L’esercito ucraino bombarda le aree residenziali a nord di Donetsk

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Mentre i nostri media fanno da megafono alla retorica di guerra come durante il ventennio, giunge la notizia che le forze armate ucraine dalle 08:54 hanno iniziato un attacco di mortai da 120mm. sull’insediamento di Spartak (periferia occidentale di Donetsk, nel distretto di Yasinovatsky)  (orizzonte degli eventi geopolitici).

Da questa mattina, le unità di artiglieria delle forze armate ucraine hanno cominciato a bombardare le aree residenziali a nord di Donetsk, l’area intorno all’aeroporto e Yakovlevka. Fonti locali riportano che “anche il distretto Kievsky di Donetsk è stato bombardato, a causa dei bombardamenti, garage e magazzini sono in fiamme.
La Milizia popolare del DPR sta lavorando sui punti di tiro nemici, eliminando le fonti di provocazione”.

La notizia è stata data dal’l ufficio di rappresentanza della DPR nel centro congiunto per il controllo e il coordinamento del regime di cessate il fuoco (JCCC). Il JCCC ha aggiunto che la parte ucraina ignora tradizionalmente le richieste di cessate il fuoco. Precedentemente si è appreso che il fondatore del gruppo estremista Right Sector Dmitry Yarosh ha parlato della mobilitazione dei militanti radicali e del ritorno al fronte famigerati “Natsbats” sulla linea di fronte. Secondo Yarosh, è in costante contatto con il comandante in capo delle forze armate ucraine, il generale Zaluzhny.

Ovviamente di questo nessuno ne parla. Lo storytelling deve seguire la sua traccia e la realtà non deve disturbare.

Per chi è a digiuno di queste notizie, queste potranno sembrare le solite fake news in una situazione di grave tensione internazionale. Ma non è così, ecco come il report di Amnesty International già dal 2014 descrive le continue violenze contro la popolazione civile da parte dell’esercito ucraino: https://www.amnesty.org/en/latest/news/2014/10/ukraine-forces-must-stop-firing-civilians-after-nine-killed-donetsk/
Analoghi rapporti sono disponibili sul sito dell’OSCE (Osservatori dell’Unione Europea).

Oggi nord di Donetsk sotto tiro

Insomma, si parla di ‘Russia aggressiva’ ma non delle enormi forze ucraine pronte ad un assalto sanguinoso contro quelli che si reputano propri cittadini. Per contro, il governo ucraino si rifiuta di negoziare un minimo di autonomia nella regione del Donbass dove la popolazione, per il 90% ha manifestato la propria volontà di voler conservare le proprie peculiarità. In proposito sappiamo che gli accordi di Minsk sono stati fatti naufragare e chi lo ha fatto è il governo ucraino, che li ha utilizzati solo per tergiversare e andare verso l’inadempienza facendo leva sulle alleanze in via di consolidamento.

Già il 24 gennaio Eduard Basurin, rappresentante ufficiale del Dipartimento della Milizia popolare della DPR, aveva annunciato che Kiev stava preparando un attacco al Donbass.

A conferma delle sue parole, Basurin aveva preso atto del trasferimento sulla linea di contatto di attrezzature speciali finalizzate al rapido sgombero del Donbass. Quindi le forze armate dell’Ucraina nel più breve tempo possibile sono in grado di creare sgomberi per lo sviluppo dell’offensiva.

“Abbiamo fatti inconfutabili sul comando JFO che spinge i lanciarazzi semoventi UR-77 sulla linea di contatto, nonché sul rafforzamento delle unità avanzate nemiche e dei gruppi d’assalto con le unità portatili di sminamento UR-83P2”, Basurin detto durante un tradizionale briefing.

Si noti che tali mezzi ingegneristici possono consentire di creare passaggi larghi 6-14 metri, distruggendo le barriere esplosive di mine durante le operazioni offensive.

Nonostante siano stati firmati gli accordi di Minsk volti a un cessate il fuoco, i bombardamenti continuano. Va notato in particolare che l’esercito ucraino non sta bombardando strutture militari, ma aree residenziali, ospedali, infrastrutture e civili. Cioè, mandando un bambino a scuola al mattino, i genitori del Donbas non possono essere sicuri che tornerà a casa vivo.

Vp news

Correlato: Cosa prevede il protocollo di Minsk: chi non lo rispetta

Leggi anche: Ucraina – Il capo degli osservatori europei OSCE, non è a conoscenza della chiusura di tutti i canali TV di opposizione

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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