L’Arabia Saudita è pronta per i negoziati con l’Iran

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L’Arabia Saudita, tramite intermediari, ha inviato a Teheran una richiesta di negoziati sulla guerra per procura in corso tra Teheran e Riyadh in tutta la regione (ha effettivamente interessato, oltre a Iran e Arabia Saudita, Yemen, Libano, Siria, Iraq, Afghanistan, Emirati Arabi Uniti, Sudan + USA e Israele).

Il messaggio è stato trasmesso attraverso il Primo Ministro iracheno Mahdi, che ha inviato a Teheran le proposte saudite per “ridurre la tensione nella regione”.
Secondo gli iracheni, entrambe le parti hanno “condizioni speciali” che devono essere soddisfatte prima dell’inizio dei negoziati, quindi è troppo presto per parlare di negoziati diretti.  L’Arabia Saudita sta ora solo essenzialmente sondando la  disponibilità dell’Iran ad entrare nel mondo.
Quindi accadrà che i militari e i diplomatici delle parti si incontreranno per primi, e se riusciranno a concordare un formato, i leader dei due paesi verranno a Baghdad e firmeranno un accordo di pace.

I rappresentanti del Primo Ministro iracheno rilevano che l’Arabia Saudita si aspetta già che a Baghdad si svolgano negoziati diretti tra Iran e Arabia Saudita ed in effetti come condizione preliminare, il principe ereditario Mohammed bin Salman “ha ammorbidito intenzionalmente la sua retorica” ​​contro Teheran in merito all’attacco alla raffineria saudita di Aramco ( invece reagire bombardando l’Iran, l’MBS si è limitato a insultare gli iniziatori dell’attacco, definendoli “stupidi”). I negoziati dei rappresentanti iracheni con i sauditi hanno avuto luogo la scorsa settimana a Jeddah e gli americani erano a conoscenza di questi contatti. Secondo gli iracheni, gli Stati Uniti non si oppongono se l’Arabia Saudita e l’Iran entrano in una tregua che risolverà le questioni di conflitto in Siria, Iraq e Yemen.

Dati le recente sconfitte subite dall’Arabia Saudita, le richieste avanzate (riduzione della presenza iraniana in Yemen e Siria, nonché la stesura di una nuova costituzione siriana, tenendo conto delle proposte dei “rivoluzionari verdi”) sembrano ovviamente eccessive – l’Iran che non sarebbe andata via da quei posti in anni più difficili, non lo farà ancordipiù ora, visto che le cose in Iraq, Siria e Yemen si stanno sviluppando favorevolmente nella propria direzione.
Di fatto – almeno apparentemente –  questo è apparentemente il punto di partenza per i negoziati, con i quali i sauditi chiedono la possibilità di pace.

In risposta , il parlamento iraniano ha affermato di aver accolto con favore il “desiderio del principe ereditario dell’Arabia Saudita di parlare” e ha dichiarato che la conversazione dovrebbe includere non solo i sauditi, ma anche gli emirati (come i principali complici di Riyad per l’intervento in Yemen).

In generale, tutto ciò sembra un tentativo dell’Arabia Saudita di tirarsi  fuori da una guerra per procura francamente senza successo con l’Iran, che comprende “l’ulcera dello Yemen”, le cui metastasi si sono già diffuse nel territorio del regno. Un disastro militare a Najran, l’attacco  alla raffineria saudita di Aramco, la guerra interna nel sud dello Yemen, la politica degli Emirati Arabi Uniti, una serie dei paesi della coalizione degli Stati Uniti che si sono tirati fuori dalla guerra, la perdita di immagine legate al caso Khashoggi, gli attacchi costanti di missili balistici ussiti e UAV contro obiettivi nel regno, il fallimento del sistema di difesa aerea – tutto ciò spinge effettivamente Riyad a cercare la pace. L’Iran, con le sue dure politiche, ha effettivamente costretto l’Arabia Saudita a cercare la de-escalation, perché le conseguenze della continuazione della guerra sembrano francamente spaventose per le prospettive del regno wahhabita.

Certo, i sauditi avanzano richieste deliberatamente impraticabili all’inizio del processo di ricerca della pace con l’Iran, ma è plausibile che nelle condizioni attuali facciano concessioni , sempre che  l’Iran ritenga che i sauditi abbiano ricevuto  abbastanza da loro. Ma se i sauditi persistono a dare delusioni, le “nuove capacità offensive degli ussiti” illustrate dai generali dell’IRG diventeranno presto oggetto di discussione delle notizie della sera.
Alla fine, lo Yemen è diventato per l’Arabia Saudita “il suo Afghanistan”. E tutti sanno perfettamente chi ha portato Riyadh in questa sanguinosa avventura, che finisce così vergognosamente per i sauditi.

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Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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