Le Syrian Democratic Force (SDF) sono una fake news: semplicemente non esistono. Lo dice il Comando per le operazioni speciali degli Stati Uniti.
Nella guerra siriana molte volte la propaganda ha cambiato la percezione della realtà semplicemente cambiando le parole. Nel caso delle Unità di Protezione Popolari (YPG) curde gli Stati Uniti hanno operato in questo senso. Vale a dire che Washington sapendo che i loro alleati alleati turchi non avrebbero accettato una alleanza con le forze curde considerate nemiche, si è pensato di mettere quest’ultime sotto l’ombrello di una nuova sigla – ovvero la ‘Syrian Democratic Force (SDF) – sia l’intera YPG, sia transfughi delle varie sigle jihadiste (compresi elementi ISIS) che avessero accettato la nuova collocazione.
Questo è quanto. Non si tratta di congetture o di complottismo’ ma della sacrosanta verità. Quello che segue è un documento eccezionale. Si tratta di un’ intervista al Generale Raymond Thomas (responsabile Comando per le operazioni speciali dell’esercito degli Stati Uniti) del il 21 luglio 2017 realizzata all’Aspen Institute Security Forum in cui chiarisce che il Syrian Democratic Force (SDF) è nient’altro che una invenzione.
Precisamente, alla domanda di come SOCOM “identifica chi deve arruolare sul campo”, il generale Thomas ha risposto così:
Come sai, a volte è necessario. [Sai,] chi è disponibile? Ciò che penso sia più discusso e più frainteso è l’evoluzione dei nostri alleati in Siria, le cosiddette forze democratiche siriane. Ora, curiosamente, sono arrivati a quel nome perché volevano chiamarsi così quando ero nella fase formativa della relazione con questi ragazzi. In precedenza si chiamavano YPG che i turchi avrebbero detto equivalevano al PKK e affermavano: “Hai a che fare con un mio nemico terrorista. Come hai potuto farlo, come alleato?
“Così abbiamo letteralmente giocato con loro [e gli abbiamo detto], sai, devi cambiare il tuo marchio.
Come vuoi chiamarti oltre all’YPG? E, con circa un giorno di preavviso, [ i curdi di YPG] dichiararono di essere le “forze democratiche siriane”.
Ho pensato che fosse un colpo di genio mettere la “democrazia” lì da qualche parte; ha dato loro un po ‘di credibilità. La parte interessante, è che ho avuto la fortuna di avere un grande partner in Brett McGurk con me nello stesso periodo, perché stavano chiedendo cose che non potevo dare loro ed [invece] è stato dato loro letteralmente un riconoscimento che erano la parte dominante demografica nel nord della Siria.
Volevano un posto al tavolo sia che ci si trovasse a Ginevra, o ad Astana, o ovunque si parlasse del futuro della Siria e, poiché erano stati etichettati come PKK, non avrebbero mai potuto arrivare al tavolo [senza il nostro aiuto].
Così, mentre ci siamo alleati militarmente con loro, Brett McGurk è stato in grado di mantene con loro un dialogo ed è stato concesso loro la legittimità necessaria per essere buoni partner per noi, quindi è stato letteralmente qualcosa come dire: “Ho bisogno di te militarmente, è un buon inizio di legittimità, poi la diplomaziapenserà come fare da un punto di vista statale o almeno da un punto di vista governativo in seguito.
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