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LIBIA: A torto o ragione , siamo voltagabbana.

by Patrizio Ricci
24 Marzo 2011
in Esteri
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LIBIA: A torto o ragione , siamo voltagabbana. 1Abbiamo sferrato il pugno e poi  abbiamo cominciato a chiederci perché. Siamo partiti lance in resta e poi ci siamo chiesti contro chi.. chi è il mostro. Siamo partiti senza una strategia chiara, e i “volenterosi” erano già arrivati.  Siamo stati tenuti all’oscuro di tutto, la nostra guardia di finanza ha fatto appena in tempo di scendere dalle motovedette libiche con cui si collaborava. Si è dato per scontato l’uso delle nostre basi , ma non si è aspettato un attimo per consultarci, tant’è che i francesi hanno detto che sarebbero partiti anche da soli..

Il nostro governo e l’opposizione si sono comportati pedissequamente, non come uno Stato unitario (appena festeggiato),  ma accodandosi agli altri. Una guerra si fà anche se si è disposti a perdere tutto, invece noi siamo abituati alle guerre con il minimo sforzo. Non ci si è mai mossi per imprese piccole, a difesa di popoli inermi, ma ci si è mossi a difesa di popoli in armi.

Ma chi sono gli altri? I ribelli, chi sono? Che governabilità assicureranno in Libia? Che rischio c’è di una guerra civile interminabile? DI rese dei conti interminabili, qualunque sia il vincitore..  Contro cosa e perché, per perseguire cosa c’è stata la “rivolta”, che consistenza ha avuto? Da chi è stata sostenuta?   Quanta gente c’è con Gheddafi? Come stanno le cose realmente? In che misura c’è stata la repressione? Quanto lo si è provocata dall’esterno?

E se c’era questa dittatura sanguinaria come mai non ce ne siamo accorti? Perché abbiamo considerato positivo la rinuncia da parte di Gheddafi  a sostenere il terrorismo internazionale, perché questo è stato accettato e perché non si è detto all’Italia, all’interno di una coalizione, all’interno dell’Unione Europea che si stava sbagliando. a stilare trattati di amicizia , a collaborare, a fare accordi commerciali? Nessun preavviso. Un comportamento nell’arco di 40 anni ha avuto tutto il tempo di essere giudicato, ponderato, soppesato, giudicato e se occorre  , di essere sanzionato senza l’uso delle armi  e  una tale presa di posizione non può essere determinata solo da incerte e ambigue vicende che sin dall’inizio sono apparse tali.    Ci abbiamo messo decenni per riavvicinarci alla Libia , in fondo stavamo facendo quello che stavano facendo anche gli altri, stavamo facendo affari,  riallacciando dei rapporti , il regime aveva allentato la propaganda antitaliana , strascico dell’infame occupazione coloniale, avevamo allacciato rapporti commerciali  e si sa che il commercio porta ad avere interessi reciproci ed alla pace, porta alla reciproca comprensione e porta ad avvicinarsi.

Invece siamo di nuovo volando sulla Libia ed i nostri aerei portano bombe non arachidi. Per quel fatto storico, la decimazione della popolazione libica per opera italiana,  l’Italia non doveva fare questo e noi lo sappiamo. Questo ha portato alla cacciata incolpevole di migliaia di italiani, ma quello strappo era ricucito, con il tempo, con l’avvento di una generazione nuova.

Perciò a  torto o ragione , siamo voltagabbana. Le nostre azioni non si devono misurare a secondo chi sia l’interlocutore per decidere se sono ammissibili o meno ma si debbono misurare a partire dall’umanità che noi abbiamo dentro, è questo che ci fa essere umani e questa umanità non ce la siamo data noi. Noi non dobbiamo essere il frutto degli eventi, ma dobbiamo essere il frutto dell’umano che è in noi. E se si va verso la riconciliazione, non si può tradire così, bisogna essere chiari sin dall’inizio. Il nostro governo era il più indicato a fare dei passi di mediazione, ma da gran tempo sembra che si era deciso come dovessero andare le cose e l’Italia era stata tenuta totalmente fuori.

Non ci dobbiamo misurare con le azioni dell’altro ma secondo la nostra umanità , anche fossimo 1000 anni luce dalla terra. Quella stessa legge deve ispirarci, perché non risolviamo noi le sofferenze di tanti con le bombe se non è un popolo stesso che decide di se. Se si riteneva necessario , l’azione di embargo del petrolio era un buon metodo. La situazione si è deteriorata rapidamente , così rapidamente che è legittimo pensare che ci sono molte ambiguità.

E’ disgustoso che contro ogni principio di equità e contro le leggi sul diritto internazionale  che noi stessi occidentali ci siamo date (dopo decine di anni di sangue di sofferenze e di conflitti armati ) si torni alla vecchia logica dell’intervento armato per sedare dispute di natura politica ed economica. E non si è fatto così sempre e dovunque , ma si interviene solo in taluni casi. Ora è chiaro che nell’area nord – africana ci sia un forte rischio dell’ascesa al potere del fondamentalismo islamico ma si pensa che il motto “egalitè, fraternitè, libertè” valga anche lì.   E non si sa che quando accade l’unica rivoluzione che può avvenire è quella islamica, perchè le rivoluzioni, specialmente quelle armate le fanno in pochi.

Oggi si fanno le guerre perché si hanno le armi più potenti e perché la causa è giusta ,  perché si sà che si vincerà, si sà che la propria gente se ne andrà tranquillamente al mare, i nostri figli andranno a scuola, le nostre macchine faranno regolarmente carburante, la nostra vita non sarà sconvolta.
Ma stiamone certi non si farà giustizia. La guerra semina morte e quella in atto contro la Libia è stata studiata a tavolino, c’è una leggerezza nuova nelle relazioni internazionali e non mi pare che l’epoca della deterrenza sia passata, molti paesi penseranno al riarmo e non avranno tutti i torti.

E’ inconcepibile che esista nel mondo una sorta di “polizia internazionale” che procurandosi le prove e anche alimentando rivoluzioni spregiudicatamente facciano GUERRA senza neanche dichiararla. Si chiamano interventi umanitari ed è l’apoteosi della menzogna e dell’ipocrisia. E’ assurdo che un organismo che dovrebbe portare pace e prosperità sul nostro pianeta sia così manovrato e incapace  rapidamente di prendere decisioni.

La guerra contro la Libia con le modalità che si stanno utilizzando è una guerra ingiusta che senza le dichiarazioni e le prese di posizione occidentali neanche sarebbe iniziata. Essa non ha rivendicazioni economiche , né di diritti civili, ma appare come il frutto di una decisione di cambio di “gouvernement” di quel paese, e questa volta (e questo è preoccupante) nessuno si preoccupa di nasconderne le ambiguità e le contraddizioni, ..tanto c’è il mandato ONU,  ma l’ONU non è riuscito mai a portare la pace se non quando c’è già un accordo tra le parti. In Libia la supremazia di una parte o dell’altra non porterà mai alla pace.

VietatoParlare

Patrizio Ricci

Associato alla Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Cofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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