La UE annichilisce i suoi abitanti ma difende i diritti umani. Ma quali sono i diritti umani per la UE?

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La notizia proviene da Bloomberg: La UE blocca quasi 22 miliardi di fondi destinati all’Ungheria

L’esecutivo dell’Unione europea tratterrà quasi tutti i 22 miliardi di euro di fondi di coesione destinati all’Ungheria “fino a quando il paese non risolverà i suoi problemi sullo stato di diritto e la tutela dei diritti umani”.

Si tratta di fondi europei che sarebbero dovuti andare all’Ungheria come parte di quelli destinati “per rafforzare la coesione economica e sociale dei paesi meno ricchi “, ma l’Ungheria non risponderebbe a certi requisiti, appunto perché “trasgredisce nel rispetto dei diritti umani”. Questa è una parola che ha usato recentemente anche il nostro presidente Mattarella, quando ha più volte auspicato l’assoluta subordinazione del nostro paese a Bruxelles e ad una governance globale per tutti i paesi del mondo.
Diciamo che certi temi sono diventati l’orizzonte indiscusso di oggi: è come un ‘greenpass’ per essere accettati ed accedere ad un “posto al sole” tra i grandi che non ammette obiezioni, per quanto ragionevoli possano essere.

I “nodi da sciogliere”

Bloomberg ha precisato che Bruxelles accusa Budapest di non rispettare” la carta fondamentale dei diritti dell’Unione”. In particolare, la UE chiede di eliminare la cosiddetta “legge sulla protezione dei minori” che in Ungheria vieta la propaganda LGBT, ovvero qualsiasi tipo di rappresentazione dell’omosessualità o di riassegnazione del sesso tra i minori.

Altro tema con cui l’Ungheria non è in sintonia con la UE, è l’immigrazione indiscriminata e la centralità della fede cattolica. Orbán ha sempre affermato che il suo governo si concentrerà sulla protezione della sicurezza dell’Ungheria e della sua cultura cristiana, che vede minacciata dall’immigrazione e dalle interferenze esterne. “Stiamo lavorando per costruire una democrazia cristiana all’antica, radicata nelle tradizioni europee”, avrebbe detto Orban in un’intervista a Reuters. Crediamo nell’importanza della nazione. E in Ungheria non vogliamo cedere alcun impero politico o commerciale sovranazionale”.

Quindi, contrasti su più fronti, uno scontro acuitosi con la chiusura dell’Università di Soros e con la guerra in Ucraina, nei riguardi della quale Orban si è discostato dalla radicalità delle posizioni di Bruxelles, totalmente appiattite sulle posizioni della NATO e sugli interessi dell’apparato militare industriale statunitense.

Punizione per l’Ungheria

Ovviamente, più che un congelamento di fondi la misura decisa verso Budapest misura decisa verso Budapest è una punizione, soprattutto mirata contro il premier Orban sentito dalla UE ormai come uno scomodo personaggio, nonostante egli abbia il sostegno indiscusso della nazione magiara.

Purtroppo i popoli che eleggono un leader democraticamente, non sono più liberi di scegliere con libertà il proprio futuro e le priorità necessarie. Se le proprie sovranità e tradizioni millenarie confliggono con le politiche europee, sono percepite negativamente da Bruxelles che si è assunto il compito di ‘tutelare’ chi non vuol essere messo sotto tutela.

Ciò che si scorge facilmente da questa postura europea, che ormai rappresenta una costante tra le istituzioni a Bruxelles ed i paesi membri o che aspirano a diventarlo, è l’assenza di un dialogo pluralistico in seno alle istituzioni europee che ormai giudicano legittime solo le agende formatesi nei vari consessi internazionali, all’interno di organizzazioni come il Forum di Davos, l’OMS, l’ONU, ambiti ormai imprescindibili per ottenere la legittimazione europea.

La UE ha in comune con questi organismi il fatto di essere uno strumento con cui i globalisti intendono smantellare il precedente ordine mondiale, che asseriscono non si addica più alla modernità, soprattutto perché è in fase di distruzione spontanea. L’ONU è necessaria per dare alla spontaneità un carattere progettuale. Come esattamente ciò accada si è potuto vedere nell’esempio della “pandemia” del coronavirus, con l’aiuto della quale del quale è stato distrutto il concetto stesso di diritti umani.

C’è da considerare che neanche la chiesa cattolica ha mai preteso un rispetto così categorico dei suoi dogmi (ha invece sollecitato la libertà delle persone ed ha affidato all’educazione ed alla tradizione la persuasione dei popoli). Invece, la UE ha ‘superato’ la fede religiosa ed ha posto i suoi dogmi come ideologia che nessuno può mettere in discussione. Per farlo, utilizza correntemente i mezzi subdoli delle dittature, soprattutto il controllo dell’informazione, l’omogeneizzazione delle opinioni, la militarizzazione delle scuole e delle università trasformate ormai in mezzi di diffusione della ideologia dei nuovi diritti.

Tutto si basa sullo stesso modello

Quindi il terrore e la violenza con cui le autorità cercano di compensare l’attività sociale e culturale – oggi vista come pericolo – sono un tentativo di stabilizzare la società, di creare un meta – stato stabile. Le guerre esterne aggressive sono allo medesimo livello, il cui scopo è lo stesso del terrore interno: limitare la crescita dell’attività sociale e tenere la temperatura a valori (si fa per dire) che il regime è ancora in grado di controllare.

In ultima analisi,  le strutture del terrore corrotte sono state create, riempite, con il contingente appropriato, incapaci di gestire se non attraverso la violenza. Esistono meccanismi per la soppressione dei diritti e delle libertà che non possono essere più annullati o modificati per ordine del dipartimento. Tutta questa struttura è irreparabile, lo sarà fino alla fine.

Ciò non significa che anche con il suo crollo tutto cambierà magicamente. No, sarà necessario ricostruire tutto. Da cosa ripartire oltre la spiritualità individuale e alcuni esempi eroici, se la chiesa nel suo complesso, è allineata? Su che struttura ricostruire?

Occorre ricostruire prima il popolo, la tradizione. Proprio quel livello che è in corso di distruzione in Ungheria. Perciò credo che, dopo la distruzione, si tornerà alle leggi fisiche e che queste prima o poi prevarranno.

Credo che non tutto possa essere previsto e da quel ‘quid’ imprevisto, – che è nel tempo ma al di fuori del tempo – potrà venire la salvezza o la fine, che non sarà la fine.
Nel frattempo aspettiamo il Natale con tutto il suo significato, mentre Voldemort avanza, consapevoli che dall’Eterno dipende tutto.

VPNews

 

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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