La Russia è pronta ad inviare in Siria fino a 60.000 uomini dal Caucaso del nord se sarà necessario

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Secondo fonti informate, la Russia ad oggi ha addestrato circa 60 mila soldati, per lo più musulmani sunniti scelti tra i rappresentanti delle repubbliche del Caucaso settentrionale, per il loro successivo collocamento in Siria .

Le ‘avanguardie’ di queste forze. servono già come forze di polizia ad Aleppo, e nella parte orientale della valle di Wadi Barada e nella zona di Palmyra dove è all’opera un battaglione formato da musulmani chiamato ‘TURAN’.

Secondo il portale russo ‘Business Insider’, Mosca ha cominciato ad aumentare il suo ruolo in Siria. Giungono informazioni su una significativa espansione delle basi militari russe; nello stesso tempo, sono aumentate il numero di compagnie militari private che combattono per conto del Cremlino.

L’articolo sottolinea che il fatto che Putin sta inviando in Siria un gran numero di truppe dalla Cecenia e Inguscezia, per far a meno delle milizie iraniane (che non facilitano i rapporti con Usa ed Israele ed una composizione della guerra siriana).

forze speciali russe della Cecenia

Fino a poco tempo fa, la presenza dell’esercito regolare russo  in Siria era  limitata. Ora la continuazione dell’invio di questi battaglioni è un preciso passo strategico di Mosca. Essi sono attualmente distribuiti in tutta la Siria e generalmente sono formati da forze di terra di élite generalmente costituite da musulmani russi-sunniti.

La dimensione effettiva dei nuovi battaglioni russi, è però ancora incerta.

In un primo momento è stato segnalato che il numero dei ceceni inviato in Siria nel mese di dicembre, erano pari a circa 500 persone, mentre, secondo alcune stime, il numero di ingusci constava in  circa 300 persone.

Mark Galeottim un ricercatore presso l’Istituto di Relazioni Internazionali a Praga  ritiene che “questa è una chiara ammissione di Mosca che è rimasta bloccata nella palude“. La mobilitazione di queste forze da a Mosca un altro importante vantaggio, giacché i cittadini del Caucaso del Nord sono prevalentemente musulmani.

In concomitanza dell’arrivo delle prime unità nel mese di dicembre 2016, Mosca ha cercato di usare nel proprio interesse la  religione comune con i siriani . I soldati sono stati informati circa la necessità di usare riferimenti islamici ed arabi per aiutare a costruire un rapporto di amicizia con la popolazione. Un altro tentativo di sfruttare la fede comune tra i soldati siriani e russi come è stato l’annuncio della conversione all’Islam di uno dei soldati russi.

Nonostante il fatto che il dispiegamento dei battaglioni ceceni rappresenta una nuova tappa nell’intervento della Russia in Siria, la strategia di Mosca di utilizzare il fattore islamico non è nuova. In precedenza, il collegamento tra Mosca e i paesi arabi era costituito dal leader ceceno, Ramzan Kadyrov, che con le sue  visite ufficiali a nome di Putin ha attirato investitori arabi nella capitale della Cecenia.

Fino ad ora, l’invio di forze musulmane è stata effettuato in modo selettivo e con estrema precisione. Essi appaiono solo in alcune regioni ove Mosca consideri la loro presenza importante al fine di raggiungere i propri obiettivi in Siria.

E ‘improbabile che questi battaglioni del Caucaso del Nord nel prossimo futuro  giocheranno un ruolo decisivo in battaglia, ma opereranno comunque in prima linea nella strategia di Mosca, il che significa che sarà in grado di estendere la sua influenza sempre di più in Siria.

Fonte: Polikus.ru

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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