Libia e Europa delle banche, delle risoluzioni, dei protocolli e delle procedure corrette.

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Nella vicenda libica gli effetti dell’unione europea si cominciano a far sentire, possiamo rilevare che mai  si era  presa prima dell’unificazione la decisione di mettere in atto un intervento armato in così breve tempo,   una decisione all’unanimità così grave in così breve tempo.

Mai le decisioni si erano prese così efficacemente, senza approfondito dibattito, l’ultima riunione non era terminata e gli aerei francesi erano già partiti.

Per prendere una decisione cosi e per metterla in atto in modo così rapido occorre pianificare l’azione militare ed i piani erano pronti da tempo con il supporto sul terreno.

La novità è che la procedura è perfetta e la macchina della guerra è rodata da tempo. Questo basta per poterla utilizzare. Gli uomini sono insignificanti.

Va avanti la procedura messa in atto e non importa che nessuno sappia il perchè. La procedura va avanti anche se è palese la menzogna che porta con se e ripetuta ogni giorno: la difesa dei civili libici.

In realtà la Libia è diventata un immenso poligono di tiro in cui nella guerra in atto non ci sono regole ed in cui nessuno deve rendere conto a nessuno. I ribelli hanno le loro ragioni per attaccare, più o meno giuste, i governativi e la popolazione ha le sue buone ragioni per resistere, ma la Nato, l’Europa che ha voluta questa guerra non ha ormai nessuno ragione per persistere su uno sbaglio enorme e non giustificabile, che sta causando più di tutto sofferenza e distruzione a tutta la popolazione libica e che sembra disposta a preseguire all’infinito. La comunità internazionale si è trasformata da arbitro a belligerante ad assediante, il cui obiettivo è vincere non importa come. Non importa neanche cosa ne pensi la popolazione.

Vediamo caos, una guerra senza regole, assassini mirati, illegalità, tutto dietro lo scudo di una risoluzione ONU che si è ampiamente violata.

Chi  crede che la democrazia ed un miglioramento per la Libia può avvenire al prezzo di tutta questa distruzione e di tutto questo sangue è un pazzo. Senza lo spazio alla mediazione, al dialogo, al compromesso… si è passato tutto alla “soluzione delle armi”.

La strategia è vincere a qualsiasi costo. Per non ammettere di aver sbagliato. Far fuori tutto. Terrorizzare la popolazione perchè stremata , si ribelli a Gheddafi.

L’unico scopo sembra essere la volontà di qualcuno di sfruttare la situazione, in cui insinuarsi nel caos,  entrare nella confusione. E fare i suoi affari.

L’opinione pubblica europea è anestetizzata. Con sempre meno strumenti democratici per dissentire.I media mainstream hanno supportatao la guerra dando e continuando a dare una informazione distorta e distaccata dei fatti.  La libertà di informazione è di fatto negata.

C’è un altro fatto che è subentrato il potere militare NATO sta pianificando ed ha eseguito omicidi mirati non solo su obiettivi militari ma su singole persone. Con lo scopo di impedire all’entourage governativo di parlare e di svolgere l’aziano bellica. La NATO quindi non sembra riconoscere le Forze Armate libiche come belligerandi, in quando non applica la convenzione di ginevra. Tratta infatti i membri del governo e chi ha responsabilità nel governo libico come terroristi.

Con i bombardamenti alle stazioni televisive si è passato alla guerra totale, guerra tesa a terrorizzare, a fiaccare la popolazione. A creare dissenso. A creare artificiosamente opinioni. Come può arrogarsi il diritto la Nato di stabilire chi ha diritto di parola e chi no?

Qualche giorno fà si è bombardata un ripetitore satellitare della TV pubblica statale. La motivazione , (quella vera) è che il governo sta cercando di far reagire la popolazione, di chiamarla a raccolta contro l’aggressore,  sopratutto tramite delle trasmissioni di un noto giornalista, che riscuote buona credibilità nella popolazione. Questi non è vero  che incita la gente all’assassinio dei “civili” come ha giustificato il portavoce della NATO, ma rincuora la gente e la incita a resistere.

fonte rete Voltaire: “L’appello della Patria” è il tema politico principale della televisione nazionale libica dall’inizio della guerra. Viene trasmesso quasi ogni giorno e gestito da Shakir Youssef, un giornalista di fama, che in passato ha combattuto contro il colonnello Gheddafi, che oggi è per l’unità nazionale contro l’aggressione straniera.

La trasmissione è eseguita dal vivo dalla cantina dell’albergo Raixos, che ospita la stampa internazionale, in modo che la NATO non osi bombardare lo studio.

Un gruppo di ricercatori della Rete Voltaire è attualmente in Libia. Thierry Meyssan, presidente della rete stampa non-allineata (rete Voltaire) è stato l’ospite speciale di questo programma, il 27 giugno 2011.

Tuttavia, un minuto prima che il programma iniziasse, la NATO ha lanciato un missile mirata al ponte radio, per impedire la trasmissione del programma. L’esplosione è avvenuta nei pressi di Al-Bab Azizia, luogo in cui i manifestanti anti-NATO sono accampati dall’inizio del conflitto. Gli ingegneri libici sono riusciti a sistemare un’altra antenna e il programma ha potuto iniziare con un’ora e mezza di ritardo. E’ stato replicato.

Logicamente una televisione porta informazione, e nel modo solito con cui operava, è una televisione fortemente patriottica e legata al suo leader.  Quindi la dichiarazione che la televisione libica inciti alla violenza  contro i civili non è obiettiva e non è confutata da nessuna prova, le uniche prove che invece ci vengono fornite in abbondanza sono quelle date dai  date  dai video che dimostrano la precisione dei missili NATO (come per rassicurarci che questa precisione eviti vittime civili, ma vediamo che non sonomai abbastanza “intelligenti ” altrimenti non esploderebbero su obiettivi civili), sopratutto non abbiamo mai visto una traduzione di uno spezzone di quelle trasmissioni  che la Nato dice che  incitino all’odio contro i civili e la gente inerme. Perchè?

La dichiarazione NATO non ha davvero un senso logico. Avviene in una posizione di forza, una posizione data da una risoluzione ONU disattesa, che ha generato la posizione positiva alla guerra da parte della maggior parte dei governi nazionali europei, che ha messo in atto una procedura ed oggi si è perso ampiamente la visione d’insieme di quello che si vuol fare.
Intanto la guerra va avanti e sarà sempre più cruda , perchè noi ci siamo abituati a sentirne parlare o a non sentirne parlare.

Ma nessuno sembra rendersene conto, nè curarsene.

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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