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Home Editoriale ULTIMI POST

La vicenda dell’IL20 russo abbattuto presenta numerose lacune

20 Settembre 2018
in ULTIMI POST
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La vicenda dell’IL20 russo abbattuto presenta numerose lacune
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Come sappiamo, il 17 di settembre è avvenuto un attacco aereo israeliano su Latakia e su altre località siriane. Tuttavia la quasi totalità di missili sono stati intercettati dalla difesa aerea e distrutti. A Latakia invece , nonostante la difesa aerea siriana (e forse anche russa) sia intervenuta, alcuni missili sono riusciti a colpire alcune installazioni industriali civili (una fabbrica d alluminio, una centrale elettrica, una fabbrica di chimica d uso domestico) causando il ferimento di 10 persone.

L’attacco ha procurato anche l’abbattimento di un aereo da ricognizione russo IL 20 (con 15 militari a bordo ) in circostanze poco chiare. L’IL 20  stava rientrando dalla una missione di perlustrazione sul Mediterraneo. Nessuno dell’equipaggio è sopravvissuto.

Dopo l’abbattimento dell’aereo russo, ci sono state varie versioni circa la dinamica di quanto accaduto:

Dichiarazione del ministero della Difesa Russo.

“Lunedì Sera quattro Jet F-16 Israeliani hanno attaccato Latakia arrivando dal Mediterraneo. I jet israeliani sono arrivati a bassa altitudine creando una situazione di pericolo per altri aerei nell’area. I piloti Israeliani hanno usato l’aereo Il-20 Russo come copertura, facendolo apparire come target alle forse Siriane di difesa aerea. Il Il-20 che ha una sezione radar molto più grande degli F-16 è stato abbattuto da un missile del sistema S-200 Siriano.

La reazione russa.

La risposta russa è stata immediatamente molto conciliante. Perciò l’impressione è che ci siano stati nascosti alcuni elementi di ciò che accaduto. Probabilmente è successo, come con l’abbattimento del Su 24 russo che nel valutare una reazione ci siano state altre valutazioni più generali. Infatti se in quell’occasione Putin avesse risposto duramente alla Turchia per abbattimento del SU 24 , oggi non ci sarebbe stato l’accordo di SOCHI. In questo caso riguardo ai fatti di oggi, è probabilmente che è quell’accordo che si voleva inficiare. Perciò ci sono evidentemente delle valutazioni che ci sfuggono.

Questa percezione è motivata dai molti oscuri che si evidenziano intorno alla vicenda. Uno di questi punti oscuri è stato segnalato da un utente sul forum sulla Siria di ‘Termometro Politico’ che mette in dubbio che i jet F16 israeliani si possano essere  nascosti nell’ombra radar per usarlo come esca.

inizio citazione

Per posizionare alcuni F16 (si parla di 4 jet che hanno effettuato l’attacco) nelle vicinanze del velivolo russo, gli Israeliani avrebbero dovuto effettuare un avvicinamento preciso al millimetro in termini di tempi. Il mezzo russo stava infatti rientrando e si trovava a circa 20-25 km dalla costa e tali Falcon l’avrebbero dovuto incrociare con una quota e una traiettoria di volo perfetto.

Non solo, ma l’IL-20 e’ un aereo ELINT dotato di sensori passivi (probabilmente anche elettro-ottici) e sopratutto numerose finestrine lungo la fusoliera.

Per confondere i radar siriani i Falcons dovevano “appiccicarsi” a tale aereo ad una distanza non superiore ad una decina di metri. Possibile che i russi non si siano accorti di avere 2-3-4……jet in coda ?

E anche fosse stato possibile tale avvicinamento volare cosi attaccati con le armi stand off, i serbatoi di carburante e via dicendo e’ assai rischioso.

Gli Israeliani hanno sicuramente lanciato delle armi stand off, il cui funzionamento richiede un “man in the loop”.

Vale a dire che dopo il lancio l’aereo resta nelle vicinanze ad orbitare per parecchie decine di secondi. Il datalink riceve le immagini del missile lanciato ed un operatore lo guida sul bersaglio. Tale modalita e’ assai incompatibile con la procedura di “nascondino” sotto il plurimotore di Mosca.

Aggiungo inoltre un altro particolare. I siriani hanno parlato di “razzi lanciati dal mare”. Ebbene e’ probabile che gli Israeliani abbiano usato dei missili-drone lanciati da una nave.Parliamo di questo.

Si tratta di una “loitering munition” con una gittata di alcune centinaia di km. Puo essere utilizzata da pallets anche da navi commerciali.

Se hanno calcolato la rotta di rientro dell’aereo russo hanno quindi lanciato in coda ad esso nello stesso corridoio di volo numerosi drone/missili e armi stand off dagli F16.

I siriani nelle ultime settimane credo proprio abbia “accorciato” parecchio i tempi di reazione della propria contraerea. Questo significa fare meno “checks” durante le fase di ingaggio. Non hanno quindi dedicato tempo sufficiente per calcolare la traettoria di impatto dei missili in relazione alla posizione del plurimotore russo, che forse volava con il sistema IFF spento o malfunzionante.

La fregata francese presente nelle acque antistanti potrebbe aver fornito “protezione” alla nave “fantasma” israeliana carica di missili/droni.

fine citazione

A proposito è interessante notare che la notizia di un cargo israeliano da cui erano partiti missili era stata immediatamente data in rete da alcuni tweet.

Quelli che ho riportato sopra di Termometro Politico, sono solo alcuni interrogativi intorno alla vicenda. Rappresenta solo una delle versioni alternative plausibili, mentre quella ufficiale mostra parecchi punti che suscitano interrogativi insoluti.

A creare poi ancor più perplessità è la circostanza della presenza della fregata francese che navigava a largo di Latakia. In particolare, il Ministero della Difesa russa aveva comunicato immediatamente di aver rilevato dati secondo i quali risultava che alcuni missili  erano stati lanciati dall’imbarcazione , ma di questi missili successivamente non ne ha parlato più.

Insomma non so se tutto sia andato esattamente in questo senso, ma sicuramente si intuisce sempre di più che quello che è accaduto è uno scenario molto più complesso di quello che si vuol far apparire.

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Patrizio Ricci associato Freelance International Press (FLIP), socio dell’ass. Blogger Samizdatonline, Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Coofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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Si può essere ingannati dal nome, ma “Vietato Parlare” non è un blog ‘complottista’ o affine. Il mio blog nasce provocatoriamente: l’idea di mettere su un blog è nato dall’aggressione dei paesi occidentali alla Libia a cui è seguita a ruota il tentativo di rovesciamento di Assad in Siria.
Tuttavia, oggi – tra task force in cerca di fake news, restrizioni alla libertà di educazione ed affini –  il nome del mio blog non suscita più alcuna sorpresa, essendo più comprensibilmente a tema.

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