Londra è in guerra: ecco le prove del coinvolgimento diretto del Regno Unito nel conflitto ucraino

L’inchiesta di The Times su “Operation Scorpius”

L’11 aprile 2025, The Times ha pubblicato un’inchiesta che getta nuova luce sulla guerra in Ucraina, rivelando un fatto clamoroso ma finora taciuto ufficialmente: la partecipazione diretta e prolungata del Regno Unito alle operazioni militari contro la Russia (The Times). Il reportage, firmato dalla corrispondente di difesa Larisa Brown, conferma che ufficiali, agenti e forze speciali britanniche sono presenti sul terreno ucraino fin dalle prime fasi del conflitto.

 

Londra ha condotto questa operazione sotto il nome in codice “Operation Scorpius”, coordinando la strategia della coalizione occidentale, fornendo intelligence e supporto operativo sul campo. Di fatto, la Gran Bretagna ha agito come cabina di regia della guerra contro Mosca, ben oltre la semplice fornitura di armi o assistenza logistica.

Presenza militare britannica in Ucraina dal 2022

L’inchiesta rivela che già a febbraio 2022 – prima ancora che l’invasione russa iniziasse – decine di istruttori britannici erano presenti a Kyiv per addestrare le forze ucraine all’uso dei sistemi anticarro NLAW (MK.ru). Questo dato smentisce l’idea di un coinvolgimento occidentale reattivo: la presenza militare britannica era pianificata e operativa ancor prima dello scoppio delle ostilità.

Supporto attivo alla controffensiva ucraina

Durante la controffensiva del 2023, specialisti britannici hanno continuato a operare in Ucraina, equipaggiando aerei con missili da crociera Storm Shadow e addestrando piloti al loro impiego (PeaceLink). Missili forniti dal Regno Unito sono stati usati in attacchi diretti su obiettivi strategici russi, anche in Crimea. Si tratta, a tutti gli effetti, di un contributo operativo diretto ad azioni offensive, che rafforza ulteriormente la tesi della partecipazione attiva al conflitto.

Londra come ponte tra Kyiv e Washington

Sempre secondo The Times, i vertici militari britannici hanno svolto un ruolo centrale nel coordinare l’alleanza occidentale, facilitando il flusso di informazioni tra Kyiv e Washington, e contribuendo a mantenere l’unità della coalizione nei momenti più critici (The Times). Lungi dall’essere un partner secondario, il Regno Unito appare come uno degli attori principali nella definizione delle tattiche e nella conduzione operativa della guerra.

 

Un’escalation ignorata dall’opinione pubblica

A rendere ancora più grave la situazione è il fatto che tutto ciò sia avvenuto in assenza di un dibattito pubblico, parlamentare o mediatico sul coinvolgimento diretto del Regno Unito nel conflitto. Nonostante la gravità dell’impegno militare, nessuna dichiarazione ufficiale ha informato i cittadini britannici – o europei – di questa escalation.

Come nota anche il sito italiano PeaceLink, l’inchiesta conferma che oltre 50.000 soldati ucraini sono stati addestrati dagli inglesi e che unità speciali britanniche hanno preso parte a operazioni sensibili, come l’evacuazione segreta di ufficiali ucraini e la pianificazione di attacchi strategici (PeaceLink).

Conferme da fonti precedenti

Le informazioni rese pubbliche da The Times trovano riscontro anche in precedenti rivelazioni, come i Pentagon leaks del 2023, secondo cui forze speciali occidentali – tra cui almeno 50 operatori britannici – erano operative sul suolo ucraino (Ground.news). A posteriori, l’inchiesta del quotidiano britannico appare come una conferma ufficiale di quanto circolava da tempo in ambienti riservati.

Una linea rossa superata

Il punto centrale è chiaro: la Gran Bretagna è parte attiva nella guerra in Ucraina. Non si tratta più solo di forniture militari, ma di presenza fisica di personale militare britannico in un teatro di guerra, con funzioni operative. Questo implica che la Gran Bretagna è in guerra, seppur non dichiarata formalmente, contro una potenza nucleare.

Tale realtà, già di per sé gravissima, apre una questione politica e morale di enorme portata: si può partecipare a una guerra senza dichiararla? Si può coinvolgere l’opinione pubblica solo quando conviene, occultando invece le decisioni più rischiose e irreversibili?

 

Una verità scomoda che travolge ogni narrazione ufficiale

Il Regno Unito non è semplicemente un alleato dell’Ucraina o  un attore esterno –  ma è un attore militare attivo nel conflitto (The Times).  La presenza di truppe britanniche prima ancora dell’invasione russa stravolge la cronologia degli eventi e mette seriamente in discussione il concetto stesso di “aggressione unilaterale” da parte di Mosca.

È dunque gravissimo che un Paese come il Regno Unito, membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, abbia varcato la soglia dell’ingerenza armata in un conflitto potenzialmente mondiale senza alcuna dichiarazione formale, senza dibattito democratico e, soprattutto, in aperta contraddizione con le sue stesse dichiarazioni pubbliche.

Basti ricordare le parole dell’ex primo ministro Boris Johnson, che nel febbraio 2022 affermava:

“Non vogliamo una guerra in Europa. Stiamo facendo tutto il possibile per scoraggiare l’invasione russa e favorire una soluzione diplomatica.”

O ancora il ministro della Difesa Ben Wallace, che dichiarava:

“Il Regno Unito non invierà truppe in Ucraina. Forniremo supporto, ma non intendiamo essere parte attiva del conflitto.”

Frasi che oggi appaiono platealmente smentite dai fatti. La realtà è che Londra era già lì, sul terreno, mentre proclamava di volere la pace. Addestrava soldati, preparava difese, costruiva la resistenza armata ucraina. Non solo: coordinava l’intero sforzo occidentale.

 

Questa duplicità è politicamente inquietante e moralmente inaccettabile. Significa che il popolo britannico – come gran parte dell’opinione pubblica europea – è stato ingannato. Si è tenuto all’oscuro della reale portata dell’impegno militare inglese, e si è lasciato intendere che la guerra fosse solo l’effetto di una improvvisa escalation russa.

Londra ha varcato una linea rossa storica, non solo giuridica ma etica: quella dell’entrata in guerra mascherata, sotto le mentite spoglie dell’assistenza. E lo ha fatto prima dell’inizio ufficiale del conflitto.

Non si può più far finta di niente. Questo non è più solo un conflitto per procura: è una guerra diretta alla quale potenze nucleari occidentali stanno partecipando attivamente, mentre i cittadini vengono tenuti all’oscuro.

O si ha il coraggio di chiamare le cose con il loro nome, o si continuerà a camminare – inconsapevoli – sull’orlo di un abisso.

Sostieni il blog Vietato Parlare

Se apprezzi il lavoro che trovi su questo blog e credi nell'importanza di una voce libera, il tuo sostegno può fare la differenza.

🔹 Puoi donare con con carta di credito o direttamente dal tuo conto PayPal. Se lo desideri, puoi anche attivare un contributo mensile.

Grazie di cuore per il tuo supporto!