La responsabilità di aver fomentato una macelleria civile comincia a trasparire…

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Mentre è cominciata la macelleria civile in Libia, la parte più brutale, al mare oggi ho incontrato una professoressa di solito molto attenta a ciò che succede, e  ho accennato il mio  sconcerto di come stiano andando le cose in Libia e giacche non sono andato se al Meeting cui era di ritorno in qualche intervento si fosse approfondita la  questione.  E’ cascata dalle nuvole per lei era tutto normale, ” Gheddafi è un dittatore , no? L’ho tenuta a parlare per una mezzoretta. 

Per questo io adesso faccio una cosa molto semplice…

Vi propongo un pezzettino di un filmato datato 25 agosto 2011 , vedetelo prima che lo tolgano, c’è un’intervista ai 4 giornalisti rapiti. E’ sconcertante…questo è quello che in TV non vedrete mai passare, infatti lo spezzone di filmaso è della RSI 1 SVIZZERA .  L’hanno detto, è sfuggita la verità, non capisco perchè per mesi tutti i giornalisti si sono intestarditi a ripetere un paradigma improponibile. Deve succedere che vengano sciaguratamente rapiti e poi liberati  4 giornalisti affinche’ si senta uno di loro parlare di linea ormai superata e  uno di loro (il giornalista della stampa Domenico Quirico) dire: “guardate che la’ fuori, ad 800 metri da qui e’ tutto un pullulare di bandiere verdi. I ritratti giganteschi di Gheddafi campeggiano come prima sulle facciate delle case”.
Una frase che non ho mai sentito su tutti i TG andati in onda.  Chi di voi l’ha mai sentita in un TG della RAI, o nelle interviste audio/video dei siti dei quotidiani?
guardate questo video:
giornalista de La Stampa Domenico Quirico, rapito e liberato, e’ qui, verso la fine del breve servizio sui rapiti (RSI, TG principale del 25 agosto):
http://la1.rsi.ch/home/networks/la1/telegiornale.html?po=1489fcb6-b36a-4dda-ada3-0ea12dfab466&pos=6e9777dc-596c-437e-90d1-df94daf931f4&date=25.08.2011&stream=low#tabEdition

Quei due ragazzi era gente civile nè più buona nè più cattiva dei ragazzi ribelli, dovrebbero avere gli stessi diritti degli “insorti” , ma attualmente è in corso una carneficina, anarchia totale, regolamenti di conti con migliaia di vittime, cadaveri abbandonati per le strade con le mani legate dietro la schiena, saccheggi, violenze diffuse, crisi alimentare.

Basta avere a casa una foto di Gheddafi (e chi non ce l’aveva a Tripoli? e basta a scatenare la violenza) avere la pelle scura per essere accusati di essere mercenari (ma lì era pieno di immigrati neri!) o essere nati in perticolari posti dove la gente è pro-Gheddafi, per essere in pericolo. Ma cosa sta succedendo è abbastanza chiaro a tutti ed anche la deriva del nostro comune sentire e della nostra moralità politica. Sopratutto questo aspetto mi preoccupa molto perchè se da un lato non si può certo togliere il male dell’uomo, ma bisogna ristabilire la chiarezza d’informazione in qualche modo, altrimenti non si perderà in Libia ma la libertà qui, e questo, spero che almeno questo interessi la nostra gente imborghesita. Non si può accettare che nel mio paese si avvalli la legittimità di taglie o il colossale “regolamento di conti” in corso, che era ampiamente prevedibile, ed è una caccia all’uomo indiscriminata non perchè si indossa una divisa ma perchè si ha una idea diversa.
La situazione, potrei sbagliare , e spero di sbagliare ma sta prendendo la china che prese in Iraq. E’ inevitabile a questo punto che si arrivi , come da copione, all’arrivo delle truppe di terra della NATO. Ormai lì è totale anarchia, le bombe hanno aumentato l’odio e su tutto il territorio c’è una quantità di gente non libica, (e non parlo dei mercenari di Gheddafi) . Che il Signore aiuti questo popolo in questo momento triste e illumini a pietà vera i nostri governanti..

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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