Le truppe turche in Siria totalmente succubi alle regole del gruppo terroristico Tahrir al Sham

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Il Dipartimento di Stato americano il 31 maggio ha annunciato finalmente di aver iscritto  il gruppo Tahrir al Sham nell’elenco dei gruppi terroristici.

Ciò è accaduto mentre i miliziani di “Hayat Tahrir al-Sham” e “Failak al-Sham” continuano ad attaccare l’esercito siriano per il controllo su territori nella parte occidentale della provincia di Aleppo. Ma non solo: nei giorni scorsi Tahrir al-Sham ha compiuto attacchi anche nella zona di Latakia.

Tahrir al-Sham  (che non è altro che il vecchio gruppo denominato al Nusra) costituisce la forza preponderante nella provincia di Idlib.

Secondo l’accordo sancito ad Astana ed a Sochi, l’esercito turco avrebbe dovuto intraprendere  azioni per indebolire Hay’at Tahrir al-Sham prioritariamente proprio in questa zona. Ankara invece nella provincia di Idlib ha istituito dei posti di ‘osservazione’ senza dimostrare alcuna autorità sui jihadisti.

Invece si apprende da alcune interviste  che questi ultimi hanno concesso all’esercito turco di entrare nelle zone da essi stessi detenute solo perché hanno avuto in passato un sostanziale appoggio dalla Turchia e secondariamente  –  a detta di Abu al-Fatah al-Farghali (funzionario egiziano di Hay’at Tahrir al-Sham) – perchè Ankara ha dato rifugio a migliaia di siriani nei campi profughi allestiti dentro il proprio territorio.

Da alcune interviste fatte a capi militari di Hay’at Tahrir al-Sham viene chiarito che la natura del rapporto del gruppo con la Turchia è di piena collaborazione.  Tahrir al-Sham ha concesso all’esercito turco l’istituzione di posti di osservazione a patto che lo stesso non oltrepassasse tre ‘linee rosse’. Sta a dire che: 1) la superiorità militare nelle aree liberate deve essere tenuta dai terroristi e dall’ esercito turco; 2) i turchi non devono intervenire nel governare o amministrare le aree liberate in nessun modo;  3) la decisione che le aree detenute da Tahrir al-Sham debbano essere in pace o in guerra contro le truppe siriane (o contro al gruppi rivali),  è una decisione che attiene al gruppo terroristico.

Detto a chiare lettere, vuol dire che ogni movimento dell’esercito turco all’interno della provincia di Idlib (incluse le movimentazioni aventi come scopo la sostituzione del personale – deve avere l’assenso di  Tahrir al-Sham.

In definitiva il gruppo jihadista  non riconosce ai turchi  alcun ruolo nelle zone occupate. Comunque all’interno del gruppo Tahrir al-Sham esistono posizioni ancora più intransigenti:  in tal senso , nelle fila del gruppo terroristico, i più esigenti e radicali,  considerano la cooperazione con il governo turco (laico) come una chiara violazione degli insegnamenti della  scuola ideologica jihadista-salafita.

In ultima analisi, i punti di osservazione turchi sembrano più avere la funzione di proteggere i gruppi jihadisti – rendendo problematici gli attacchi delle unità di terra siriani e russi – che svolgere una vera e propria funzione di eliminazione dei gruppi terroristici. E’ anche vero però che sui restanti gruppi (come Nour Al-Din Al-Zinki , Jaysh Al-Ahrar e Ahrar Al-Sham e altri minori ), la Turchia esercita una forte influenza e potrebbe auspicare che questi prevalgano su Tharir al Sham.

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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