La UE ci mette in guardia dalle informazioni false? No, fa di più: le cancella direttamente

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La UE vuole prendersi cura di noi come bambini o vuole evitare ogni critica dandoci una informazione univoca? In entrambi i casi non è il genere di ruolo che io immagino per una istituzione liberale.

“La falsa informazione nel mondo può costare vite. Stiamo lavorando con le piattaforme online per fermare quanti cercano di approfittare della crisi  [da Coronavirus] o di sfruttarla. Oggi presenteremo un rapporto sull’azione dell’Ue contro la disinformazione ed i prossimi passi da fare“, è quanto ha detto oggi la presidente della Commissione Europea Ursula Gertrud von der Leyen in un videomessaggio su Twitter.

[su_quote style=”flat-light”] “Possono l’aglio o la vitamina C fermare il coronavirus? No. Il Coronavirus colpisce solo gli anziani? No. Ma abbiamo visto tutti queste false affermazioni on-line o sui social media. C’è un numero crescente di notizie false che riguardano la crisi del Coronavirus in circolazione, particolarmente on-line. C’è un’enorme ondata che si nutre di incertezza.

Sono veramente preoccupata che alcune di queste possano danneggiare le persone. Ad esempio la falsa affermazione che bere la varechina curi il virus. Bere la varechina può essere mortale. Sono anche preoccupata che quanti sono dietro queste affermazioni, sfruttino le paure delle persone, solo per fare soldi, vendendo loro, ad esempio, saponi molto costosi che ucciderebbero i germi del coronavirus. Questo deve finire”. “Siamo al lavoro con le piattaforme on-line e le incoraggiamo a rafforzare la loro azione contro la disinformazione sul Coronavirus.

Le piattaforme facilitano l’accesso a fonti affidabili, come le autorità di salute pubblica, e retrocedono o addirittura tolgono contenuti lesivi e pubblicità fuorvianti, ma c’è ancora altro da fare. I social media devono condividere i dati con la comunità di fact checkers, in modo tale che insieme possiamo smantellare queste voci pericolose.

Continueremo a monitorare molto da vicino le azioni intraprese dalle piattaforme, e vi vogliamo aiutare a verificare i fatti. Abbiamo attivato una sezione speciale sul website della Commissione sulla risposta al Coronavirus, in cui si possono trovare risposte su alcune di queste storie che vedete circolare. Credete nelle vostre Autorità sanitarie

Credete all’Oms. Credete ai media con reputazione di accuratezza. La disinformazione vi può danneggiare. La disinformazione può costare vite”.[/su_quote]

Inasprimento della censura e della centralizzazione

In realtà la disinformazione è passata proprio attraverso organi ufficiali che pretendono di essere gli unici per non essere contraddetti e sconfessati da nessuno. L’ufficialità non è garanzia di informazione corretta, tutti conosciamo gli errori dell’OMS o le fake news sulla guerra di Serbia, di Libia, irachena o siriana su cui ancora oggi la UE impone inique sanzioni che si basano soprattutto su una errata narrazione della realtà.

[su_spacer]La gente poi non è così stupida da bere varechina perché glielo dice qualcuno online. È un’offesa all’intelligenza della gente e un attacco alla libertà e alla pluralità di informazione. Viceversa, però può essere tratta inganno nel caso di informazione univoca. Soprattutto perché le istituzioni non hanno interessi convergenti con quelli dei cittadini, così rappresentati come sono da lobby , think thank, multinazionali e banche d’affari.

Difendere lo status quo

La giustificazione pubblica è quella di tutelare i cittadini fino all’inverosimile. Questo almeno è quello che vogliono giustificare ogni cosa: sempre per un bene, sempre per un motivo umanitario.  In realtà è difendere il proprio status quo, fare in modo che nulla cambi e che ci sia approvazione.

Rimuovere la pluralità informativa non è mai una buona idea, specialmente quando non si tratta di crimini ma di opinioni. Ed in campo scientifico abbiamo visto che punti di vista differenti scartate dalla scienza ufficiale , sono state poi riaccreditate successivamente.

Più giusto dare invece gli strumenti perché si discrimini autonomamente il vero dal falso. A maggior ragione tale considerazione vale per gli adulti. In fondo l’istruzione e l’informazione esistono proprio per questo.

Il modo di parlare della Von der Leyen risulta particolarmente irritante quando poi accosta volutamente per il discredito l’aglio alla vitamina C o indifferentemente, all’ingestione della varechina.

Alla Van der Leyen fa eco  l’Alto rappresentante della Ue, Josep Borrell. Egli avvisa noi ‘ignari cittadini’ che:

[su_quote style=”flat-light”]”la pandemia di Coronavirus è anche un’infodemia. È accompagnata da un’enorme ondata di disinformazione e frodi ai danni dei consumatori. Ha dimostrato che la disinformazione non solo danneggia la credibilità delle nostre democrazie, ma danneggia anche i cittadini”.[/su_quote]

Per quanto riguarda le più grandi minacce estere che propagandano disinformazione, la vicepresidente della Commissione europea, Vera Jurova avvisa che sono la Russia e la Cina, “Tant’è  che Google ha bloccato e rimosso oltre 80 milioni di inserzioni pubblicitarie legate al Covid a livello globale”, ha detto la Jurova.

UE preoccupata per le fake news? Stimoli la pluralità informativa e non i fact checkers

Se si volesse veramente contrastare la ‘falsa informazione’ – ma questa definizione è di per sé pericolosa perché non è separata in modo distinto dalla parola ‘opinione‘ – si opterebbe per informare maggiormente: questo è il SOLO modo democratico di contrastare la cattiva informazione rispettando la libertà di espressione. In caso contrario avviene una restrizione della libertà di informazione.

Paradossalmente,  quello che il messaggio della von der Leyen trasmette, è che la forma perfetta della corretta informazione è il monopolio governativo. Tutto in fondo è fatto per il bene del popolo.

Strano perciò che si critica la Cina, quando la UE sta facendo a gara per raggiungerla, adottando gli stessi sistemi. Sentito la von der Leyen , direi che siamo sulla buona strada ma ridicolo allora criticare la Cina: anch’essa afferma di operare per il bene del popolo.

Quello che vediamo è che ‘passo dopo passo’, le istituzioni europee stano eliminando quegli ‘ostacoli’ che ‘rallentano’ la democrazia. Dicono che essi sono costituiti dalla burocrazia, ma ‘ostacoli’ sono sempre più spesso anche le  Costituzioni nazionali, che infatti puntualmente si trova il modo di scavalcare con una immancabile ‘emergenza’.

Potremmo dire che ormai la pandemia non si diffonde solo con i virus covid-19 ma si diffonde anche con un altro genere di virus; con una mentalità che sta sconvolgendo le istituzioni europee, laddove ‘corretto’ è  solo ciò che si riconosce in questa ideologia che accomuna i ‘manovratori’.

Se andate sull’account twitter o sui siti della UE vi accorgerete che negli ultimi giorni ( vedi qui, qui, qui, qui e qui), tutta l’attenzione delle istituzioni europee è concentrata sulla disinformazione e sui suoi rischi. Questo avviene proprio ora che si allenta il lockdown e che siamo in corrispondenza di importanti decisioni politiche da cui dipenderà la nostra indipendenza ed il nostro modo di vivere nelle prossime generazioni.  Strano sincronismo.

Ah già, … tutto andrà bene.

patrizioricci by @vietatoparlare

 

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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