La soluzione per la pace in Siria può passare solo attraverso un compromesso con la Turchia

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Si parla molto del malumore che molti siriani hanno per il modus operandi della Russia in Siria: l’avvicinamento alla Turchia  non sempre è comprensibile a chi vorrebbe la completa ed immediata restituzione di tutti i territori a Damasco. Ciò che leggo però dal blog “Col Cassad“, mi pare dirime molti di dubbi in tal senso, offrendo una risposta convincente:

Sullo sfondo di battaglie lente nel nord-est della Siria e alcuni successi dell’esercito siriano nel sud-est di Idlib, c’è stato un attentato contro un autoblindo della polizia militare russa, che ha preso parte alla pattuglia militare russo-turca.
A seguito dell’esplosione, la macchina è stata danneggiata e tre soldati sono rimasti leggermente feriti. Nessuno si è preso la responsabilità di aver piazzato la  mina terrestre lungo la strada percorso dal convoglio nella regione di Kobani.

Naturalmente, sugli autori dell’attentato, si possono assumere diverse opzioni:

1. Radicali curdi.
2. Combattenti pro-turchi.
3. ISIS.
4. Agenti americani.

La linea di fondo è che la Russia sta facendo di tutto per stabilizzare la Siria nord-orientale, sia al confine con la Turchia (dove pattuglie militari, punti di forza, monitoraggio aereo, ecc., sono già stati schierati), sia lungo l’autostrada M4 tra Ain Issa e Tal Temer, a nord del quale continuano gli scontri tra i curdi con il sostegno dei combattenti SAA e SNA con il sostegno della Turchia.

La Russia cerca di stabilizzare la situazione al confine tra Siria e Turchia e di far cessare i combattimenti ai confini della “zona di sicurezza”. Ciò ci consentirà di concludere l’accordo nella Siria nord-orientale e di consentire ad Assad di dedicare più energia al graduale reinserimento del resto del Rojava, che è difficile ora, dal momento che una parte significativa delle forze è impegnata a garantire il confine con la Turchia e si impegna in battaglie locali con l’SNA.

Naturalmente, ciò non consente anche di massimizzare la pressione sulle rimanenti forze americane nel nord-est di Deir ez-Zor.

Poiché gli oppositori della Federazione Russa comprendono appieno i pericoli di questo scenario, i tentativi di contrastare la sua attuazione sono abbastanza trasparenti. Questi sono i tentativi degli Stati Uniti di ottenere un punto d’appoggio nei campi petroliferi di Deir ez-Zor, i trucchi della leadership SDF / YPG con gli americani, il malcontento della leadership del PKK con l’accordo russo-turco e l’insoddisfazione di questo accordo all’interno della Turchia stessa, e ancora di più tra i militanti sotto il proprio controllo. A proposito dell’ISIS generalmente si tace.

In effetti, nel caso dell’attuazione dei piani russi, l’avanzata della Turchia in Siria sarà definitivamente fermata, i curdi perderanno l’opportunità di pescare in acque agitate e saranno costretti a concordare le condizioni che Assad offrirà loro, l’SAA sarà in grado di attuare più attivamente un dispositivo contro l’ISIS utilizzando le forze liberate e per gli Stati Uniti diventerà molto più difficile mantenere i resti del loro gruppo in Siria.

Ovviamente, l’estensione del periodo di instabilità al confine tra Siria e Turchia consente almeno di rallentare l’attuazione di questi piani, pertanto continueranno le provocazioni contro le pattuglie russo-turche in particolare e la Russia nel suo insieme.

Tuttavia, anche dall’esperienza del Fronte meridionale, si può presumere che i militari russi rivolgeranno la situazione a loro favore. Oggi è avvenuto un  momento eloquente: la leadership di SDF ha accolto ufficialmente la formazione di roccaforti russe a Tal Temer, Abud e Ain Iss, ovvero i militari russi limiteranno direttamente la “zona di sicurezza” della Turchia, in modo che i turchi abbiano meno opportunità, dandona la colpa alle macchinazioni dell’YPG, di continuare a incitare le milizie SNA contro i curdi.

In effetti, stiamo parlando di concludere un altro accordo dietro le quinte: la Russia sta spingendo i curdi lontano dalla M4 e la Turchia dovrebbe spingere l’SNA a nord dell’autostrada. La Federazione Russa sta cercando di convincere la Turchia a realizzare lo scenario che è stato implementato a nord di Aleppo, dove la linea del fronte formata tra febbraio e marzo, a sud di Al-Bab, era stata relativamente calma per 3 anni.

Assad ha bisogno di un fronte calmo e di un confine calmo per stabilire gradualmente il potere di Damasco in quei territori che, con l’aiuto dei curdi, hanno cercato di strappare alla Siria con vari pretesti.

Si suppone che la Turchia venga condotta con metodi diplomatici e riferimenti con lo stesso Patto di Adana, che consente alla Turchia di condurre operazioni transfrontaliere in Siria (che legalizza formalmente la sua presenza in Siria, ma allo stesso tempo limita la possibilità di un lungo soggiorno).

 

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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