“Legalizzazione” della violenza domestica in Russia: cosa è successo?

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La legge che sta per essere approvata in Russia sembrerebbe confermare il mancato rispetto dei diritti delle donne etc. The Independent infatti ha pubblicato un articolo intitolato “La Russia sta per legalizzare la violenza domestica al fine di preservare i diritti dei genitori tradizionali»,  e  Bloomberg  ha scritto “come la Russia ha deciso di permettere un po ‘di violenza domestica» . Naturalmente anche i giornali italiani e le TV non sono stati meno critici.

Ecco cosa è successo: l’ 11 gennaio la Duma di Stato ha approvato in prima lettura il disegno di legge , per cui i maltrattamenti domestici dalla categoria dei reati sono passati nella categoria dei reati amministrativi. L’iniziatrice di legge è della deputata Elena Mizulina, già autrice della legge che vieta la “propaganda LGBT” e la cosiddetta “legge Anti-Magnitsky” che impedisce l’adozione di orfani russi da parte di cittadini americani (perchè in USA la legislazione consente l’adozione a coppie omosessuali).

Andiamo un po indietro: nel 2015 la Corte Suprema aveva proposto di penalizzare alcuni reati di maltrattamento, tra cui Art. 116 del codice penale che contemplano “atti che causano il dolore fisico senza causare danni fisici”. Tuttavia, questa decisione ha provocato aspre critiche dai difensori dei diritti delle donne e dei bambini, perché  questo articolo potrebbe servire – hanno detto –  a portare una sorta di immunità a mariti-tiranni o a genitori-demoni.

Così i  legislatori hanno  modificato il disegno di legge e – in aggiunta al bullismo (ed ad altri casi) hanno aggiunto all’elenco dei casi perseguibili  “la violenza contro i parenti delle persone.” Sotto questa definizione sono stati inseriti come “parenti più stretti coniuge, genitori, figli, genitori adottivi, figli adottivi, figli, fratelli, nonni, nipoti, tutori, e le persone che convivono con la  persona che ha commesso l’ atto.

Successivamente i legislatori hanno approntato e presentato l’11 gennaio un’altra proposta di legge alla Duma di Stato. Tale proposta tramuta la violenza domestica da penale in amministrativa: la legge di gennaio prevede una multa dai 5.000 ai 30.000 rubli (o la presa in custodia per 10-15 gg). Come alternativa, o insieme, a sua discrezione,  il giudice può decidere la messa in prova con lavoro obbligatorio.  Viene applicato il reato amministrativo solo nel caso che il soggetto sia denunciato per la prima volta, negli altri casi, se l’evento si ripete o procuri lesioni gravi, è possibile l’arresto. 

Tuttavia, anche se da un sondaggio il 59% dei russi si è dimostrato a favore, la norma è controversa: molti  obiettano  che le violenze in ambito domestico siano più meschine e gravi che percuotere estranei quindi verso di esse si deve essere più severi. Inoltre la norma potrebbe lasciar passare il messaggio che lo Stato approvi le percosse lievi come un metodo legittimo di ‘istruzione’ e che legalizzi così la violenza.

Esiste anche un’altra motivazione che sta alla base di questa legge: i tribunali sono sovraccarichi di liti quotidiane di minore gravità, considerati reati penali. C’è chi propone comunque un emendamento per quando riguarda violenze bambini, disabili, anziani inabili e malati di mente, da tutelare con una legge .

Questo è quanto. Naturalmente  tutti possono giudicare il fatto. Indiscutibile che comunque il modo con cui è stata riportata la notizia rispecchia il clima di discredito verso la Russia nella nuova guerra fredda in atto.

Vietato Parlare

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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