Le navi GNL stazionano al largo delle coste europee: per scaricare aspettano che i prezzi aumentino

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Piú di 30 navi gassiere con il loro carico del valore di 2 miliardi di dollari, aspettano a largo delle coste europee che si alzino i prezzi prima di scaricare il GNL. Questo è nella logica ultraliberista che guida anche le istituzioni europee, inebria di potere ed impedisce una vita pacifica.

La notizia è del The Financial Times il quale riporta che più di 30 navi cisterna trasportanti gas naturale liquefatto (GNL) stazionano al largo delle coste europee, mentre i proprietari delle merci energetiche scommettono che la tregua autunnale dei prezzi sarà di breve durata.

Secondo i dati della società di analisi Vortex, le navi che trasportano GNL sono inattive o navigano lentamente nell’Europa nord-occidentale e nella penisola iberica. Negli ultimi due mesi il numero di navi nelle acque europee è raddoppiato.

I proprietari del GNL trasportato dalle navi gassiere si aspettano che i prezzi aumentino nei prossimi mesi,  quando con l’arrivo dell’inverno le temperature scenderanno   e l’eccedenza di gas in Europa inizierà a ridursi . Secondo i dati di Vortex, altre 30 navi stanno attraversando l’Atlantico e si prevede che anche loro si uniranno ai ranghi del resto della flotta che aspetta l’inverno.

‘La coda’ di navi cisterna trova origine dal fatto che alla vigilia dell’inverno i paesi europei hanno riempito quasi completamente gli impianti di stoccaggio. Ciò è stato ottenuto attraverso ingenti acquisti di GNL effettuati allo scopo di sostituire il gas russo, la cui fornitura è stata interrotta in risposta alle sanzioni occidentali.

Il clima più caldo del solito di quello che normalmente si registra in questo periodo dell’anno, ha anche ridotto la domanda di gas per il riscaldamento consentendo il riempimento dello stoccaggio e la riduzione dei prezzi. Secondo Gas Infrastructure Europe, alla fine di ottobre gli impianti di stoccaggio europei erano pieni al 94%, nel Belgio al 100%, in Francia al 99% e in Germania al 98%.

Questo ricorda la situazione dell’industria petrolifera quando la crisi del coronavirus era al culmine. Allora un eccesso di petrolio aveva costretto i commercianti a caricare petrolio sulle navi, usandole come depositi galleggianti, in attesa che i prezzi salissero nuovamente.

Un trader ha affermato che “Un’azione simile si è già vista nel mercato del GNL lo scorso settembre, quando i prezzi del gas in Europa hanno iniziato a salire rapidamente”.

Felix Bout, capo del GNL a Vortex, ha aggiunto che “probabilmente ci vorrà un altro mese per trovare un terminale in cui scaricare”. Quindi da un lato queste navi non possono scaricare perché i depositi sono pieni, dall’altro conviene loro aspettare il rialzo dei prezzi.

Problemi di logistica

I futures sul gas TTF olandesi, il benchmark europeo, sono diminuiti drasticamente negli ultimi mesi a causa del clima più mite della media in questa stagione e dei livelli di riempimento più elevati negli stoccaggi europei: ciò ha influito facendo ribassare i prezzi. I contratti di fornitura TTF di novembre, scaduti di recente, sono stati scambiati al di sotto di €85/MWh ($24,2/MMBtu), in calo di circa il 70% rispetto al picco di fine agosto.

Tuttavia, il mercato si trova ora in quello che nel settore è noto come “contango”, termine che indica una situazione di mercato dove il prezzo spot di consegna immediata è inferiore ai prezzi futuri. I contratti TTF di dicembre sono circa il 30% più alti rispetto a quelli di novembre e il contratto di gennaio di circa il 35% più alto, spingendo i traders a ritardare le consegne quanto più possibile.

I ritardi delle merci hanno portato a una carenza di navi disponibili e a un corrispondente aumento dei costi di trasporto, il che riduce ulteriormente la disponibilità di GNL per gli acquirenti asiatici che sono in competizione con l’Europa per le forniture durante tutto l’anno.

Secondo Argus Media, al 31 ottobre, le spedizioni dalla costa del Golfo degli Stati Uniti all’Asia nord-orientale erano stimate a $ 478.000 al giorno e all’Europa nord-occidentale a $ 468.000 al giorno. Entrambi gli indicatori sono a livello record: le spedizioni costano il doppio rispetto a un anno fa.

Nelle ultime settimane, il prezzo base del GNL asiatico è stato spesso più alto di quello europeo, il che potrebbe incoraggiare gli appaltatori a indirizzare la merce in Asia, ma le tensioni nel mercato del trasporto di GNL significano che “poche aziende sono in grado di fornire capacità di trasporto aggiuntiva. Questo vuol dire che non sarà possibile vendere merci dagli Stati Uniti o dall’Africa occidentale all’Asia nord-orientale invece che all’Europa, indipendentemente dalla differenza tra i prezzi del GNL stabiliti in Europa , rispetto a quelli del nel nord-est asiatico”, ha affermato Samuel Good, Head of LNG Pricing di Argus Media.

Samuel Good ha anche aggiunto che – visti i prezzi più alti e poiché il commercio in Europa impiega meno giorni per viaggiare rispetto alla spedizione in Asia –  “le aziende stanno cercando di spostare la consegna del GNL in scadenza in Europa nel periodo che va tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre”  e per le aziende USA è “più facile  distribuire” il carico mantenendolo nelle acque europee.

da un articolo del The Financial Times (https://www.ft.com/content/19ad9f9f-e1cb-40f9-bae3-082e533423ab)

Considerazioni

Ovviamente, questa circostanza mostra molto chiaramente come la pratica corrente di vendere gas e petrolio ai prezzi che si formano giornalmente presso la borsa di Amsterdam, sia pura speculazione. Precedentemente, i prezzi del gas venivano stabiliti preventivamente tramite contratti pluriennali (alcuni ancora in essere con la Russia). Poi, le regole europee e il desiderio delle aziende del mercato libero di lucrare sempre di più (anche sui beni primari) a prezzo di mercato, hanno indirizzato le aziende energetiche a quotare a prezzi decisi in borsa. La situazione è aggravata dal fatto che anche le forniture residue di gas che provengono dalla Russia (comprese quelle contrattualizzate) sono fatte pagare agli utenti a prezzi di borsa.

Tutto questo è stato possibile solo con il bene placito della Commissione Europea. La maggior parte dei costi è scaricata sugli stati per legarli a doppio filo alle politiche europee che seguono prevalentemente logiche mercantilistiche ed ideologiche. A loro volta gli stati realizzano extragettiti fiscali che utilizzano provvisoriamente per bonus e misure di sostegno alle popolazioni ed alle aziende.
Dulcis in fundo ora

appuriamo dal Financial Times delle code di navi gassiere, che trasportano GNL e aspettano la prossima impennata di prezzi. Questo è il sistema e questa è la sostanza: Il fattore lucro e lo sfruttamento dei mercati che tendono a scaricare verso il basso gli effetti tossici dell’ultraliberismo, giocano un ruolo di primo piano nelle vicende attuali, anche sul conflitto in Ucraina, che per l’occidente è innanzitutto una guerra di supremazia globale.

La degenerazione attuale rende molto evidente come il potere costituito consideri l’uomo una sua proprietà, da ‘regolare’ secondo una mentalità ecologista e maltusiana distruttiva. a l’uomo non è descritto dall’insieme dei ‘diritti’ che il potere decide di concedere, è invece l’esito di una Iniziativa che supera la contingenza terrena.
Solo una accresciuta consapevolezza di sé potrà frenare la degenerazione in atto che assume sempre di più un carattere non casuale, ma strutturale.

VPNews

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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