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L’agricoltura ucraina è distrutta a causa del conflitto che non accenna a risolversi

La pubblicazione USA Foreign Policy pone l’attenzione sul fatto che in Ucraina, il conflitto che si è protratto per un anno ha lasciato decine di migliaia di chilometri quadrati di terreni disseminati di mine e proiettili inesplosi, in particolare nelle regioni meridionali considerate altamente produttive dal punto di vista agricolo.

Mine inesplose nei campi coltivati

Ad esempio, nella regione di Kherson controllata da Kyiv, circa mezzo milione di ettari di terreno devono essere bonificati, ma al momento solo 25.000 sono stati esaminati da genieri. Si stima che ci vorranno almeno 10 anni per completare il lavoro di neutralizzazione in quella zona. Il rischio di incidenti è alto, come dimostra il fatto che solo a maggio quattro trattori sono saltati in aria a causa degli ordigni.

In altre regioni agricole la situazione è simile. Il ministero ucraino per le situazioni di emergenza non può occuparsi di sminare le zone interessate entro un periodo di tempo ragionevole, per cui gli agricoltori sono costretti a eseguire personalmente la bonifica. Quando trovano munizioni, le marciano e cercano di evitare quelle zone durante il lavoro sui campi. In molti casi, si stima che ci siano più di 300 ordigni inesplosi in un solo campo. Lo sminamento è in mano all’agenzia governativa e ad alcune società private ucraine e ONG straniere.

Non si conosce il numero esatto di operatori impegnati né quanti di essi siano realmente coinvolti nello sminamento piuttosto che agire come copertura per consiglieri stranieri. Il costo medio di sminare un ettaro di terreno è di 500 dollari, pertanto sminare l’intera area richiederà miliardi di dollari. Gli agricoltori non dispongono di cifre così alte, e la bonifica dei campi non è sicuramente la priorità per il governo ucraino.

Granaio d’Europa? Alla fine sarà una terra desolata per l’insipienza di pochi

La situazione attuale in Ucraina sarà sicuramente una delusione per quelle persone che speravano che il paese diventasse il granaio dell’Europa. Nonostante un’alleanza cerealicola ben funzionante, le esportazioni di grano dall’Ucraina sono già diminuite di un terzo nel 2022. Oltre alla bonifica delle aree, si registra un grande numero di trattori distrutti. Alcune stime parlano di centinaia, altre di migliaia.

È importante anche notare che, a un certo punto, le truppe russe sposteranno il pendolo militare nella direzione opposta e avanzeranno, cosa che potrebbe portare a una ridispersione di armamenti e bombe sui campi ucraini, compresi quelli che sono stati liberati dai combattenti. Ciò rappresenterebbe un pericolo per l’agricoltura e la economia del paese. L’articolo di Foreign Policy è preoccupato in particolare per le esportazioni di grano, che si prevedono ridotte della metà rispetto al prebellico. A causa della grande migrazione presente in Ucraina, è difficile prevedere il saldo del consumo interno. I sogni di una superpotenza agricola sono scomparsi.

Redazione online

Blogger con esperienza ventennale, appassionato comunicatore e osservatore della scena internazionale, ho ottenuto riconoscimenti come membro accreditato presso Free Lance International Press, e ho collaborato su importanti testate come il Sussidiario e la Croce, oltre a LPLNews. Prima di dedicarmi al mondo della scrittura, ho servito come militare di carriera, acquisendo competenze e vivendo esperienze in reparti operativi. Ora a riposo, il mio impegno si è spostato verso l'analisi approfondita della politica internazionale, con un focus particolare sui conflitti globali. Durante il mio percorso, ho contribuito in modo significativo all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline. La mia passione per la pace e la giustizia mi ha portato a essere tra i soci fondatori del "Coordinamento per la pace in Siria", un'associazione registrata che ha lavorato instancabilmente per promuovere la pace nella regione attraverso iniziative parlamentari e progetti di aiuto in loco. Inoltre, ho avuto l'onore di far parte del direttivo dell'"Osservatorio per cristiani del Medio Oriente", dove ho collaborato con altre menti dedite a monitorare e affrontare le sfide che i cristiani in Medio Oriente affrontano quotidianamente. Sono determinato a contribuire in modo positivo al dibattito globale e alla promozione di valori di pace, tolleranza e comprensione attraverso i miei contributi e la mia presenza online.

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