Leader di al Qaeda diventa ‘interessante’ perchè ‘si oppone ad Assad’

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L’occidente ed i poteri che contano sono convinti di poter cambiare ogni cosa, mutando la percezione della gente: ecco come un terrorista diventa un ‘ribelle’

Il video di Frontline – che rispecchia una più vasta operazione di ripulitura in corso – sono molto chiari: al Jolani leader del gruppo terrorista al Nusra ha il merito di opporsi al regime del presidente Bashar al-Assad.  Sì, nonostante il 95% della popolazione abbia votato Assad , il diavolo è Assad. L’interesse dell’amministrazione americana è invece tutta concentrata su al Jolani.

Il giornalista Martin Smith ha detto apertamente che l’amministrazione Biden lo ”tiene d’occhio”. Stasera andrà in onda il documentario della PBS e  Al Jolani , sostiene la fine della guerra contro gli Stati Uniti, che è l’unica cosa di cui gli americani si preoccupano.

Mentre questa operazione di ripulitura di immagine prosegue, qui ricordo alcune delle atrocità compiute dall’organizzazione terroristica che al Jolani dirige:

2013 – Tempi racconta del massacro nel villaggio di Adra: “Secondo numerose ricostruzioni gli assalitori, affiliati principalmente a Jabhat al Nusra e all’Esercito dell’islam (una formazione salafita), avevano liste con nomi di persone da catturare e uccidere e si muovevano alla ricerca di appartenenti alle minoranze etniche e religiose, da sequestrare o da uccidere sul posto: alawiti, cristiani, drusi, ismaeliti, sciiti. Molti giovani uomini sono stati sgozzati e decapitati per le strade della località dopo sommari “processi”, mentre gli addetti al forno pubblico sono stati bruciati vivi dentro alla struttura in quanto dipendenti statali, dunque complici del regime.”
Queste 80 persone avevano la ‘colpa’ di appartenere alle minoranze religiose e/o di essere dipendenti pubblici.

2013 –  Nel  villaggio siriano di Maksar al Husan al Nusra  ha ucciso 20 civili, “, tra le vittime vi sarebbero tre anziani, quattro giovani, tre donne, quattro beduini e l’intera famiglia di un oppositore”.

2013 – Anche HWR ha documentato che questi atti sanguinari non sono stati compiuti solo da al Nusra ma anche dai semplici ‘ribelli siriani’ sponsorizzati dall’occidente. Cito in proposito un’inchiesta di HWR relativo al massacro di civili effettuato dai ribelli a Latakia il 4 agosto 2013. In quell’occasione furono uccisi dai ribelli – a sangue freddo – 190 civili. E’ da notare che si trattava di civili e non di belligeranti: l’operazione “Campagna dei discendenti di Aisha la Madre dei credenti” aveva come fine esplicito un massacro di alawiti e di sostenitori del governo siriano (che è la maggior parte della popolazione siriana).

2015 – Siria, jihadisti di Al Nusra catturano e uccidono 71 soldati
I soldati uccisi a sangue freddo erano in servizio nella base aerea di Abu al Dohur, nella provincia di Idlib, caduta il 9 settembre 2015 dopo un assedio di due anni. ( vedi Messaggero ed anche qui)

Massacro e rapimento di civili alawiti, compresi bambini tra Homs ed Hama:

2015 – 2016  – al-Julani ha ordinato attacchi indiscriminati contro i villaggi alawiti in Siria. La televisione svizzera riportò le testimonianze di alcuni rifugiati, scampati a un massacro compiuto nel loro villaggio tra Homs e Hama: Gli aggressori, hanno compiuto un terribile massacro in cui avrebbero ucciso fino a 500 persone. Le immagini che ci mostra sono agghiaccianti: gole tagliate, corpi a pezzi, arti recisi di uomini, donne e bambini. “Ci hanno in seguito mandato le foto tramite Facebook”, riferisce Jaber Saleh, rifugiato. “Volevano mostrarci che la loro intenzione era quella di uccidere tutti gli alawiti e che volevano costituire uno stato islamista”. (TV Svizzera)

Esistevano innumerevoli video che mostravano le esecuzioni effettuati di soldati, civili inermi e funzionari civili statali, la maggior parte di questi video sono stati rimossi da Youtube, ma ne fanno menzione i giornali ed esiste in proposito una abbondante documentazione.

Queste evidenze dovrebbero indurre ad evitare di fare tentativi orientati alla possibilità di un assist a terroristi che hanno trucidato centinaia di civili a motivo della appartenenza etnica, politica  o religiosa.

Invece, ecco come viene presentato il documento della PBS:

Un terrorista o un riformatore?

La guerra civile in Siria infuria ormai da un decennio senza fine in vista. Ma mentre il presidente Bashar al-Assad consolida il suo controllo sulla maggior parte del paese, c’è un leader ribelle nella posizione più forte per sfidarlo. Abu Mohammad al-Jolani è però anche, secondo la maggior parte del mondo occidentale, un terrorista. Martin Smith è il primo giornalista americano a sedersi e intervistare Jolani. Parla con Carol Hills del suo documentario in prima linea su di lui, “The Jihadist”, che va in onda sulle stazioni PBS questa settimana.

The World

Del documentario trasmesso oggi, PBS aveva pubblicato 2 trailer.

https://www.pbs.org/wgbh/frontline/film/the-jihadist/

Nel  link qui sopra dovrebbe essere possibile vedere l’intero documento poco dopo la sua fine in diretta. A volte PBS pubblica l’intero contenuto anche su YouTube, a volte no e a volte è limitato agli IP americani.

Un intero popolo soffre ingiustamente ma i riflettori dei media statunitensi sono concentrati sul leader qaedista. 

E’ paradossale che a fronte di tanto risalto del leader qaedista Jolani – per il quale il giornalista si è recato ad Idlib – corrisponda zero interesse per il territorio della Siria governativa in cui vive la maggior parte della popolazione. Eppure, sarebbe bello ed interessante intervistare la gente comune e sentire i loro problemi. Ma ciò non avviene.

Per i media, è la realtà che va manipolata per adeguarsi alla narrativa sponsorizzata. Questa è una attività persino lucrosa. Ma la verità viene mercificata. E con essa le attese e le speranze degli uomini.

La guerra di Siria costituisce una delle pagine più brutte della storia dell’umanità intera e ancora più infame è il modo con cui i media mainstream ancora oggi la raccontano.

Ecco alcuni particolari di queste interviste, da Frontline:

(…) Nella sua prima intervista con un giornalista americano, Jolani ha detto al corrispondente di FRONTLINE Martin Smith che il suo ruolo nella lotta contro Assad e l’ISIS, e nel controllo di un’area con milioni di sfollati siriani che potrebbero diventare rifugiati, rifletteva interessi comuni con gli Stati Uniti e l’Occidente. .

Jolani ha detto a Smith che il suo gruppo, Hayat Tahrir al-Sham, non rappresentava una minaccia per gli Stati Uniti e che il governo avrebbe dovuto rimuoverlo dalla lista dei terroristi designati.

“Prima di tutto, questa regione non rappresenta una minaccia per la sicurezza dell’Europa e dell’America”, ha detto Jolani a Smith. “Questa regione non è un palcoscenico per l’esecuzione della jihad straniera”.

Viaggiando in Siria dalla Turchia, Smith ha condotto interviste con Jolani il 1 febbraio e il 14 febbraio 2021. Le interviste …esaminano …. l’emergere di Jolani come leader militante islamista e i suoi sforzi, nonostante la sua storia con Al Qaeda e accuse di violazioni dei diritti umani, per posizionarsi come una forza influente nel futuro della Siria.

Smith ha chiesto a Jolani perché le persone dovrebbero considerarlo un leader in Siria se è stato designato come terrorista dagli Stati Uniti, dalle Nazioni Unite e da altri paesi. Jolani ha definito la designazione terrorista “ingiusta” e “politica“, affermando che mentre era stato critico nei confronti delle politiche occidentali nei confronti del Medio Oriente, “non abbiamo detto che vogliamo combattere”. Jolani ha affermato che il suo coinvolgimento con Al Qaeda “è terminato” e anche in passato il suo gruppo era “contro lo svolgimento di operazioni al di fuori della Siria”. (…)

Capite che dire che al Nusra è accusata di ‘violazione dei diritti umani’ è un eufemismo. Ma è utile quando si vuol mettere in atto qualcos’altro… ovviamente, la manipolazione è tale che si deve essere capaci e disposti di una quantità abnorme di disonestà umana e professionale.

Conclusioni sul Renbranding in corso…

Al-Joulani è stato in grado di manovrare se stesso dai giorni con al-Zarqawi e al-Baghdadi alla posizione in cui si trova ora essendo molto scaltro ed essendo molto consapevole della posizione in cui si trova. Sta facendo tutto il possibile per rimanere al potere ed è disposto a fare molto per rimanere in vita.

Se agli USA servirà, non sarà ucciso. Altrimenti sarà il prossimo obiettivo per gli omicidi mirati. Molti leader del suo gruppo che sapevano troppo e potevano parlare della collaborazione con gli USA, sono stati uccisi con i famosi missili Ninja“. L’impressione però è che gli Stati Uniti vogliano utilizzarlo per proporlo come alternativa ad Assad. Altrimenti le interviste sarebbero fatica sprecata. Ovviamente la disapprovazione europea e statunitense delle ultime elezioni presidenziali, nascondo non troppo velatamente che hanno in mente altro. Hanno ‘un asso’ nella manica.

In questa direzione si stanno muovendo anche alcune Ong e organizzazioni per rinnovare l’ immagine di Jolani. Sembra molto ridicolo ma specialmente oggi, in tempo di coronavirus, non avviene nulla senza il placet della Cia ed affini.

Naturalmente, i massacri compiuti da coloro che ancora oggi i media chiamano ‘ribelli’, vengono costantemente nascosti e rimossi.
I media hanno sempre distinto rapimenti ed ogni sorta di efferatezze compiute dai cosiddetti ‘ribelli’, anche quando non questi differivano da quelli compiuti dall’ISIS.

E’ proprio il caso di dire che è una ingenuità credere che per noi possa avvenire un New Deal o una consapevolezza maggiore, quando il mondo agisce sempre con gli stessi metodi agendo sempre secondo gli stessi schemi e la stessa idea di profitto.

In fondo, quella in corso per Jolani , accade anche per noi. In entrambi i casi costituisce solo un salto di qualità nella manipolazione della percezione.

Tuttavia, un uomo non migliora solo perchè adotta una cultura  più ‘green’, oppure perchè utilizza di più il digitale, il monopattino o l’A.I…. figurarsi se un uomo può cambiare solo perchè si riposiziona rispetto agli USA. Accettare questo, ovviamente,  indica solo la misura della meschinità e della corruzione dell’interlocutore.

patrizioricci by @vietatoparlare

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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