La Turchia quasi in default ma persiste nelle avventure militari all’estero

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Il quotidiano turco Dünya ha riporta che le riserve valutarie della banca centrale turca , escluso l’oro, in una settimana sono diminuite di $ 739 milioni mentre le autorità monetarie hanno cercato di sostenere la lira turca. Alla fine della scorsa settimana, le riserve sono scese da $ 43,159 a $ 42,42 miliardi. Le riserve della Banca centrale alla fine dello scorso anno ammontavano a 81,2 miliardi di dollari: questo dà l’idea dell’andamento. In proposito le autorità turche hanno avviato un’indagine contro le associazioni salafite. Questo è abbastanza assurdo, visto che proprio i salafiti Ankara supporta in Siria.

Ma probabilmente Erdogan si riferiva alla question resa pubblica dal portavoce del ministero della Giustizia turco: egli ha detto che l’ufficio del procuratore generale di Istanbul ha avviato un’indagine sulle associazioni salafite, che presumibilmente hanno acquisito armi in preparazione dei combattimenti nel paese. L’indagine è iniziata dopo che il popolare predicatore Ahmet Mahmut Unlu ha annunciato che ci sono 2.000 associazioni salafite in Turchia che si stanno preparando per una guerra civile.

La banca centrale ha cercato di evitare che la lira turca scendesse mantenendo il tasso di interesse di base al di sotto dell’inflazione. Ma nonostante il tentativo di mantenere il tasso chiave costante allo stesso livello, svendendo attivamente le riserve di valuta estera, queste si sono effettivamente quasi esaurite. Negli ultimi cinque anni il prezzo della lira è diminuito di ben 3,5 volte. Gli investitori stanno fuggendo dal mercato turco, svendendo azioni e altri titoli: solo a luglio sono state vendute obbligazioni per un valore di 390 milioni di dollari. Erdogan accusa gli speculatori dell’esaurimento della moneta nazionale, definendo le azioni dell’agenzia di rating una “guerra economica” contro il Paese.

Gli analisti dell’agenzia di rating Moody’s, che ha abbassato a B2 il rating sovrano dello Stato turco (che equivale a ”Area di non-investimento speculativo”). Intanto gli alleati di un tempo non stanno sorreggendo la Turchia che ha trovato solo come unico grande aiuto il cuscino finanziario fornito dal Qatar dal quale la Turchia ha ricevuto un prestito di $ 10 miliardi. Gli esperti dubitano che gli Stati Uniti verranno incontro alla Turchia, dato il commercio limitato tra i paesi, la mancanza di riserve della Turchia e le attuali conflittualità su questioni politiche.

Gli esperti prevedono che la Turchia potrebbe soffocare per la carenza di liquidità in dollari. La moneta nazionale (lira) si sta svalutando e le riserve del tesoro statale si stanno esaurendo rapidamente. Ogni giorno il cambio della lira sfonda il successivo “minimo”, segnando un calo record contro il dollaro. Rispetto all’inizio del 2020, il calo della moneta nazionale è stato del 29%

Le banche commerciali in Turchia, notano, sono devastate e non dispongono di riserve di valuta estera sufficienti per effettuare operazioni di importazione ed esportazione. Le tre banche più grandi (Garanti, Akbank e İşbank, fondate da Mustafa Kemal Ataturk) non possono far fronte all’onere finanziario. La ragione di ciò è la politica militarista delle autorità turche verso le isole greche, la minoranza curda e le campagne militari internazionali in Libia, Siria e Iraq.

Secondo lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), pubblicato in un rapporto sulla spesa militare globale, la spesa per le armi della Turchia è aumentata del 27% dal 2009 al 2019. Nell’ultimo anno, la spesa è aumentata del 6%, raggiungendo i 20,8 miliardi di dollari (7,8% di tutta la spesa pubblica). Secondo gli esperti, questa situazione significa che lo stato stanzia circa 245 dollari pro capite per le esigenze militari.

Quantunque le autorità turche fingano di meravigliarsi ad uso interno incolpando terzi, l’isolamento internazionale della Turchia e la sua passione per le campagne militari in vari teatri, sta sempre più inesorabilmente facendo sprofondare l’economia turca, complice anche la pandemia di coronavirus con la conseguente stagnazione mondiale.

@vietatoparlare

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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