Australia – Le nuove regole sono come il gatto che si mangia la coda

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Ricordate come nella prima ora dell’Era dei lockdown alcuni virologi dissertavano sugli “imprevedibili effetti socio-economici delle misure di blocco” i cui punti forza e di debolezza dovevano essere valutati attentamente, per vedere se il rigoroso lockdown, semplicemente bloccasse il processo pandemico in tempo (e quindi aveva senso solo per alleviare dai picchi di ricoveri il sistema sanitario prima che dei vaccini per proteggere i vulnerabili)?

Notiamo anche che all’inizio, si disse che in Svezia, (quando il suo governo rifiutò un rigoroso lockdown), il 10 per cento della popolazione era minacciata di estinzione a causa del virus. Ma questo non è avvenuto. La gente ha vissuto abbastanza normalmente ed in Svezia c’è stato un tasso di mortalità cumulativa inferiore ai tassi di infezione riscontrati in molti paesi europei che hanno adottato misure estremamente draconiane.

Ora confronta questo con le notizie dall’Australia, dove il lockdown è stato uno dei più severi e feroci, e che ora è impegnata con tutti i mezzi coercitivi verso la popolazione per sopprime diligentemente i focolai primari.

Ora di estremizzazione in estremizzazione, in Australia succede questo, come riferisce ABC News:

Nove cittadini infetti sono stati identificati a Binjari, nel nord dell’Australia. Questo ha scatenato misure senza precedenti: mentre prima i residenti di quest’area erano autorizzati a lasciare le loro case per comprare cibo, fare sport o farsi vaccinare, ora possono farlo solo per cure mediche urgenti o come richiesto dalla legge.

Il cibo sarà consegnato loro dalla polizia e dall’esercito.

È stato notato che la comunità è povera, molti non hanno l’elettricità, 15 persone vivono nelle case e fuori il caldo è di 40 gradi, quindi sperimentano un vero tormento, essendo rinchiusi tutto il giorno.

9 infetti identificati, così come 38 dei loro contatti più stretti, sono stati rimossi dal loro luogo di residenza e trasferiti in campi speciali a Howard Springs, e un totale di 200 persone vivono in questo luogo (il resto non è stato inviato al campo, ma semplicemente chiuso in casa).

Decine di agenti di polizia e dell’esercito sono stati coinvolti nel processo di repressione dell’epidemia.

Nel nostro paese c’è molta gente, la maggioranza della popolazione, che acclama ed addirittura richiede misure sempre più autoritarie.

Con questo approccio, non è escluso che lo scenario di Binjari, si replichi anche qui da noi.

Vp News

 

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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