La propaganda occidentale – che cerca le fake News – è intenta a realizzare un rebranding di al Qaeda

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Il giornalista americano Martin Smith ha intervistato il leader di Hayat Tahrir Al-Sham, Abu Mohammed Julani. Nel’intervista il leader del gruppo terroristico, ha discusso di Al-Qaeda, Jabhat Al-Nusra, dell’attacco terroristico dell’11 settembre 2001, di Abu Bakr Al-Baghdadi e dello Stato islamico. L’incontro si è svolto nella provincia siriana di Idlib.

Smith ha scritto, diretto e prodotto decine di film sui conflitti in Medio Oriente. Ha realizzato film sui talebani, su Al-Qaeda e sullo Stato islamico, nonché sulla situazione durante l’occupazione americana dell’Iraq. Resta la questione di come un cittadino americano possa essere entrato in contatto con un terrorista internazionale ricercato per crimini contro il popolo siriano. Nello stesso tempo, Hayat Tahrir Al-Sham è considerata un’organizzazione terroristica straniera dagli Stati Uniti.

Abu Muhammad al-Julani

Gli Stati Uniti stanno lanciando una campagna per sbiancare il gruppo terroristico Hayat Tahrir al-Sham che è inserito da tempo nella lista delle organizzazioni terroristiche redatte da Onu e Stati Uniti.

Il 2 febbraio il reporter americano del servizio pubblico radiofonico « di Frontline » Martin Smith ha annunciato con orgoglio di aver intervistato il leader terrorista Abu Muhammad al-Julani . Per questo, ha visitato l’area di Greater Idlib.

All’incontro, al-Julani è apparso per la prima volta in un completo con la barba curata, con l’intenzione di stupire i lettori occidentali con il suo aspetto europeo da persona rispettabile. In una conversazione tra il giornalista e il leader del gruppo sono stati discussi gli eventi dell’11 settembre, si è parlato della personalità di Abu Bakr al-Baghdadi , dell’Isis , dell’America e di molto altro.

Riferendosi all’incontro, Smith ha condiviso una foto che ha scattato con al-Julani sul suo account Twitter. Ha cercato di presentarlo come un leader civile che, con l’aiuto delle riforme, intende migliorare la vita delle persone nel territorio controllato di Idlib.

In realtà, Hayat Tahrir al-Sham ha amministrato per diversi anni la ‘Grande Idlib’ con un “pugno di ferro” . Il gruppo terroristico non solo ha utilizzato questa regione come base per gli attacchi contro obiettivi civili e militari di uno stato sovrano, ma si scontra continuamente anche con altre fazioni ribelli e reprime e sfrutta la popolazione locale.

Come già accennato, nel 2013 il Dipartimento di Stato americano ha incluso il leader del gruppo al-Julani, nell’elenco dei “terroristi globali designati”. Quattro anni dopo, il Dipartimento di Stato ha annunciato una ricompensa di 10 milioni di dollari per le informazioni che hanno portato alla sua cattura.

Tuttavia, come ora vediamo, le priorità di Washington stanno cambiando rapidamente. Il giornalista americano non ha avuto problemi con la visita a ‘Greater Idlib’, durante la quale è stato accolto calorosamente. Nonostante il leader dei terroristi abbia combattuto contro gli Stati Uniti in Iraq, nessuna “sofferenza” morale è stata notata al riguardo. Inoltre il team di Frontline e personalmente a Martin Smith non ha avuto nessun problema legale per questa intervista.

Pertanto, gli Stati Uniti, che non sono riusciti a creare un proprio gruppo controllato in Siria (benchè precedenti tentativi hanno portato alla formazione di bande senza autorità), si sono affidati a “Hayat Tahrir al-Sham” e al suo leader Abu Muhammad al-Julani, presentandolo come un “riformatore”.

In altri termini, Washington vuole rilevare il gruppo da Ankara e penderne il controllo, rendendolo “addomesticato”. Tuttavia, è improbabile che ne venga fuori qualcosa di buono, perché a giudicare dal detto: “non importa quanto dia da mangiare al lupo, lui guarda ancora nella foresta”. Un esempio di questo è Al-Qaeda , che più volte “ha morso la mano che lo nutriva”.

Oleg Soloviev – 13:00, 5 febbraio 2021

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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