L’Austria ha approvato l’eutanasia

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Papa Francesco a riguardo dell’eutanasia si è espresso così: “L’eutanasia e il suicidio medico sono una sconfitta totale. La risposta a cui tutti siamo chiamati è quella di non lasciare mai chi soffre, di non arrendersi, ma di prendersi cura e amare per restituire la speranza”. Naturalmente, questo confligge con la smania morbosa per la salute che – nei nosocomi di tutta Europa – priva della vicinanza dei cari (anche in punto di morte), per paura del covid.
I segni di imbecillità ormai li tocchiamo con mano ogni giorno, ad esempio es. pensiero primitivo, rigorosamente coerente, stereotipato, incapacità di andare oltre i limiti del modello proposto, incapacità di formare concetti astratti e di operare con essi, incapacità di pensare in modo critico in condizioni di contraddizioni conoscitive, incapacità di immaginazione creativa.
Quindi, non c’è da farsi illusioni: ora che il terreno è pronto, l’eutanasia sarà applicata dai governi di tutti i paesi. Ora si è visto che è estremamente facile farlo e, soprattutto, che i mezzi di convincimento collettivo funzionano sulla platea da anni preparata. Non servirà dire di no quando si è ceduto in profondità sul facile.

La notizia che riporto è del National Review:

L’Austria legalizza il suicidio assistito

Alla fine dello scorso anno l’alta corte austriaca aveva stabilito che i diritti all’autodeterminazione e a una “morte dignitosa” comprendono il diritto al suicidio e a ricevere assistenza. Ora, il parlamento ha legalizzato la prescrizione di veleni ai malati terminali e ai disabili a partire dal prossimo anno. Lo riporta la pubblicazione Deutsche Welle : :

L’Assisted Suicide Act offre l’opzione di una ‘direttiva anticipata’, simile a un testamento biologico, solo alle persone di età superiore ai 18 anni che sono malate terminali o soffrono di una condizione permanente e debilitante.

Ogni caso deve essere valutato da due medici, uno dei quali dovrebbe essere un esperto di medicina palliativa. Come parte dei loro doveri, devono determinare se un paziente sta optando per l’eutanasia in modo indipendente.

Devono trascorrere almeno 12 settimane prima che a un paziente venga concesso l’accesso alla procedura, per garantire che l’eutanasia non venga richiesta a causa di una crisi temporanea. Tuttavia, per i pazienti nella “fase terminale” di una malattia, il periodo può essere ridotto a due settimane.

L’individuo dovrebbe quindi redigere il proprio testamento con un notaio o un difensore del paziente prima di poter ottenere un farmaco letale da un farmacista.

Quindi non c’è nessuna sorpresa [e tutto sembra estremamente corretto]. Ma non aspettarti che tutti si attengano a queste presunte “linee guida rigorose” – che per cominciare sono piuttosto aperte -. In fondo tribunale ha stabilito che il suicidio e il suicidio assistito sono diritti fondamentali. Quindi, da quando le libertà fondamentali sono state limitate a particolari classi di persone?

Se l’Austria seguirà il solito schema, la nuova legge sarà contestata dagli attivisti dell’eutanasia come indebitamente restrittiva, come è successo quando il parlamento canadese ha cercato di limitare la portata dell’eutanasia sulla scia di una sentenza del tribunale. Quella causa avrà successo e la legge sarà ulteriormente allentata. Alla fine, diciamo entro cinque o dieci anni, l’Austria avrà un diritto di morte su richiesta equivalente a quello della Germania.

Non commettere errori: questa è la destinazione finale, se non l’obiettivo, del movimento internazionale per l’eutanasia. E questo è lo scopo del dibattito che dovremmo avere piuttosto che le sciocchezze sulla malattia terminale, che è un sotterfugio tattico utilizzato dagli attivisti per convincere la gente ad accettare il principio della morte su richiesta – come enunciato negli anni ’90 da Jack Kevorkian .

fonte: https://www.nationalreview.com/corner/austria-legalizes-assisted-suicide/

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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