Lettonia – Si spara tra la gente nella capitale per rendere l’esercitazione “il più reale possibile”

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E’ plausibile un esercitazione svolta in pieno centro di una capitale europea, con passanti, donne e bambini coinvolti? Io non ci credevo, ma poi il video che segue è inequivocabile.

Si tratta della esercitazione denominata  ‘Namejs 2021′ tenuta in Lettonia dal 30 agosto al 3 ottobre, a cui stanno partecipando militari di Lituania, Estonia, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Stati Uniti, Canada, Germania e altri membri della NATO Paesi. In tutto circa 10.000 uomini, di cui 600 stranieri.

La particolarità è che il Ministero della Difesa lettone ha voluto ambientare l’esercitazione in uno scenario quanto più possibile vicino alla realtà.

Ma forse ha ecceduto. Tra l’altro la Convenzione di Ginevra vieta i combattimenti nei centri abitati superiori ad una certa intensità (CICR, Diritto internazionale umanitario e le sfide dei conflitti armati contemporanei , Ginevra, 2011, p.41.), quindi il confine di per sé è molto sottile.

Comunque, il ministero della Difesa aveva avvisato che le esercitazioni si  sarebbero tenute non solo in campi di addestramento specializzati, ma anche su strade civili e che lungo di esse i mezzi militari si sarebbero sposati in luoghi più aperti.  Pertanto, ai residenti della capitale e di altre regioni è stato chiesto di prestare attenzione, oltre che di trattare con comprensione le manovre in corso.

Per preparare la popolazione, il ministero della Difesa lettone ha ritenuto sufficiente inserire sul suo sito la raccomandazione rivolta ai cittadini. I cittadini sono stati rassicurati che le operazioni militari sarebbero state rumorose, poiché i militari avrebbero utilizzato munizioni da addestramento a salve e apparati da combattimento che fanno rumore e che quindi tutto ciò non avrebbe rappresentato un pericolo.

Oltre ai campi di addestramento militare, le esercitazioni si sono svolte nel centro di Riga e nella sua periferia, così come in altre grandi città: Jelgava, Rezekne, Kuldiga, Daugavpils, Ventspils e altre.

Sui social stanno circolando un video paradossali, che in cui si vedono i militari che sparano proprio nelle strade trafficate della capitale, le mamme scappano con i passeggini, i bambini spaventati piangono.

E’ plausibile che una condizione del genere sia del tutto giustificata, per rappresentare una condizione “il più possibile alla situazione reale”?

Niente transennamento, niente recinzione dell’area, la gente passeggia ed i militari agiscono come se niente fosse. Ve lo immaginate una cosa del genere a Roma in mezzi ai turisti di tutto il mondo, nel traffico cittadino? Credo che una cosa del genere sia molto anomala, visto che non ha precedenti neanche nei paesi più autoritari.

Davvero in una situazione reale i soldati non fermano i civili in una zona di combattimento, per preservarli? Lascerebbero che donne con bambini in braccio attraversino la linea di tiro? Questo è molto irrealistico, in verità.

Nemmeno i giochi di softair si effettuano senza un minimo di apparato di sicurezza.

Inoltre, che io sappia,  nelle esercitazioni la condizione di ambiente urbano la si ricostruisce in zone disabitate o costruite appositamente. Generalmente è inammissibile una simile prassi.

Forse la perplessità viene spiegata dallo scenario proposto. Infatti, “(…) lo scenario delle esercitazioni prevede che dopo che la Russia ha lanciato un attacco ai paesi baltici, le forze combinate della NATO le infliggono una sconfitta preponderante, dopodiché lanciano una controffensiva”.

Quindi è isteria anti-russa priva di fondamento che l’alleanza cavalca in modo scaltro. Soffia sui sentimenti insofferenti di certi paesi che ricordano negativamente il periodo dell’Unione Sovietica. Così ci si esercita e, secondariamente, si coinvolge la popolazione in maniera plastica, alimentando e rafforzando le paure.

La popolazione deve essere educata a percepire il pericolo russo, anche con la fiction, ove la popolazione appunto partecipa con la paura. Non casuale ma richiesta.

Ecco soddisfatto il requisito ‘di situazione più vicina al reale’.

Tutto questo non finirà in tempi brevi.

@vietatoparlare

 

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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