L’Equador ha revocato la cittadinanza ad Assange…”non pagava le tasse”, o cose del genere…

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L’Ecuador ha revocato la cittadinanza a Julian Assange, citando presunte incongruenze con i suoi documenti di naturalizzazione.

Un avvocato dell’editore imprigionato sostiene che la decisione è stata presa senza un giusto processo. Il co-fondatore di WikiLeaks è stato informato che la sua cittadinanza era stata annullata in una lettera emessa dal sistema giudiziario ecuadoriano, a seguito di una denuncia emessa dal ministero degli Esteri della nazione sudamericana.

Funzionari ecuadoriani hanno affermato che la domanda di naturalizzazione di Assange conteneva numerose incongruenze, comprese diverse firme, nonché documenti forse falsi. Inoltre, secondo le autorità ,  Assange non ha pagato le tasse legate alla sua cittadinanza nel paese. Non si capisce comunque come avrebbe potuto farlo visto che era praticamente recluso in Ambasciata.

Assange è in carcere per violazione della cauzione – che ha una durata massima di 12 mesi. Ha già scontato e superato qualsiasi termine di “violazione della cauzione” che potrebbe essere applicato e dovrebbe essere libero. Cionostante,  sembra che il Regno Unito sia intenzionato a  sottomettersi e servire il giudizio degli Stati Uniti, indipendentemente dalla sua legalità.

Ciò che appare è che il Regno Unito sia del tutto succube del suo alleato americano, totalmente appiattito sulle direttive altrui. La “Madre dei Parlamenti” ha completamente dimenticato cosa sia la “giustizia” e non è nemmeno troppo a proprio agio con la legge.

Per quanto riguarda l’Australia, di cui  Assange è cittadino, è stupefacente come gli australiani siano riusciti finora a tollerare la propria classe politica che attualmente gestiscono il loro paese. Essere trattenuti senza accusa o processo è contro la legge. Sicuramente contravviene alla Costituzione. La Legge ovviamente è sotto il controllo del pifferaio, il quale ha disprezzo per gli Statuti.

Ciò che evidenzia questa vicenda è che la giustizia occidentale è un’illusione, creata da pochi, per controllare i molti e disponibile ad essere aggiustata  per coloro che se lo possono permettere. Tutti sanno che Assange è un prigioniero politico e se verrà rilasciato sarà un giorno buio per coloro che hanno invocato la sua persecuzione e sono responsabili della sua tortura.

Assange ha comunque scelto l’ambasciata sbagliata. Se avesse scelto l’ambasciata russa, nessuno avrebbe buttato giù la porta come hanno fatto in Ecuador.

fonte: TIFF – Truth Info Freedom Fighters

Assange ha trascorso sette anni rintanato all’interno dell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, dove si è rifugiato nel 2012 per evitare l’estradizione in Svezia che avrebbe comportato affrontare le accuse di stupro e aggressione sessuale a cui , molto probabilmente, sarebbe seguita l’estradizione negli USA. Da queste accuse oggi Assange è stato scagionato.

All’inizio di luglio è stata data notizia del voltafaccia di un testimone chiave nel caso Assange. Una vera bomba che avrebbe dovuto far crollare il caso messo insieme dagli Stati Uniti contro il fondatore di Wikileaks. La notizia si è diffusa ampiamente nelle reti della stampa alternativa. 

Ma dal lato dei media tradizionali, non una parola… Solo due media watchdog (watchdog indica una forma di giornalismo investigativo),  Media Lens  e  Fairness & Accuracy In Reporting  (FAIR), hanno pubblicato articoli sul blackout totale dei media mainstream sulla  rivelazione [in francese] del quotidiano islandese Stundin  che un atto d’accusa americano nel caso contro Julian Assange si basava sulla falsa testimonianza di Sigurdur Thordarson , diagnosticato sociopatico e condannato come pedofilo (vedi qui e qui).

Attualmente persiste solo l’accusa degli Stati Uniti di aver messo a repentaglio la ‘sicurezza nazionale statunitense’ ma è dimostrato che Assange non ha mai diffuso materiali che avrebbero messo in pericolo la sicurezza nazionale. Assange ha solo rivelato veri e propri crimini governativi che altrimenti sarebbero rimasti nascosti.

Invece di far chiarezza su questi , l’apparato statale si accanisce su Assange.

#FREEASSANGE @vietatoparlare

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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