difensivo ma rovesciare l’attuale governo russo. Questo è scritto nero su bianco e si basa di tali basi false che ha fatto reagire alcuni ufficiali francesi del Cercle de Réflexion Interarmées  pubblicamente contro il progetto NATO 2030 che ci sta lanciando contro la Russia (vedi Blondet).

Sullo sfondo dello Sputnik V quindi esiste una crescente tensione creata ‘ad hoc’, che non ha corrispondenza in azioni ostili messe in campo dalla Russia.

Pertanto, la scelta di Breton è in linea con tutto questo ed è la diretta conseguenza di quanto accade dall’altro lato dell’oceano Atlantico.  Lì dicono che con il ‘Killer Putin’, comminano sanzioni a raffica. Fosse anche quando la Russia si offre di aiutare nelle vaccinazioni in una emergenza sanitaria, la UE è legata a stretto giro agli Stati Uniti. Questa, in fondo è la ‘morale’ sintetica, che sostituisce solo formalmente le frasi brutali con il politically correct, ma senza che in fondo questo cambi alcunché.

Per quando riguarda l’Italia, la misura della nostra autonomia ed indipendenza politica è stata dimostrata in maniera plastica dalla presenza di Nancy Pelosi al programma “Che tempo che fa”, ove ella alla domanda di commentare l’affermazione di Biden, ha risposto che sì Biden ha ragione di dire che Putin è un assassino, perchè lo è  (“Biden chiama Putin un assassino? Lo è“. Libero).

In definitiva, un esito atteso per mancanza di convinzione, sin dall’inizio. In linea, è plausibile che anche l’Istituto Spallanzani venga messo sotto pressione perchè l’accordo in essere non vada in porto, oppure che sia irrilevante sul piano nazionale.

patrizioricci by @vietatoparlare

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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