L’ultimo destino fatale dell’America: disonorare Robert E. Lee

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La decostruzione completa degli Stati Uniti d’America è in corso. Quei “valori” americani che l’ex Presidente Barack Obama e il suo gruppo ci hanno ripetuto a pappagallo più volte, andranno persi presto, come lacrime nella pioggia. Charlottesville in Virginia, e la reazione isterica dei liberali a questi eventi, sono un presentimento che tutti gli americani dovrebbero temere.

Qualunque persona con un minimo di buon senso sa che Jeff Bezos ha trasformato il Washington Post in un pessimo giornalaccio, dal primo momento che ne ha preso il controllo. Ma il pezzo di opinione [in inglese] intitolato “Vale la pena ricordare Robert E. Lee. Basta solo non onorarlo” di Richard Cohen [in inglese] fa in modo che la venerabile chiarina di una volta venga ridotta in cenere. Vent’anni fa, avrei fatto un viaggio fino alla soglia del WP per appiccare, io stesso, il falò. La diffamazione operata da Cohen di uno degli eroi più venerati dell’America, è un pietoso promemoria di come il denaro sia l’innesco di ogni tipo di odio spregevole. Non sprecherò una frase in più per descrivere questa canaglia di editorialista misogino e bugiardo. Ma lo sfiderò sul campo dell’onore, quando gli sarà più comodo, fiducioso della mia abilità con qualsiasi arma vorrà lui scegliere. Quest’uomo è un bel tipo.

Un vero uomo d’onore si sente umiliato quando non può aiutare gli altri umiliati.” – Robert E. Lee

Robert E. Lee, l’uomo per cui la statua a Charlottesville, in Virginia, fu costruita, non è un simbolo di razzismo, ma gli zeloti liberali che hanno invaso la nostra grande nazione lo stanno usando come cuneo finale per polarizzare ulteriormente il paese. La banalizzazione di un personaggio come Lee, un uomo che rappresenta tutto ciò che di buono ci fu durante i momenti più critici che l’America attraversò, è dappertutto un affronto all’onore e alla dignità. Gli eventi tragici durante le dimostrazioni a Charlottesville, come la morte di una povera donna, ora non sono altro che combustibile per intonacare la storia americana. Ancora peggio, l’obiettivo dei provocatori finirà per sfociare in un nuovo tipo di guerra civile. Se stavolta gli americani si limiteranno a guardare senza prendere posizione, niente rimarrà di “Noi, il Popolo”, a parte l’autentica gente alla Sodoma e Gomorra come Bezos, George Soros e gli altri con cui pomiciano. Robert E. Lee rimosso, che razza di follia è questa?

Ora la Università Duke ha demolito la statua di Lee che era stata danneggiata; apparentemente, questo è stato fatto per “proteggere” la grande Cappella Duke su cui la statua era collocata. Durham, Carolina del Nord, è stata sotto i riflettori per le statue dei confederati fin da quando alcuni dimostranti hanno abbattuto la statua di bronzo di un soldato confederato, posta di fronte ad un ex palazzo amministrativo. La mia paura è che presto, molto presto, questo cuneo di odio e ignoranza alimentati raggiungerà il profondo dell’anima degli americani del sud, e poi tutta la nazione. La disparità socioeconomica provocata dalle amministrazioni di Bush e Obama ha riattizzato moltissimo le tensioni razziali, ed ora il pubblico ferito resta chiuso su se stesso, anche se la maggior parte delle persone non riesce a capirlo. Abbattere le figure venerate e adorate, i simboli di tanto meritato onore, non è un caso.

Ho combattuto contro le persone del Nord perché credevo stessero cercando di strappare i sentiti diritti del Sud. Non ho mai albergato sentimenti vendicativi o rabbiosi nei loro confronti e non è mai trascorso un giorno senza che pregassi per loro”. – Robert E. Lee

Come in ogni altra strategia globalista, gli oligarchi ultra liberali in America stanno sfruttando la popolazione stressata e confusa, e anche disperata, per accendere un conflitto. All’interno degli Stati Uniti, forze economiche poderose sono all’opera cercando di riconciliare l’inconciliabile. Il paese è al verde, ma prosegue con gran celerità, come se il tender fosse ancora pieno. Washington, la “palude” che Donald Trump giurava di svuotare, è un buco nero che farà sprofondare l’America con esso.

Ogni americano ne è a conoscenza, ma l’apatia generale segnala il nostro tragico destino. Verso l’esterno, le politiche nei confronti della Russia e della Cina e perfino dei nostri alleati europei, preannunciano crisi globali insuperabili, e il“racconto” diffuso dal Washington Post rispecchia l’obiettivo nazionale dei tecnocrati. Se lo si legge tutto, poi si fa un passo indietro e ci si ferma a riflettere, allora la “Russia cattiva” o “Putin cattivo” acquisiscono lo stesso messaggio di “Robert E. Lee cattivo” e “Jeff Bezos Buono”. Una frode di un “Ragazzo del Texas”: Bezos, che ha permesso questa follia sul suo giornale, è un traditore. Non ho bisogno di difendere il generale Lee, gli annali di storia, quelli veri, lo fanno meglio. Bezos e tutti quelli del suo stampo sono amorali, agnostici senza un minimo accenno di moralità, ed ignorano il retaggio di milioni e milioni di americani che hanno a cuore Lee e i suoi capitani.

Tremo per il mio paese quando sento la fiducia che ripongono in me. Conosco troppo bene le mie debolezze, che la nostra unica speranza è in Dio”. – Robert E. Lee

Un nota finale sul Washington Post del furfante Richard Cohen [in inglese] e le sue asserzioni che Lee fosse un violento schiavista, vengono fuori da una citazione del 1934 dello storico Douglas S. Freeman, che descrive la situazione di quei tempi e il luogo del venerabile generale:

Non c’è nessuna prova, diretta o indiretta, che Lee abbia mai frustato loro o altri negri. Gli usi ad Arlington e dovunque in Virginia fra la gente del comando di Lee proibivano una cosa del genere”.

Il solo suggerimento che un uomo della statura e carattere di Lee potesse arrischiarsi così tanto da comportarsi crudelmente come sostenevano i suoi detrattori, è ridicolo nel migliore dei casi. Qualsiasi autentico resoconto del carattere di Robert E. Lee, che un tempo è stato Comandante di West Point, rivelerà i legami della famiglia di Lee con George Washington, una posizione che lo ha reso, come l’autore di “The Perfect Gentleman”, Bernice-Marie Yates, definisce: “un bersaglio primario per gli abolizionisti che non erano a conoscenza tutti i fatti della situazione”.

Quindi, Robert E. Lee è il più recente bersaglio di una cospirazione nata per indebolire i grandi ideali di un tempo di una leggendaria nazione. Qualsiasi persona che non riesca a rendersene conto è cieco o stupido. Quando Donal Trump ha strappato la presidenza ad Hillary Clinton, i cani dell’inferno dei liberali sono stati sguinzagliati. Questo non è neanche passibile di interpretazioni. I tecnocratici, la palude di Washington, gli oligarchi e i mafiosi occidentali hanno intenzione di intralciare o distruggere Trump e il suo elettorato, e Lee è una icona di quell’elettorato. La morale della favola, con Trump saldamente incatenato dalla lobby sionista e dai tecnocrati, il nemico dei globalisti è l’elettorato e tutte le nostre venerabili idee. Robert E. Lee è il bersaglio più logico di questi sostenitori del “Dio sa”. L’America sta affondando, ed una bandiera luminosa sulla sua asta è già sott’acqua – Dio benedica Robert E. Lee e lo spirito che rappresentava.

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Articolo di Phil Butler pubblicato su New Eastern Outlook il 30 agosto 2017

Traduzione in italiano a cura di Claudia Niarni per SakerItalia

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Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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