La Troika invitata a Roma per dare le direttive per il ‘New Deal’

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Il senso delle task force, Recovery Fund ”Next Generation”, Stati Generali e affini non sono istituiti solo per il recupero economico ma per un ‘New Deal’ generazionale

Ogni step politico che stiamo vedendo messo in opera in Italia, è percorso da una idea di bene che è in netta contrapposizione con la verità cristiana. E’ un progetto ‘unificatore’ del potere in senso anti-cristiano che si che si è arrogato il compito quasi messianico di risolvere la maggior parte dei problemi dell’uomo. La speranza è quella di creare società sempre più perfette, ordinate e controllate dove infine la maggior parte degli attuali mali siano eliminati. Tutto questo si sta realizzando secondo una prospettiva della vita umana ordinata in senso scientocratico e ordoliberista.

Le varie task force, Recovery Fund ”Next Generation”, Stati Generali e affini, sono tutti figli di questa mentalità.  La tematica della Provvidenza non ha più spazio nel mistero della vita umana. Tutti abbiamo notato questa deriva durante la pandemia. Siamo stati scioccati ed impauriti. A fronte della necessità tutela della salute pubblica è avvenuta una evidente esautorazione da parte delle istituzioni della Costituzione a far valere come priorità solo la salute, senza tener conto di una visione più integrale della persona umana, che tenesse conto di tutti i fattori che compongono la realtà.

[su_spacer]Per questo il dibattito sul da farsi è stato solo apparente perché viziato da un’ottica scientocratica eretta come l’unica all’altezza ma che è inadeguata alla vita umana. Ma quella ‘linea’ è prevalsa ed ha congelato il potere decisionale proprio del Parlamento affidandolo del tutto in mano di cosiddetti ‘esperti’.

In questo contesto, le istituzioni di ‘garanzia dello stato’ – come la Presidenza della Repubblica – , cucite ormai  addosso all’establishement europeista, hanno fatto ‘pendant’ a una ristretta cerchia di potentati ‘progressisti’ che si propongono in svariati ‘circoli’ al vertice istituzioni europee e che poi vengono effettivamente eletti secondo meccanismi oscuri, decisi al di fuori di libere elezioni democratiche.

In definitiva, l’emergenza coronavirus è stata usata per far sì che si compiesse  una accelerazione alla realizzazione della loro visione politica ‘progressista’. Mai come in questi giorni è così chiaro che il presidente della Repubblica e il Parlamento Italiano lavorano solo per rappresentare Bruxelles ed agiscono solo per la conservazione di questo apparato.

Ciò non deve meravigliare,  “l’attività lobbistica costituisce un elemento essenziale del lavoro parlamentare europeo, nessuno sa chi esercita pressione per conto di chi e su che cosa. Infatti sovente è lo scambio di ruoli che avviene fra euroburocrati e lobbisti o il ruolo equivoco di gruppi che rappresentano interessi contrastanti. Secondo stime recenti, a Bruxelles sono circa 15.000 i lobbisti e 2.500 le organizzazioni di interesse che ruotano attorno alle istituzioni europee” (da Europarlamento EU). I mezzi ed i metodi affinché questi di pressione prevalgano sugli stati nazionali non mancano , quando si è forti del potere legislativo e si è costruita una struttura burocratica che non risponde a nessuno ed è nominata al di fuori di libere elezioni.

Déjà vu, ma questa volta sarà l’ultima …

L’establishment progressista ed europeista controlla ormai tutti i settori chiave del paese. Ciò che questo vuol dire, ci è stato ricordato in maniera nitida  durante la trasmissione “L’aria che tira”, quando la giornalista e conduttrice Myrta Merlino   – reagendo a quello che ha percepito come sentimenti ‘anti-europeisti’ di Salvini – ha detto al leader della Lega “Finché non dirà che l’Europa è casa sua e l’euro non si tocca … non tornerà a Palazzo Chigi“.

E’ già successo. Ricordo con amara lucidità  quando il presidente della Repubblica Italiana – a fronte di una maggioranza democraticamente eletta –  precluse la possibilità di ricoprire il dicastero economico a Paolo Savona perché non ‘europeista’, anche altri economisti – che avrebbero attuato riforme che avrebbero fatto ‘la differenza ‘ – furono scartati per lo stesso motivo.  Pezzo dopo pezzo,  l’azione del governo giallo-verde fu allentata sostituendo quasi tutti i ministeri chiave: rimaneva il tema immigrazione. Ma anche  il fuoco di fila dei media contro Salvini, il discredito personale ed infine, le indagini ad hoc della magistratura per ‘sequestro di persona’ chiusero del tutto quel capitolo.

Alle forze anti-sistema non sarà più concesso formare un governo

Questo si attua soprattutto con il controllo dell’informazione e sull’istruzione. Con un apparato ben congegnato, ogni ‘velleità’ di cambiamento è preclusa a meno che non sposi la road map delle élite e persegui i propri fini. Controllare questi posti chiave, vuol dire poter  deformare la percezione delle cose e rendere la gente accondiscendente o rinunciataria. Un esempio emblematico di come questo possa accadere, lo abbiamo visto in occasione della ascesa ad eroina del ‘green’ di Greta Thunberg: è l’esempio perfetto di cosa possa fare una campagna di PR ben orchestrata, supportata dalle istituzioni e preceduta da una adeguata preparazione (che passa da media e scuole).

In definitiva, la maggior parte delle energie sono spese sinergicamente per la propria autoconservazione e affinché nulla cambi. Questo è un ruolo centrale per gli apparati dello stato e le istituzioni europee. Bisogna essere bravi per realizzare una cosa così. La task force governativa di Conte non ha svolto altro che questo ruolo che mettere il paese in mano a tecnocrati incaricati di una mission.

La concezione di base è ovviamente che le task force facciano meglio della politica. Ma la risoluzione tecnica quando si parla di società non necessariamente offrirà soluzioni vere.

Lobby, multinazionali e banchieri fanno politica senza intermediari

Non preoccupatevi, sopravviveremo. Naturalmente nel mondo di domani avremo un posto dove sopravviveremo come consumatori. Ma comunque i nostri competitor in Europa cercheranno di superare il guado della crisi a spese nostre,  ricollocandoci in un altro ruolo più limitato con minor peso specifico e quindi più ricattabili. Ormai è chiaro che lobby, multinazionali, filantropi, funzionari e banchieri, hanno dato vita a un progetto ordoliberista che si è accollato un proprio progetto ideologico per il mondo di domani.  Ciò prevede un affievolimento sempre più forte della nostra identità culturale, la cessione del residuo patrimonio industriale e la sparizione delle medie imprese: l’Italia sia relegata nel sud europeo. In fondo – step by step – è stato questo il senso della nostra adesione all’Euro.

Sarà completata così quella struttura europea voluta dalla Germania dagli stati del nord e dalla Francia. Ovviamente ogni ostacolo al manovratore, ogni dissenso rappresenta una perdita di tempo, un ostacolo al progresso, inclusa l’informazione. Come sempre il segreto è nella comunicazione e nella falsificazione: la UE dice che non è in atto una guerra alle idee o alle opinioni diverse, ma alle notizie false.

Secondo tale ottica un’idea è mal concepita, pericolosa se non frutto  di analisi scientifica ‘accreditata’ dai ‘fact checker‘. Il passaggio è subdolo: le idee diventano notizie false per cui è un dovere censurarle per proteggere la collettività.

Non si tratta quindi più di dibattere ma di ‘competenza’ ed ‘esperienza tecnica’ e su tali presupposti l’attività politica è inutile. Perciò ora  – sempre in linea – dopo la ‘task force’, a decidere del nostro paese, ecco l’istituzione di ‘Stati Generali’: è l’occasione propizia per completare l’opera, secondo il disegno in corso. Agli Stati Generali – la cui riunione è prevista per oggi –  parteciperanno il presidente della Commissione Europea, la governatrice della BCE e la presidente dell’FMI. Ovvero è il board che compone l’istituzione del MES. Per essere ancor più chiari: BCE, Commissione Europea e FMI è esattamente la composizione della ‘Troika’ prevista dal MES per dettare l’agenda necessaria per ottenere gli aiuti ‘a prestito’.

Un nome inquietante, ‘Next Generation’, la propria idea di uomo

La Troika non detterà solo un progetto economico ma anche un progetto ideologico. Questo progetto è già stato presentato dalla presidente della Commisione europea von der Leyen: il Recovery Fund (che è la prosecuzione del MES)  è l’occasione per realizzare quel ‘New Deal’  – una società eterogenea,  mondialista ove prevalgano i valori progressisti  –, da cui scaturirà quella Next Generation che è poi il nome del Recovery Fund. E la sig.ra von der Leyen si viene ad assicurare che tutto proceda come previsto, sta a dire che non basta uscire dalla crisi ma bisogna uscirne realizzando un nuovo mondo più moderno, più ordinato, più libero, più ‘green’.

Indipendentemente da come sia avvenuta, la pandemia è stato l’aiuto insperato per dar vita ad un esperimento sociale che in fondo ‘era nel cuore realizzare’, se ne è accelerato solo il percorso. Naturalmente, ogni decisione è stata giustificata come causa di forza maggiore, presa per preservare la collettività.

In questo contesto, non credo che le cose potranno cambiare dopo questa ipoteca per il futuro.  Per le forze cosiddette anti-europeiste  i margini saranno sempre minori perché anche le critiche più costruttive saranno sempre più identificate come teorie omofobe, ispiratrici di odio, di disunità,  digregative, in una parola illegittime.

Il news deal sarà il realizzarsi del sogno di una una società sempre più eterogenea, mondialista, multietnica e violenta, dove i popoli perderanno tutte le proprie specificità e la propria idendità, le proprie peculiarità e tradizioni. Tutto per un progetto ideologico che pretende essere l’unico perché considera sé stesso come il migliore…

patrizioricci by @vietatoparlare

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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