La UE, un mostro istituzionale che si autoalimenta

La deriva autoritaria dell’Unione Europea non è un evento accidentale o il frutto di errori isolati, ma il risultato di una precisa architettura istituzionale che ha progressivamente svuotato le sovranità nazionali per sostituirle con un sistema tecnocratico, sempre più distante dalla volontà popolare. Questo non sarebbe stato possibile senza la complicità dei cittadini europei, che in larga parte continuano a difendere l’UE e l’euro, accettando passivamente il dogma dell’irreversibilità dell’integrazione europea.

Un mostro istituzionale che si autoalimenta

L’UE è un sistema di potere opaco e autoreferenziale, in cui le decisioni chiave vengono prese da organi non eletti e scollegati dalla realtà sociale ed economica degli Stati membri. La Commissione Europea, ad esempio, non risponde a nessun popolo, ma solo ai vertici delle élite finanziarie e delle lobby che dominano Bruxelles. Il Parlamento Europeo è una farsa di rappresentanza, con un potere legislativo limitato e incapace di modificare le traiettorie imposte da Commissione e Consiglio.

Questa costruzione istituzionale non può riformarsi dall’interno, perché è concepita per essere uno strumento di governance sovranazionale, funzionale agli interessi di chi la controlla: in primis il mondo della finanza globalista, le multinazionali e i think tank collegati al World Economic Forum di Davos.

L’euro: la gabbia perfetta

La moneta unica è il più potente strumento di controllo che l’UE ha imposto ai suoi membri. Con la cessione della sovranità monetaria, gli Stati hanno perso la possibilità di gestire le loro economie in base alle loro necessità, e sono stati sottomessi alle regole del Patto di Stabilità, del Mes e della BCE. L’euro ha funzionato da acceleratore delle disuguaglianze:

ha favorito le economie più forti (Germania) e indebolito quelle più fragili, come l’Italia e la Grecia;

ha distrutto la possibilità per gli Stati di attuare politiche economiche espansive autonome;

ha vincolato la spesa pubblica agli interessi del grande capitale finanziario.

Ma gli stessi cittadini europei difendono questo sistema, perché sono stati educati a credere che l’euro sia sinonimo di stabilità e progresso, quando in realtà è un cappio al collo che impedisce alle nazioni di reagire alle crisi economiche.

L’UE: allieva perfetta di Davos

L’UE è diventata il laboratorio perfetto per applicare l’agenda globalista promossa dal WEF e dalle grandi istituzioni sovranazionali (ONU, FMI, Banca Mondiale). L’agenda green, la digitalizzazione forzata, la limitazione delle libertà individuali (come visto durante il Covid) sono tutti tasselli di un progetto che mira a centralizzare il potere e a ridurre gli Stati a semplici amministrazioni locali di un governo europeo non eletto.

L’UE ha dimostrato in molte occasioni la sua fedeltà ai dogmi di Davos:

Politiche climatiche suicide (Fit for 55, Euro 7, limitazioni all’agricoltura) che impoveriscono i cittadini in nome di un’utopia verde che avvantaggia solo le multinazionali;

Censura e repressione del dissenso (Digital Services Act, lotta alla “disinformazione”) per eliminare ogni voce contraria alla narrazione ufficiale;

Sostegno a guerre e rivoluzioni pilotate (Ucraina, Georgia) per favorire l’espansione dell’influenza atlantista;

Politiche migratorie imposte dall’alto, che destabilizzano le identità nazionali e creano tensioni sociali.

Il popolo europeo è complice della sua prigionia

La UE è un mostro alimentato dai suoi stessi sudditi. Troppi cittadini, per ignoranza o per convenienza, continuano a difendere questo sistema, nonostante sia evidente che stia distruggendo il modello sociale europeo. Lo stesso vale per le classi dirigenti nazionali, che anziché opporsi a Bruxelles ne eseguono le direttive.

La soluzione: sovranità o una vera Federazione

L’unica via d’uscita è la rottura dell’attuale Unione Europea. Questo può avvenire in due modi:

1. Un ritorno alle sovranità nazionali, con il ripristino del controllo sulla moneta, sulle politiche economiche e migratorie, e il recupero della libertà politica.

2. Una Federazione di Stati sovrani, con un’architettura completamente diversa: un’Europa confederale, dove ogni nazione mantiene la propria indipendenza e collabora su basi volontarie, senza diktat da Bruxelles.

L’attuale UE, invece, è un impero burocratico che si muove nella direzione opposta, cercando di accrescere il suo potere a scapito degli Stati membri.

L’UE deve cadere, perché è diventata un moloch anti-democratico, ostaggio delle élite di Davos e incapace di rispondere ai bisogni reali dei popoli. Se vogliamo un futuro di libertà e autodeterminazione, dobbiamo smettere di accettare passivamente il dogma europeista e iniziare a costruire alternative concrete.

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