L’Europa che non c’è: il grande errore di Davide Prosperi sull’UE

Davide Prosperi, presidente di Comunione e Liberazione, ha scritto su Repubblica un chiaro “no” a Rearm Europe, e su questo gli va riconosciuto il merito. Tuttavia, sembra ignorare la questione più cruciale: da dove nasce davvero questo progetto di riarmo?

La necessità di un giudizio netto sull’Unione Europea

Ho letto l’intervento di Davide Prosperi su Repubblica, in cui esprime la sua contrarietà al progetto Rearm Europe. Su questo punto, il suo giudizio è condivisibile, ma ciò che non posso condividere è la sua visione dell’Unione Europea.

È ingenua perché sembra non vedere i fatti accaduti negli ultimi decenni, che raccontano tutt’altra storia rispetto alla retorica ufficiale: dalle decisioni prese contro la famiglia, all’imposizione dell’ideologia gender, alle questioni economiche culminate nella devastazione della Grecia, fino alle guerre in Serbia e in Libia. Senza dimenticare la guerra in Siria, dove le sanzioni hanno distrutto un intero popolo, mentre l’Unione Europea appoggiava le bande jihadiste qaediste che oggi controllano il paese. Infine, la guerra russo-ucraina, su cui l’UE ha una chiara corresponsabilità. Se si considerano questi fatti, diventa evidente che la valutazione di Prosperi è superficiale, a meno che non si voglia ridurre il giudizio sull’Unione Europea a una sterile contrapposizione ideologica, senza considerare le reali implicazioni geopolitiche.

Prosperi continua a trattare l’UE come un’utopia incompleta, un progetto migliorabile che può ancora diventare uno “spazio di dialogo e cooperazione”. Questa posizione si espone al rischio di essere assimilata alla consueta retorica europeista, come quella sbandierata pochi giorni fa in Piazza del Popolo, con la solita ostentazione di bandiere dell’UE.

L’Unione Europea non è un’utopia tradita, ma una gabbia geopolitica. Il suo scopo reale non è mai stato quello di favorire la pace tra i popoli europei sovrani, ma piuttosto quello di impedire una vera unità euroasiatica. Non si tratta di un tradimento accidentale di un nobile ideale, ma della sua logica intrinseca fin dalle origini. Per comprendere la natura dell’UE, basta osservare la sua evoluzione a partire dall’introduzione dell’Euro, che ha consolidato il dominio economico della Germania e dei cosiddetti “paesi frugali”, impoverendo progressivamente l’Italia e le nazioni dell’Europa meridionale. Oggi, con la guerra che è diventata il suo principale progetto politico, la vera natura dell’Unione emerge in modo sempre più chiaro: non un’entità da riformare, ma uno strumento di dominio.

Il problema di fondo del ragionamento di Prosperi è che si rifiuta di riconoscere ciò che l’Unione Europea è oggi. Non cita il ruolo di Bruxelles durante il Covid, né il suo totale asservimento all’Agenda 2030 e al Forum di Davos, i cui obiettivi vengono perseguiti unanimemente dalle istituzioni europee. Non si tratta di singoli errori o deviazioni: questa è la linea politica consolidata dell’UE. Ogni opposizione viene brutalmente repressa, come abbiamo visto con l’Ungheria, con le minacce a chi osa deviare dal diktat di Bruxelles, fino ai tentativi di colpi di Stato orchestrati dalle stesse forze che dominano l’UE, come è accaduto in Serbia, con l’attentato al premier slovacco Robert Fico, e con l’impedimento delle libere elezioni in Romania. Rearm Europe non è la radice del problema: è solo la conseguenza della postura autoritaria dell’Unione, che ormai reprime la libera opinione, il dissenso politico e l’informazione indipendente.

L’UE è irriformabile perché non è nata per garantire la sovranità dei popoli europei, ma per limitarla. Se vogliamo essere onesti, dobbiamo ammettere che, anche dando per scontata la buona fede dei padri fondatori, la costruzione europea ha preso una direzione che ha reso impossibile la realizzazione del loro progetto. L’UE è sempre stata un meccanismo di controllo, un vincolo imposto per impedire l’autonomia delle nazioni europee e preservare il dominio anglosassone sul continente. Naturalmente, per “anglosassone” non intendo uno Stato specifico, ma piuttosto quelle lobby di potere finanziarie e globaliste che si oppongono ai conservatori e alla sovranità dei popoli, e che oggi sono in aperto conflitto con l’America di Donald Trump.

Trovo sconcertante che Prosperi non abbia citato le parole di J.D. Vance al Forum di Monaco, in cui ha esposto con grande lucidità il vero problema dell’Europa di oggi. Ancora più grave è il fatto che non metta minimamente in discussione il ruolo dell’Occidente e dell’UE nel conflitto con la Russia. Senza questa consapevolezza, non si può davvero smontare Rearm Europe. Non basta dire che “è un errore investire in armamenti” o che “la diplomazia è la strada migliore”: queste sono frasi deboli, opinioni inoffensive, che non colgono il nocciolo della questione. Se non si denuncia l’uso dell’UE come strumento bellico, non si sta dicendo nulla di realmente utile.

Alla luce di tutto ciò, è incredibile che ci sia ancora chi ritiene che l’UE abbia una qualche utilità come spazio di dialogo e cooperazione. Oggi, l’Unione si sta sviluppando esclusivamente intorno alla NATO, con la conflittualità con la Russia come unico collante ideologico. L’intera narrazione occidentale si basa sulla costruzione del mito del “mostro russo”, descritto da Josep Borrell come la minaccia che incombe sul “giardino fiorito” europeo.

La verità è che Bruxelles rappresenta oggi un potere anticristiano e globalista, una forza che lavora sistematicamente per impedire un’alleanza tra le nazioni del continente euroasiatico, che invece sarebbe l’unica strada per una pace duratura. Solo un’Europa che collabora con la Russia nel commercio, nella politica e nelle comuni radici cristiane può costruire un futuro di stabilità e prosperità.

Per questo, la lettera di Prosperi appare come un esercizio di retorica formale, scritto per l’ennesima “Giornata Europea”, in cui si esprime un dissenso generico, senza mai mettere in discussione da dove nasca realmente Rearm Europe. Ma non basta dire che il riarmo è sbagliato: bisogna spiegare perché esiste. E questo significa riconoscere la vera natura dell’Unione Europea.

Denunciare la verità ha un costo, ma è un dovere morale. Si può essere espulsi da Comunione e Liberazione, ma non da Dio. L’UE è oggi un progetto di controllo, gestito da élite finanziarie transnazionali che non rappresentano i popoli europei, ma gli interessi di un’oligarchia che lavora per consolidare un moloch disumano, in cui gli “errori” non sono deviazioni accidentali, ma parte di un preciso percorso ideologico. Prosperi ha evitato di prendere posizione su questo aspetto fondamentale. E questo silenzio pesa più di ogni condanna generica del Rearm Europe.